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Nas, sequestri nel nord Italia: bovini “dopati” per produrre più latte

Ai bovini venivano somministrati farmaci per incrementare la produzione di latte fino al 20%: le sostanze però sono pericolose per la salute umana.


CRONACAITALIAULTIME NOTIZIE 4 SETTEMBRE 2015 09:13 di Davide Falcioni
I carabinieri del Nas, nucleo anti sofisticazione, hanno stroncato un traffico di farmaci illeciti che venivano somministrati a bovini per incrementare del 20% la produzione di latte. L’operazione chiamata ‘Via Lattea’ fa seguito alle perquisizioni effettuate il 24 ottobre 2014 e il 17 marzo 2015 all’interno di ditte commerciali ed agricole del Nord Italia: sono stati denunciati  un veterinario e di due agenti di commercio, mentre sono stati posti sotto sequestro 16 allevamenti e ben 4 mila capi di bestiame. 80 mila litri di latte sono stati sottoposti a vincolo sanitario, mentre sono stati sequestrate 1.700 confezioni di farmaci veterinari per bovini e suini e 10 fusti – per un totale di 130 litri – di prodotto medicamentoso per uso veterinario. Nella mani dei carabinieri anche 15 fiale di somatotropina, 55 chili di farmaci illegali, nonché 15 ricettari per prescrizioni medico-veterinarie e timbri di medici veterinari ed aziende, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.

I Nas, in una nota diffusa ieri – spiegano come in particolare la somatotropina è somministrata, mediante iniezione, nella parte posteriore dei bovini, vicino alla coda, a intervalli regolari di circa quindici giorni, con lo scopo di incrementare anche fino al 20% la produzione di latte che rimane contaminato dall’ormone dannoso per la salute del consumatore, con conseguente potenziale sviluppo di malattie endocrine e di patologie tumorali. I carabinieri aggiungono: “L’ingente quantitativo di farmaci veterinari sequestrati, nonché i timbri ed ricettari dei medici rinvenuti all’esito di perquisizione domiciliare, dimostrano l’esistenza di un mercato clandestino di farmaci illegali per animali destinati all’alimentazione umana, somministrati senza alcun controllo veterinario”.
I Nuclei anti sofisticazione avvertono: “Tali pratiche illegali sono pericolose per la salute dei consumatori anche perché possono comportare la presenza di residui medicinali nel latte e nelle carni, determinando il cosiddetto fenomeno dell’antibiotico resistenza”.

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