15:15 ” Migranti, 200 profughi in cammino da Budapest a Vienna-“–IL TRENO E’ SEMPRE BLOCCATO A BRICSKE—ANSA.IT

 

http://www.ansa.it/

 

 

 

Migranti attraversano a piedi il ponte Erzsebet a Budapest (ANSA)

 

 

  • ANSA.it
  • Mondo
  • Migranti, 200 profughi in cammino da Budapest a Vienna. Pentagono: ‘Crisi durerà 20 anni’

Migranti, 200 profughi in cammino da Budapest a Vienna. Pentagono: ‘Crisi durerà 20 anni’

Gran Bretagna accoglierà migliaia di rifugiati siriani in più

Redazione ANSABUDAPEST 

04 settembre 201515:02NEWS

Circa 200 rifugiati, fra cui donne e bambini, sono partiti a piedi dalla stazione di Budapest con lo scopo di raggiungere Vienna (a 240 chilometri di distanza). Il gruppo ha attraversato il Danubio e si dirige verso l’autostrada Budapest-Vienna. La polizia accompagna il gruppo fermando il traffico al suo passaggio.

In una lettera alle autorità europee diffusa oggi da Le Monde, di Francoise Hollande e Angela Merkel chiedono la creazione immediata di “hot spot”- centri per migranti e richiedenti asilo – che dovranno essere “pienamente operativi al massimo entro la fine dell’anno”. La creazione dei centri di accoglienza per migranti, richiesti con urgenza dal presidente francese e dalla cancelliera tedesca dovrà essere “accelerata in Italia e in Grecia”, scrivono nella lettera i due leader. Hollande e Merkel si dicono “determinati a difendere Schengen”, il trattato che “garantisce la libera circolazione” in seno all’Ue e “permette agli stati membri di meglio far fronte alle sfide che si trovano davanti”.

L’Alto commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres ha esortato oggi l’Ue a mettere in atto un “programma di ricollocazione di massa” con la partecipazione obbligatoria di tutti gli Stati membri per un numero stimato di circa 200mila rifugiati.

La situazione a Budapest
Prosegue, per il secondo giorno consecutivo, l’impasse tra la polizia ungherese e circa 500 rifugiati che si trovano a bordo di un treno bloccato a Bicske, una città a nordovest di Budapest che ospita uno dei cinque centri del Paese per i richiedenti di asilo. La stragrande maggioranza di loro si rifiuta di andare nel centro, dove le autorità chiedono che vengano registrati. Solo 16 hanno acconsentito volontariamente ieri ad essere registrati, mentre gli altri – che per la maggior parte puntano ad arrivare in Germania – non vogliono chiedere asilo in un Paese economicamente depresso. La polizia ha offerto ai rifugiati acqua, frutta e dolci ma loro hanno rifiutato, gridando “No cibo, no cibo” in segno di protesta. Nel Paese, intanto, nelle ultime 24 ore sono arrivati 3.313 migranti e profughi, segnando un nuovo record per flusso migratorio in una sola giornata. Si tratta di circa mille arrivi in più rispetto alle 24 ore precedenti. La provenienza per lo più da Siria, Afghanistan, Pakistan. Questa mattina l’Alto commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres ha esortato l’Ue a mettere in atto un “programma di ricollocazione di massa” con la partecipazione obbligatoria di tutti gli Stati membri per un numero stimato di circa 200mila rifugiati. “L’Europa sta affrontando il più grande afflusso di rifugiati degli ultimi decenni” e servono “misure urgenti e coraggiose”, ha detto Guterres in una dichiarazione da Ginevra.

L’esodo di migranti e rifugiati dalla Siria e dal Nordafrica verso l’Europa e’ “una emergenza enorme, una crisi reale”, afferma uno dei massimi vertici del Pentagono, il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa.

In una intervista esclusiva alla Abc, Dempesy si e’ quindi detto “preoccupato” e ha sottolineato la necessita’ per tutti di agire “sia unilateralmente che con gli alleati”, considerando cio’ che sta avvenendo “come un problema generazionale” e mettendo sul piatto adeguate risorse che permettano di affrontare la crisi per almeno 20 anni. A proposito della drammatica fotografia del bimbo siriano di tre anni morto su una spiaggia della Turchia, Dempesy ha auspicato che quella immagine “abbia un simile effetto a quella del 1995 del mortale attacco con i mortai alla piazza del mercato di Sarajevo, che spinse verso l’intervento della Nato in Bosnia”, cioe’ spinse la comunita’ internazionale ad agire con maggiore efficacia per trovare una soluzione ad una drammatica emergenza.

Il treno gremito di migranti partito da Budapest verso Sopron, (alla frontiera verso l’Austria) si è fermato a Bicske dove funziona un campo profughi. I poliziotti hanno tentato di far scendere tutti quelli che non hanno documenti ma i profughi si rifiutano e scandiscono “No camp”.  Sono quindi scoppiati tafferugli tra i migranti e la polizia, riferisce la Bbc. Una coppia con un neonato si è sdraiata sui binari, minacciando il suicidio; la polizia ha ammanettato il padre del piccolo costringendo la famiglia a desistere dal gesto.

