CARO TESTA DI PINOLO, IO IN VACANZA CI VADO ! JACOPO MELIO— a mio parere (chiara) Jacopo risponde ” da lieder ” a tante teste di pinolo con cui non si riescono a fare neanche coriandoli!

 

 

 

” con i pregiudizi e i luoghi comuni fateci dei coriandoli ! “

CARO TESTA A PINOLO, IO IN VACANZA CI VADO

Caro testa a pinolo…
No, non ho niente contro i pinoli e neanche contro le “teste a pinolo”, ché un po’ anche la mia ci somiglia. Ma avrei potuto iniziare questa lettera diversamente, ad esempio chiamandoti “testa di cazzo”. E allora ecco, credo che “testa a pinolo” possa essere un giusto compromesso tra il mantenere superiorità intellettuale mostrando rispetto e educazione, e lo sfotterti un po’ richiamando ugualmente “alla testa di cazzo” che hai dimostrato di essere.

Sì, caro il mio testa a pinolo. Ho saputo che sei stato in vacanza e che qualcosa è andato storto. Un gruppo di disturbatori ha infranto il tuo progetto di relax in mezzo al verde. Che magari te lo eri pregustato per tutto l’anno chiuso all’aria condizionata del tuo ufficio, in piena città, otto ore per cinque giorni tra noia e frustrazione.
Caro il mio testa a pinolo, nessuno poteva prevedere che in mezzo a cotanto grigiore non avresti resistito allo sbalzo della bellezza che irrompe, magica, nella vita di qualcuno.

Lo sbalzo emotivo è stato insostenibile perché, si sa, un disabile è una persona triste per natura, e quando qualcosa si rivela come non pensavamo che fosse ci destabilizza. Quando qualcosa sconfina dall’etichetta sociale che siamo soliti dargli, un po’ per rassicurare noi stessi e un po’ per sentirci migliori, si perde la bussola.
Per quelli infatti, i disabili che soffrono tanto (per definizione, appunto), ci sono gli ospedali, le case di cura e di riposo. Che se si chiamano “di cura” è normale che soffrano e se si chiamano “di riposo” va da sé che non è certo naturale per loro ballare, o cantare, o fare escursioni all’aria aperta come fanno tutti gli altri. Magari ridono anche, t’immagini?
Ecco. E allora? Cosa diamine si è inceppato nel magico cerchio della vita ai tuoi occhi miopi?

Caro il mio testa a pinolo… Mi trovo qui a scriverti due righe perché non so se un giorno anche io avrò dei figli come te. In realtà non so neanche se avrò un lavoro che mi permetterà di sognare una vacanza, ma andiamo per gradi: di certo una cosa l’ho ben chiara in testa, ed è la responsabilità genitoriale.

Se mai un giorno avrò dei figli vorrò insegnare loro che la vera disabilità è negli occhi di chi guarda, di chi non comprende che dalle diversità possiamo solo imparare. Disabile è chi non è in grado di provare empatia mettendosi nei panni degli altri, di mescolarsi affamato con altre esistenze, di adottare punti di vista inediti per pura e semplice curiosità.

 

Citando una tua frase. “I disabili sono persone che purtroppo la vita gli ha reso grandi sofferenze ma vi posso assicurare che per i miei figli non è un bello spettacolo vedere dalla mattina alla sera persone che soffrono su una carrozzina.”.
Ecco, caro il mio testa a pinolo. Se un giorno avrò dei figli saranno sicuramente più fortunati dei tuoi che, poveracci, di colpe non ne hanno. Più fortunati perché scopriranno che la mia carrozzina non è né più né meno di un paio di scarpe nuove con le quali iniziare viaggi, avventure, sogni, destini, speranze.
Se un giorno avrò dei figli sapranno che il dolore, quello vero, è nascosto nell’indifferenza e non nella malattia. Che i brutti spettacoli del mondo ce li ha sempre “regalati” la cattiveria umana e mai la dignità. Che il mondo è popolato da persone diverse ma con gli stessi diritti. Che non esiste libertà abbastanza grande di quella che possiamo prenderci per essere felici.

