LE SCIENZE GIUGNO 2015::: ” NELLE PROFESSIONI CREATIVE C’E’ UNA PARTE SUPERIORE ALLA ASPETTATIVE DI PERSONE CHE HANNO COINVOLGIMENTI CON PARENTI/ FAMIGLIARI CON DISTURBI O MALATTIE MENTALI FRANCHE // LEGATE SIA ALL’AUTISMO E ALLA SCHIZOFRENIA DIA AI DISTURBI BIPOLARE—CERTAMENTE, MI SBAGLIO, MA NON MI PARE UN DATO NUOVO::: CONTA DIRE CHE SE UN ARTISTA PUO’ ESSERE ANCHE MATTO, O MATTO PROPRIO /// NON E’ DETTO CHE OGNI MATTO SIA CREATIVO : PURTROPPO PUO’ ESSERE CREATIVO ” SOLO ” NEL PRODURRE LA SUA MALATTIA!

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un artigiano-artista che lavora bene vicino a casa nostra…

 

CHIARA:  dal testo molte cose mi sono risultate scure, cercheremo meglio…e poi se c’è qualcosa da dire di importante, la diremo.

 

 

Autoritratto

Dei tanti autoritratti del pittore, questo è dipinto nel settembre 1889 nel manicomio di Saint Remy, quando il pittore s’era appena ristabilito da una lunga crisi di follia durata due mesi, e durante la quale tentò di uccidersi ingerendo i colori. A proposito di questa tela, Van Gogh scriverà al fratello Theo: “Noterai come l’espressione del mio viso sia più calma, sebbene a me pare che lo sguardo sia più instabile di prima”. Antonin Artaud, grande ammiratore dell’opera di Vincent, commentando quest’opera, dirà: “Uno sguardo che colpisce per immediatezza”.

 

 

 

Le Scienze

 

8 giugno 2015

 

La creatività e alcuni disturbi psichiatrici condividono le stesse radici genetiche: è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience” da Kari Stefansson, dell’Università di Amsterdam, e colleghi di una collaborazione internazionale.

Una ricca aneddotica storica riferisce la presenza in molti artisti di una vena di follia o di un vero e proprio disturbo mentale. Gli studi epidemiologici moderni mostrano invece un fenomeno leggermente diverso: nelle professioni creative c’è una prevalenza superiore alla norma di parenti di soggetti affetti da schizofrenia o disturbo bipolare.

Stessi geni per creatività e disturbi mentali

Questi risultati indicano il possibile coinvolgimento di più geni, che all’interno di una famiglia possono esprimersi in alcuni casi come disturbo psichiatrico e in altri come vena creativa. Finora tuttavia non era chiaro quanta parte di questa correlazione statistica fosse da attribuire alla genetica e quanta alle condizioni ambientali comuni.

Stefansson e colleghi hanno analizzato i dati raccolti nel corso di ampi studi genetici su 150.000 soggetti sani o affetti da schizofrenia e disturbo bipolare. Hanno così scoperto che le varianti genetiche che in questi studi risultavano associate a un maggior rischio di disturbi mentali erano predittive delle stesse patologie in un’altra popolazione, costituita da 86.292 soggetti islandesi.

Le stesse varianti hanno permesso di prevedere, nella popolazione islandese considerata, quali soggetti sani dal punto di vista psichiatrico appartenessero ad associazioni artistiche nazionali di attori, danzatori, musicisti, artisti visivi e scrittori. Lo stesso tipo di riscontro è stato documentato in 8.893 soggetti svedesi e 18.452 olandesi impegnati in professioni creative.

La correlazione statistica è risultata valida controllando
tutti gli altri possibili fattori in grado di influenzare il risultato come il quoziente intellettivo, il livello di scolarità e il grado di parentela con i soggetti affetti da schizofrenia o disturbo bipolare.

“Abbiamo usato gli strumenti della genetica moderna per far luce su un meccanismo fondamentale di funzionamento del cervello”, ha spiegato Stefansson. “I risultati di questo studio non dovrebbero sorprendere, poiché per essere creativi occorre pensare in modo diverso dalla massa, e precedenti studi hanno dimostrato che è ciò che fanno i portatori di fattori genetici che predispongono alla schizofrenia”.
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Le varianti genetiche che predispongono al rischio di schizofrenia e disturbo bipolare sono molto frequenti tra le persone che svolgono un’attività creativa. Lo ha stabilito uno studio su 150.000 soggetti, confermando ancora una volta la correlazione tra creatività e disturbi mentali(red)

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