Altre decine di profughi partiti con un treno da Budapest sono stati fatti scendere a Gyor, nell’Ungheria nordoccidentale, nei pressi del confine con la Slovacchia.

L’asse Merkel-Hollande: quote obbligatorie per i migranti e sanzioni Ue a chi rifiuta

(di Patrizia Antonini)

L’immagine di Aylan, il bimbo siriano di tre anni trovato morto sulla spiaggia di Bodrum, spinge l’Europa ad accelerare le risposte sul dramma dell’immigrazione. Per l’accoglienza dei profughi “l’Unione deve agire in modo decisivo e conforme ai suoi valori”, hanno affermato Francois Hollande e Angela Merkel, che oggi hanno inviato “proposte comuni” all’Ue chiedendo un “meccanismo permanente e obbligatorio” di quote. A Bruxelles Jean Claude Juncker è al lavoro per innalzare la proposta dei ricollocamenti intra-Ue da 40 a 160mila – è possibile che il quoziente dell’Italia salga da 24mila a 50mila – includendo tra i beneficiari, assieme a Italia e Grecia, anche l’Ungheria. Si studia la proposta di un sistema stabile, per quote, dal quale i Paesi più refrattari potranno astenersi, ma con tutta probabilità dietro il pagamento di sanzioni.

Di fatto un superamento del regolamento di Dublino. Le nuove iniziative della Commissione Ue saranno vagliate dal collegio dei commissari di martedì e il presidente dell’esecutivo le presenterà ufficialmente al Parlamento europeo il giorno successivo nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. Ne fanno parte anche un rafforzamento del ruolo di Frontex per i rimpatri e la lista Ue dei Paesi sicuri d’origine. Oltre a Germania e Francia, Juncker ha dalla sua parte ovviamente anche l’Italia. Al termine del suo incontro col premier maltese Joseph Muscat a Firenze, proprio riferendosi alla foto di Aylan, Matteo Renzi ha incalzato: “L’Europa non può perdere la faccia”. “E’ dovere dell’Unione dare una risposta unitaria, che parta dal diritto d’asilo europeo”. E così anche Muscat, che è tornato ad invocare una “soluzione europea”. Lo stesso presidente del consiglio Ue Donald Tusk, che nel vertice dei leader di giugno aveva difeso i Paesi contrari all’obbligatorietà delle quote, ora afferma la necessità di “ricollocare in modo equo 100mila profughi”, mentre l’Alto rappresentante Federica Mogherini, dichiarandosi “stufa dei politici che parlano di emozioni” e si commuovono davanti alle immagini della crisi dell’immigrazione, invita a “prendere le decisioni necessarie”. Finanche il leader britannico David Cameron, tra i più restii ad accogliere i migranti, dopo la foto di Aylan si è detto pronto ad “assumersi le proprie responsabilità”.

Secondo il Guardian, a breve annuncerà che la Gran Bretagna accoglierà migliaia di rifugiati siriani in più, direttamente dai campi profughi dell’Onu. Dall’Ungheria invece, dove oggi i migranti hanno preso d’assalto i treni alla stazione di Budapest per spostarsi verso ovest, continuano le accuse dirette alla Germania. Secondo il premier Viktor Orban, “i leader europei hanno dimostrato chiaramente di non avere la capacità di gestire la situazione”. La crisi dei profughi, ha affermato, non è “un problema europeo ma tedesco”, perché “è lì che tutti i migranti vogliono andare”. Ed ha indicato la difesa delle frontiere come “una questione morale”.

Il vicepremier magiaro Janos Lazar ha rincarato la dose: “La responsabilità dei tumulti alla stazione di Budapest è tutta di Berlino”. Questa volta la cancelliera non ha fatto mancare la sua risposta: “Facciamo ciò che è moralmente e giuridicamente dovuto. Né di più, né di meno”. Domani Orban si incontrerà con gli altri leader del gruppo Visegrad – i premier ceco Bohuslav Sobotka, polacco Ewa Kopacz e slovacco Robert Fico – a Praga, che costituiscono il nocciolo duro del fronte contrario al meccanismo di ridistribuzione per quote. La riunione avverrà mentre al Consiglio Esteri informale Ue a Lussemburgo si discuterà del documento dei ministri italiano Paolo Gentiloni, francese Laurent Fabius, e tedesco Frank Walter Steinmeier con cui si chiede di “rivedere il sistema d’asilo” a causa dei “difetti” del sistema di Dublino, e del probabile passaggio alla “fase 2” della missione navale europea antiscafisti. Intanto Bruxelles ha preso contatti con le autorità di Praga chiedendo chiarimenti per le immagini di quei numeri tracciati dalla polizia, col pennarello, come marchi, sulle braccia dei migranti. Un altro pugno nello stomaco per il Vecchio Continente.

 

 

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *