IVES BONNEFOY nasce a Tours in Francia nel 1923; dal 1943 vive a Parigi; il padre era operaio montatore nelle officine ferroviarie; la madre fu prima infermiera e poi insegnante. Studiò filosofia alla Sorbona e poi con ” il grandissimo ” GASTON BACHELARD; muore il 1° luglio 2016, cioè l’altro ieri.
Traduzioni in italian
- Un sogno fatto a Mantova, trad. di Diana Grange Fiori, Palermo, Sellerio, 1979
- L’Improbabile, trad. di Diana Grange Fiori, Palermo, Sellerio, 1982
- Dizionario delle mitologie e delle religioni, Milano, Rizzoli, 1989
- Nell’insidia della soglia, Torino, Einaudi, 1990
- L’uva di Zeusi e altre favole, Milano, Jaca Book, 1997
- Movimento e immobilità di Douve, Torino, Einaudi, 2000
- Lo sguardo per iscritto. Saggi sull’arte del Novecento, Firenze, Le Lettere, 2000
- Trattato sul pianista, Milano, Archinto, 2000
- Quel che fu senza luce. Inizio e fine della neve, Torino, Einaudi, 2001
- Il teatro dei bambini, San Marco dei Giustiniani, 2002
- Osservazioni sullo sguardo. Picasso, Giacometti, Morandi, Roma, Donzelli, 2003
- Seguendo un fuoco. Poesie scelte 1953-2001, Milano, Crocetti, 2003
- Alberto Giacometti, Abscondita, 2004
- Il disordine. Frammenti, San Marco dei Giustiniani, 2004
- L’entroterra, Roma, Donzelli, 2004
- La civiltà delle immagini. Pittori e poeti d’Italia, Roma, Donzelli, 2005
- La comunità dei traduttori, Palermo, Sellerio, 2005
- Ieri deserto regnante-Pietra scritta, Parma, Guanda, 2005
- Goya, le pitture nere, Roma, Donzelli, 2006
- L’alleanza tra la poesia e la musica, Milano, Archinto, 2010
- Poesia e università, Lecce, Manni Editori, 2006
- Terre intraviste, Venezia, Edizioni del Leone, 2006
- Roma, 1630. L’orizzonte del primo barocco, Torino, Nino Aragno Editore, 2006
- L’Opera poetica, a cura e con un saggio introduttivo di Fabio Scotto, Arnoldo Mondadori Editore, I Meridiani, Milano, 2010
- Rimbaud. Speranza e lucidità, Roma, Donzelli, 2010
- L’ora presente, trad. di Fabio Scotto, Mondadori, Milano, 2013
- Poesia e fotografia, Milano, O barra O, 2015
- Sull’haiku, Milano, O barra O, 2015
BLOG GIUSEPPE GENNA
IN MORTE DI YVES BONNEFOY
Il 30 giugno: una giornata di assoluto dolore.
(C’erano, è certo, le condizioni private per cui lo fosse.)
Sperso, ho letto a notte fonda delle morti, avvenute in contemporanea, di due tra i massimi poeti al mondo, Yves Bonnefoy e Geoffrey Hill (proprio l’altro dì ne pubblicavo alcuni versi: qui), che ho assunto come sigillo ed emblema di un dolore più vasto.
In particolare la scomparsa del grande francese mi ha colpito. Lo ricordo in una traduzione che ne ha fatto Mario Benedetti, uno dei più importanti poeti italiani contemporanei, poiché a questa traduzione assistetti in tempo reale, apprendendo molto, tantissimo, divenendo uno dei ricordi a me più cari della mia formazione umana e testuale.
L’ARATRO
Le cinque. La neve ancora. Voci
di prima del mondo.
Un aratro
come una luna ai tre quarti
brilla, ma lo ricopre la notte
di una piega di neve.
E il bambino
ha ormai tutta la casa per sé.
Va da una finestra all’altra.
Preme le dita sul vetro. Vede
formarsi le gocce dove non spinge più
il vapore contro il cielo che cade.
LA CHARRUE
Cinq heures. La neige encore. J’entends des voix
À l’avant du monde.
Une charrue
Comme une lune au troisième quartier
Brille, mais la recouvre
La nuit d’un pli de la neige.
Et cet enfant
A toute la maison pour lui, désormais. Il va
D’une fenêtre à l’autre. Il presse
Ses doigts contre la vitre. Il voit
Des gouttes se former là où il cesse
D’en pousser la buée vers le ciel qui tombe.
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