TO BET –BETTING – = SCOMMETTERE / GIOCARE D’AZZARDO
DA L’ESPRESSO IN EDICOLA O SU GOOGLE+ (LINK SOTTO Al FONDO)
La ‘ndrangheta fa poker a Malta
Le cosche lucrano sul gioco d’azzardo on line
La malavita calabrese ha trovato una miniera: il gioco in rete gestito dall’isola a sud della Sicilia. Dove ha ottenuto complicità ad altissimo livello
09 settembre 2015
LEGGI L’INCHIESTA INTEGRALE SU ESPRESSO+
A gestire la rete per conto del clan è un gruppo di leoni di questo nuovo affare. Fra loro, c’è chi, a 35 anni, è già manager di importanti società del betting. Per i magistrati, sono uomini a cui la ’ndrangheta ha affidato un incarico. Non è la prima volta che gli inquirenti italiani scoprono interessi mafiosi a Malta. Ma per la prima volta affiorano complicità che lambiscono la politica e toccano gli ambienti finanziari.
Tra gli indagati dell’inchiesta Gambling c’è Iusif Galea, faccendiere con un passato nell’autorità maltese di vigilanza sulle scommesse e un tempo legato all’ex commissario europeo John Dalli, l’unico commissario costretto a dimettersi per un’indagine avviata dall’Olaf (l’ufficio antifrode dell’Ue) e poi archiviata. Un altro nome che compare nei documenti in mano ai pm dell’antimafia calabrese è quello di David Gonzi. Il figlio dell’ex primo ministro che con il padre ha fondato uno degli studi legali e di consulenza più prestigiosi dell’isola, con una specializzazione nel settore del betting. Anche il giovane rampollo Gonzi è tra gli indagati. Sia Gonzi sia Galea sono finiti nel mirino degli investigatori per i loro ruoli in una delle due società maltesi utilizzate dagli imprenditori reggini per la raccolta dei soldi delle scommesse.
A fare da trait d’union fra la Malta che conta e la ’ndrangheta è Mario Gennaro, ex rapinatore della periferia nord di Reggio, che grazie al poker ha agganciato professionisti e politici, che gli hanno consentito di organizzare un torneo sovvenzionato dall’amministrazione di Giuseppe Scopelliti, ma anche professionisti del betting come Riccardo Tamiro, ex responsabile per la Gran Bretagna della Betshop, approdato in seguito a Malta dove si è affermato come consulente della Aycons, monopolista del settore delle scommesse sportive, nonché come nome e volto della Skirmony, che controlla direttamente la società di scommesse maltese Gamelux.
Tamiro non è indagato nell’inchiesta della procura reggina, ma nella carte viene citato più volte. «Dietro Mario Gennaro», scrive il gip, «c’è la ’ndrangheta, che lo ha prima allevato e poi elevato a referente nel mercato dei giochi». Una rete in cui sembrano essere rimasti impigliati anche nomi noti dell’establishment maltese. E, forse, non solo maltese.
L’inchiesta integrale su l’Espresso in edicola da venerdì 11 e già online su Espresso+