http://www.eni.com/it_IT/home.html
Eniday
Pubblicato il 30 Agosto 2015, 15:00
Ultimo aggiornamento il 21/02/2016, 15:30
I primi passi di Zohr
Il più grande giacimento di gas nel Mar Mediterraneo
Il Ministero del Petrolio e delle Risorse Minerarie egiziano ha approvato l’assegnazione a Eni, da parte della Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS), del Contratto di Sviluppo di Zohr (Zohr Development Lease). Il piano di sviluppo prevede l’inizio della produzione entro la fine del 2017, a soli due anni dalla scoperta, con un aumento progressivo fino a raggiungere un volume di circa 75 milioni di metri cubi standard di gas al giorno (equivalenti a circa 500 mila barili di olio equivalente al giorno) entro il 2019.
Zohr, con un potenziale fino a 850 miliardi di metri cubi di gas in posto e un’estensione di circa 100 chilometri quadrati, rappresenta la più grande scoperta di gas mai effettuata in Egitto e nel Mar Mediterraneo e può diventare una delle maggiori scoperte di gas a livello mondiale. Questo successo esplorativo offrirà un contributo fondamentale nel soddisfare la domanda egiziana di gas naturale per decenni e conferma come il paese sia ancora oggi al centro delle strategie internazionali del gruppo: un’alleanza che continua da oltre 60 anni.
Il commento dell’AD Claudio Descalzi
Eniday: #Nessundorma
Un viaggio lungo tre anni insieme ad un team straordinario di geologi, geofisici, ingegneri di perforazione e di logistica, esperti di Ict e di valutazioni economiche che è giusto raccontare dall’interno…
Le nostre attività
Eni è presente nel Paese dal 1954 e oggi è il primo operatore internazionale di idrocarburi.
Fotogallery
Le tappe della nostra presenza nel Paese
Oro Nero sul Mar Rosso
Il film del 1962, con la regia di Vittorio Gallo, offre un panorama delle attività della COPE, Compagnie orientale des petrole d’Egypte. Il documentario mette in risalto la “formula Mattei“, l’integrazione tra tecnici e lavoratori egiziani ed italiani, il rispetto per la fede musulmana con la costruzione di una piccola moschea nel campo petrolifero. Il documentario è stato realizzato anche in lingua araba.
Formula Mattei
Nel dicembre 1954 l’accordo con l’Egitto scuote dalle fondamenta lo scenario petrolifero mondiale.
A fronte dei contratti di stampo “colonialistico” praticati dalle grandi compagnie petrolifere, Eni fin dagli anni Cinquanta scelse di riequilibrare il regime normativo vigente e stabilire un rapporto paritario con i paesi produttori, creando le basi di un modello di sviluppo economico responsabile.
L’intesa contempla la partecipazione diretta e la parità decisionale dei paesi produttori di greggio attraverso la costituzione di società miste e un’attività permanente di training professionale per la formazione e l’addestramento di quadri e manager locali. “Il petrolio è loro” amava dire Mattei, nella convinzione che fosse necessario rendere autonomi i paesi produttori dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico, scegliendo la via del dialogo e del rispetto delle culture.
Questa relazione è la base di quello che oggi Eni definisce come impegno per lo sviluppo sostenibile.
L’Egitto del futuro cerca l’autonomia energetica
Per riportare i tassi di sviluppo al periodo pre-rivoluzione, il presidente egiziano Al Sisi punta sullo sviluppo del settore energetico per ridurre, entro cinque anni, la dipendenza del Paese da risorse esterne, sfruttando al meglio i giacimenti di gas e petrolio individuati nell’area del Delta del Nilo e portando a termine, in tempi record, il progetto di ampliamento del Canale di Suez.
Nonostante le tensioni politiche interne ancora forti, al Sisi ha potuto approvare e portare avanti negli ultimi mesi piani ambiziosi, soprattutto in campo economico, per restituire al Paese un ruolo centrale nei delicati equilibri geopolitici regionali e sfruttare allo stesso tempo un potenziale energetico ancora inespresso.
Approfondisci
ABO: speciale Oil book
Sfoglia l’Oil Book dedicato all’Egitto. Un grande passato e uno sviluppo tutta da costruire. Una lettura interattiva con informazioni, dati, analisi e approfondimenti inerenti l’Egitto, un Paese strategico per il difficile quadro mediorientale.
Con tutti questi affari miliardari in Egitto, credo che la morte del povero Regeni resterà uno dei tanti casi irrisolti, misteriosi ma non troppo.
Sempre per l’imprescindibile, irrinunziabile, imprevedibile rubrica ” Non c’entra niente”, Segnalo un libro; ” I nazisti della porta accanto”, di Eric Lichtblau, premio Pulitzer. ed. Boringhieri. Dopo il 1945 molti adepti di Hitler, collaborazionisti e tedeschi, spie e scienziati, potevano fare comnodo nella guerra fredda contro l’URSS. Quindi Cia e Fbi scelsero di accoglierli negli USA. Peccato che tra essi ci fossero individui responsabili di crimini su cui si preferì chiudere un occhio e anche due. ( da “Il Corriere della Sera” del 21 gennaio 2016, pag.41)
La cultura può essere pericolosa in molti sensi, non solo perché nel suo compito più nobile risveglia e incita le umane coscienze verso il bene e il vero ( e ciò può rovinare carriere consolidate , anime candide e credule, giovani ignari della realtà) ma perché materialmente può colpire in modo subdolo e maligno: ieri, tentando di mettere al suo posto un libro in uno scaffale un po’ alto nella libreria, un volume del tutto secondario e probabilmente inutile per l’umana edificazione morale, mi ha colpito subdolamente di costa sul setto nasale, producendomi subito un dolore acuto là dove la fronte si allunga nell’organo dell’odorato. Un vistoso bozzo mi è rimasto a perpetuo monito che la cultura può essere seriamente perniciosa se maneggiata da mani che non sono all’altezza.