Sandro Bajini:……. ” Hanslick e il “Bello musicale”……
< La musica esprime dei sentimenti o almeno delle emozioni? La risposta è negativa da oltre un secolo e mezzo, da quando nel 1854 Eduard Hanslick, nel suo libro “Il bello musicale”, stroncò l’estetica romantica e il mito wagneriano dell’unità delle arti. La musica, sosteneva il musicologo austriaco, non ha un contenuto, non esprime nulla che sia verbalizzabile, è un’arte del tutto formale, indipendente da tutte le altre, e ha in sé le proprie leggi. A suffragio della propria tesi, Hanslick faceva un esempio, rifacendosi al mito di Orfeo e all’opera di Gluck “Orfeo ed Euridice”. Come sanno tutti, Orfeo, dopo la morte dell’adorata fanciulla, chiede agli dei di farla ritornare in vita. Impietositi, essi acconsentono ma a condizione che Orfeo, sceso agli inferi, la prenda con sé senza guardarla. Orfeo accetta la sfida ma non resiste alla tentazione ed Euridice muore per la seconda volta. Nell’opera gluckiana Orfeo, disperato, canta la famosa aria: “Che farò senza Euridice!” (atto III). Ma se il libretto di Ranieri de’ Calzabigi, anziché seguire il mito classico, avesse previsto il contrario (“Che farò con Euridice”), l’aria, secondo Hanslick, sarebbe andata bene lo stesso. La melodia e il tempo di esecuzione sarebbero rimasti immutati e soltanto le parole avrebbero dato alla melodia un contenuto: di tristezza nel primo caso e di felicità nel secondo. […]>
Da Mellonium, rivista musicale a cura di Marco Scolesi, Febbraio 2016