FRANCO BECHIS
a nostro parere è uno che quando parla, vale starlo a sentire:
questa la sua formazione che mi pare di tutto rispetto!
nasce a Torino nel 1962
Laureato nel 1985 in filosofia all’Università degli Studi di To –ino, successivamente inizia la carriera come giornalista economico.
Inizia nelle radio e tv private di Torino. Dopo uno stage a “Mondo Economico”, settimanale del “Sole 24 Ore”, viene assunto al «Sabato» per la pagina economica; nel1989 passa a «MF Milano Finanza», (direttore Pierluigi Magnaschi). Dopo due anni è redattore capo. Trascorre qualche mese alla «Repubblica» poi torna a MF, di cui assume la vicedirezione nel 1994 e la direzione nel 1999.
Ha pubblicato per Newton Compton “In nome della Rosa”, la storia della casa editrice Mondadori scritta con Sergio Rizzo, e successivamente per la stessa casa editrice “Onorevole l’arresto”, sulle autorizzazioni a procedere per Tangentopoli. Per la casa editrice palermitana Arbor ha scritto “Le signore delle tangenti” insieme a Monica Mondo e “RubeRai”, storia di 40 anni di sprechi nella tv di Stato.
Dal 2 dicembre 2002 al 2006 è direttore responsabile del «Tempo». Dal 2006 al 2009 dirige «Italia Oggi», mentre dall’agosto del 2009 è vicedirettore di Libero[1].
Scalfari, Bertinotti, Pomicino. Ecco i papponi del vitalizio
Un’inchiesta di Bechis svela lo spread tra i contributi versati e il vitalizio percepito dagli ex parlamentari
Un’inchiesta di Bechis svela lo spread tra i contributi versati e il vitalizio percepito dagli ex parlamentari
“Pochi se lo ricorderanno. Eugenio Scalfari, il più famoso giornalista italiano vivente, è stato anche un politico in una parte assai breve della sua lunga carriera.
Eletto nel partito socialista, fece il deputato fra il 1968 e il 1972, quattro anni prima di fondare Repubblica”. Inizia con un j’accuse contro il fondatore di Repubblica l’inchiesta di Franco Bechis su Libero sui vitalizi degli ex parlamentari che, nel corso degli ultimi decenni, hanno percepito molto di più di quanto hanno versato.
Grazie a questi pochi anni da deputato Scalfari prende ogni mese un assegno lordo di 2.162,52 euro. “Non è un granché, e Scalfari – scrive Bechis – manco se ne accorgerà: le sue finanze dipendono sicuramente da altro. Però tutti insieme quegli assegnini- il famoso vitalizio degli ex onorevoli- hanno fatto negli anni un assegnone, superiore ai 908mila euro”. Una cifra ben superiore di quella che “la Camera stessa gli aveva messo da parte durante quella legislatura che fu pure sciolta anticipatamente”. “Fra quello che allora fu versato e quello negli anni incassato – spiega Bechis – c’è una differenza da 847mila euro, che mettono Scalfari ai primi posti della classifica dei re del vitalizio. Anche merito della sua buona salute e della evidente longevità”.
Gli ex parlamentari, anche quelli che magari hanno fatto solo una o due legislature, si ritrovano ugualmente un gran bel vitalizio. In base alle vecchie regole, poi, si poteva percepire il vitalizio anche a 50 anni, mentre ora la pensione da politico spetta a 65 anni con soli 5 anni di contributi, e a 60 anni con 10 anni. Altri nomi illustri sono quelli di PaoloCirino Pomicino che è rientrato in Parlamento anche nella Seconda Repubblica e per il quale “fra il vitalizio preso fino al 30 aprile scorso e i contributi versati (che per lui non sono pochi) c’è comunque una differenza di 775 mila euro a suo favore. Dovuta all’assegno che è più del doppio di quello di Scalfari: 5.231,07 euro lordi al mese”. Pure l’ex campione del Milan Gianni Rivera gode di un vitalizio che supera i 5 mila euro che, considerati i contributi versati, “gli ha dato “un vantaggio di 547mila euro”. L’ex ministro Giuseppe Guarino, invece, che ci ha guadagnato 496mila euro, mentre Sandra Bonsanti, ex giornalista di Repubblica, ha uno spread a suo favore di 411mila euro di spread. Per Vittorio Dotti, avvocato ed capogruppo di Forza Italia nel ’94, c’è un guadagno pari a 310mila euro. Tra gli altri nomi illustri anche Chiara Ingrao, l’avvocato Carlo Taormina, Fausto Bertinotti e Sergio Chiamparino che, secondo i calcoli di Bechis, hanno “un dividendo da vitalizio che supera i 100 mila euro e arriva fino a 200 mila”.