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2647 × 2011 bardelli, 25 aprile 2014
Felice Cascione
U MEDU, IL MEDICO
Felice Cascione era nato nel 1918 e alla data dell’8 settembre aveva appena 25 anni. Nato in quella Porto Maurizio che di lì a poco sarebbe confluita nel nuovo comune di Imperia, orfano di padre (morto nella Grande guerra), riuscì con grandi sforzi della madre a frequentare il liceo e a laurearsi in medicina a Bologna nel 1943, entrando subito dopo nelle fila del Partito Comunista clandestino.
Rientrato in Liguria, cominciò ad esercitare la professione medica fino all’8 settembre, quando fondò la prima brigata partigiana della zona e assunse il nome di battaglia di U megu, il medico, che era già il soprannome con cui era noto in città.
In quei primi mesi si distinse in due modi: prima si oppose alla fucilazione di due fascisti catturati e condannati dal tribunale militare, affermando che aveva studiato «vent’anni per salvare la vita di un uomo e ora voi volete che io permetta di uccidere?»; poi scrisse il testo diFischia il vento, una delle canzoni partigiane più famose, facendola cantare sulla musica della sovietica Katjuša.
«IL CAPO SONO IO»
Purtroppo la sua generosità gli fu fatale: uno dei due fascisti che lui aveva salvato dalla morte e che aveva accudito per giorni scappò e guidò le Brigate Nere sulle tracce dei partigiani; durante lo scontro Cascione fu ferito ma ordinò al resto della squadra di mettersi in salvo e lasciarlo indietro; uno dei suoi compagni però tornò a prenderlo, venendo catturato dai fascisti e subito torturato perché confessasse dov’era il comandante; a quel punto Cascione si fece avanti, gridando «Il capo sono io» e finendo crivellato di colpi. Era il 27 gennaio 1944. Subito dopo la notizia della sua morte si diffuse in tutta la Liguria e molti giovani furono spinti proprio dal suo sacrificio ad entrare nelle fila dei partigiani; tra di loro, per sua stessa ammissione, il ventenne Italo Calvino.
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storia triste e generosa
Bella quella foto del neo-dottore Felice Cascione ( in giacca doppiopetto, cravatta e baffi ) in via Rizzoli a Bologna! Sì, una persona giusta in un periodo ‘ferocemente sbagliato’.