09:06 IL COLPO DI STATO AVVENNE IN REALTA’ IL PRIMO DI APRILE 1964 —MA PER OVVIE RAGIONI FU RETROCESSO AL 31 MARZO…(bardelli)

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Più Brasil – PÁTRIA MINHA DI VINÍCIUS DE MORAES

31Pubblicato il 31 mar 2014

Più Brasil ricorda il 50 anni del colpo di stato militare in Brasile con questa bellissima poesia di Vinicius de Moraes recitata da Carolina Ferrari.

Traduzione della poesia in italiano:

Patria Mia
La mia patria è come se non fosse, è intima
Dolcezza e voglia di piangere , è un bambino che dorme
E ‘ la mia patria . Pertanto , in esilio
Guardando mio figlio che dorme
Piango di nostalgia per la mia patria.

Se mi chiedete cos’ è la mia patria , io dirò :
Non lo so. In realtà, non lo so
Come , quando e perché la mia patria
Ma so che la mia patria è la luce , il sale e l’acqua
Che elaborono e liquefanno il mio dolore
Su lunghe lacrime amare .

Voglia di baciare gli occhi della mia patria
Di metterla a ninna, di passare la mano tra i suoi capelli …
Voglia di cambiare i colori del suo vestito ( verdeoro ) così brutti
Dalla mia patria, la mia patria senza scarpe
E senza calze , la mia patria
Così poverina !

Perché ti amo così tanto , patria mia , io che non ho
Patria , io seme nato dal vento
Io che non vado e non torno , ma rimango
In contatto con il dolore del tempo , io elemento
Collegamento tra l’azione e il pensiero
Io, filo invisibile nello spazio di tutti gli addii
Io, il senza Dio !

Io ho te in me, intanto, come un gemito
Di fiore; ti considero come un amore morto
A chi si è giurato; io ho te come una fede
Senza dogma; Io ho te in tutto quello che non mi sento a modo
In questa camera straniera con un camino
E senza fortuna

Oh , mia patria , mi ricordi di una notte nel Maine , Nuova Inghilterra
Quando tutto passò ad essere infinito e nulla terra
E vidi alfa e beta di Centauro scalare il monte fino al cielo
Molti mi sorprenderono fermo nel campo senza luce
In attesa di vedere sorgere la Croce del Sud
Che io sappia , ma il sole sorgeva …

Fonte di miele, triste creatura , patria mia
Amata , idolatrata , salve, salve!
Che più dolce speranza incatenata
Il non potere dirti: attenda
Non tardo !

Voglio vederti , patria mia , e per
Riverderti ho dimenticato tutto
Fui cieco , zoppo , sordo, muto
Ho visto la mia umile morte faccia a faccia
Ho strappato poemi, donne, orizzonti
Sono diventato semplice, senza fonti

Patria mia … La mia patria non è ornata e non ostenta
Labaro, no; la mia patria è desolazione
Di percorsi; la mia patria è la terra assetata
E la spiaggia bianca; la mia patria è il grande fiume secolare
Che beve nubi e mangia terrra
E urina il mare

Più che la più elegante, la mia patria ha
Qualcosa di caldo, un volere bene , un bene
Uno”libertas quae sera tamem”
Che un giorno ho tradotto in un esame scritto :
“Libera, ed un giorno lo sarai anche tu!”
E ripeto !

Metto al vento l’orecchio e sento la brezza
Che giocca con i tuioi capelli e ti leviga
Patria mia , e profuma la tua terra…
Che voglia di adormentarmi
Tra le tue dolci colline, patria mia
Veglio la fame nel tuo grembo
E il batuque del tuo cuore .

Io non te lo dirò il nome , patria mia
Il tuo nome è patria amata, è piccola patria
Non fa rima con dolce madre
Vivi in me come una figlia, che tu sei
Un’isola di tenerezza : l’Isola
Brasile , forse .

Ora chiamerò l’amica cotovia
E chiederò di dire al rouxinol del giorno
Che chieda al sabiá
Per portarti presto questo avigrama :
“Patria mia, nostalgia di chi ti ama”
Vinicius de Moraes . ”

***
batuque: danza di origine africana
cotovia, rouxinol e sabiá : uccelli
avigrama: una specie di “telegramma” creato dall’autore
traduzione a cura di Sarah Urbanetz

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