http://dizionari.corriere.it/dizionario-si-dice/D/dentro-fuori.shtml
DENTRO, FUORI, SU, GIÙ
- “Entra dentro!”, “Esca fuori!”, “Salga su!”, “Scendi giù!”… Uno potrebbe chiedersi: non si tratta di una ripetizione inutile? È ovvio che chi entra, entra dentro, chi esce, esce fuori e così via.
- Bisogna fare innanzi tutto una distinzione: quando dentro, fuori, su, giù sono usati come preposizione la loro presenza è più giustificata, anche se non indispensabile: “entrò dentro il bosco” oppure “dentro al bosco”; “uscì fuori dell’uscio” oppure “fuori dall’uscio”; “salì sulla panca”, “scese giù dall’albero”.
- Quando invece sono usati come avverbio, tipo: “entrò dentro, e si guardò attorno”; “esca subito fuori!”; “salì su, e si affacciò alla finestra”; “scendi giù, se non vuoi romperti il collo!”, la risposta è semplice: sono qui aggiunti al verbo per dare maggior forza alla frase. Sono cioè usati in funzione intensiva. A un seccatore maleducato più che un semplice “esca!” ci può venir fatto di dire “esca fuori!”; una madre che veda il figlio arrampicato su una scala pericolosa non si limiterà a dire un semplice “scendi!”, ma piuttosto uno “scendi giù!”, dove quel giù sembra aggiungere la forza dell’emozione, sperando che tutto vada bene.
- Ciò detto a difesa dell’enfasi, è anche giusto aggiungere che a volte l’effetto maggiore è ottenuto con la concisione di un ordine che non ammette discussioni, impartito con voce ferma: “Esca.” Oppure “Scendi.” Senza urlare; e anche senza il punto esclamativo.
Condividi