Perché vivere significa questo: esser messi in condizioni di poter fare del nostro destino ciò che si vuole, senza mancare di rispetto (ah, che bella parola!) a chi ci sta intorno.

 

Quindi, caro il mio testa a pinolo… Non solo io in vacanza ci vado, quest’anno, come tutti gli altri anni. Ma ci andranno anche Marco, Matteo, Laura, Sara, Ilaria, Fabrizio, Ginevra, Alessandro… E tutti i ragazzi “speciali” di questo mondo, che di speciale non hanno niente se non la loro unicità: come me che ti ho scritto questo papiro di robe sconclusionate, forse, mosso da una frustrante sensazione di impotenza, e come te, caro testa a pinolo, che della vita non hai capito proprio niente.
Iacopo Melio

PS: “Bastava che la gente mi avvisava”… Il congiuntivo, perdiana! Almeno il congiuntivo… (sotto tutta la lettera della ” testa di pinolo” )

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Disabili, Iacopo Melio contro recensione di un genitore su Tripadvisor.

Polemiche sui social per un commento di un genitore (rimasto anonimo): “Troppe persone con disabilità in questo villaggio. Non è bello far vedere ai miei figli tutte quelle persone sofferenti sulle sedie a rotelle”.

articolo de IL FATTO QUOTIDIANO —27 LUGLIO 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/27/disabili-iacopo-melio-contro-recensione-di-un-genitore-su-tripadvisor-la-regione-valle-daosta-gli-offre-una-vacanza/2936619/

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5 risposte a CARO TESTA DI PINOLO, IO IN VACANZA CI VADO ! JACOPO MELIO— a mio parere (chiara) Jacopo risponde ” da lieder ” a tante teste di pinolo con cui non si riescono a fare neanche coriandoli!

  1. Donatella scrive:

    Diverso da me.
    Non è facile accettare davvero chi è diverso da noi. La diversità può essere manifesta, plateale : lo straniero, il disabile, il barbone, gli zingari, l’omosessuale, lo stravagante. Di fronte a questo tipo di diversità molti di noi “normali” riescono a fare un salto con la mente e a dichiararsi dalla parte di chi potenzialmente è escluso. E’ secondo me una presa di posizione giusta, dettata dal cervello e dal cuore ( ammesso che non sia suggerita solo dalla voglia di farsi vedere superiori all’opinione comune). C’è un altro tipo di diversità ( non so come chiamarla) più difficile da accettare o da sopportare ( anche in questo verbo si insinua l’idea di diverso e quindi di fastidio): la diversità di chi, secondo noi, spara cazzate; di chi ha un afrore intollerabile (succede spesso d’estate al supermercato), di chi dice che ormai siamo invasi dagli stranieri, che i politici sono tutti ladri, che gli animali portano malattie,ecc. E’ difficile rimanere calmi e razionali in queste situazioni, pensare alle diversità tra gli uomini come degli arricchimenti e delle opportunità. Proporrei una specie di Nobel per chi ci riesce.

    • Chiara Salvini scrive:

      chiara: credo che ci sia già riuscito Einstein quando ha detto di essere più certo della stupidità umana che della teoria della Relatività! un punto di vista che consiglio, ma se è gente a me vicina, ultimamente mi viene da mordere! ciao nina

    • Chiara Salvini scrive:

      devo pubblicare un articolo intravisto che parla di Levi-Strauss : con lui ti dovresti trovare bene, o meglio viceversa, a parte che è morto a 100 /101 anni… chissà che bel fantasma grosso sarebbe se ti visitasse per dirti che è d’accordo con te!

  2. nemo scrive:

    …….. “il dolore, quello vero, è nascosto nell’indifferenza e non nella malattia. Che i brutti spettacoli del mondo ce li ha sempre “regalati” la cattiveria umana e mai la dignità. Che il mondo è popolato da persone diverse ma con gli stessi diritti. Che non esiste libertà abbastanza grande di quella che possiamo prenderci per essere felici.”
    Una lezione magistrale che non dovremmo dimenticare mai ! Grazie, Jacopo.

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