anche Didì è stato subito separato dalla mamma…qui avrà due mesi—una parte passati al negozio —quando è venuto ” a noi “. Siamo in dicembre e c’è il riscaldamento centrale, un po’ abbassato rispetto agli anni scorsi, ma nessuno si lamenta. Con questi disturbi nuovi ( da quasi 4 anni, sì conto…anche i minuti, perché il dolore! ) ho sempre freddo. Ho comprato una stufetta al Super 12 euro che funziona da due anni tenendola sempre accesa nell’inverno. L’ho messa nell’entrata che è una stanza, piccola ma spaziosa, e Didì ne ha fatto la sua cuccia. Alla notte però veniva a dormire con me. Per più di sei mesi è sempre stato con me: ero la nonna giusta per lui, le due carenze “abissali” si sono saldate, se si può dire. Lui è cresciuto come un cagnetto senza trascorsi (sapete cosa succede a quei poveretti che li mettono sui camion stipati, c’è chi muore, e poi il bagno li mettono in una conca tutti assieme e usano una gomma da giardino…con quell’acqua bella fresca!—racconto di chi ha avuto testimonianza, per cui—senza lavoro –questa dott. ha rifiutato l’impiego. )–Lo trovate un po’ malinconico? Qui però, a quel caldo equatoriale, sta per addormentarsi.
Sapete è stato talmente amato che ha acquisito il senso dei suoi diritti umani: così li chiamo io, ma altri li chiamerebbero “capricci”, maleducazione. Adesso lui qui a Sanremo vive quasi sempre sul nostro letto, l’altro giorno la ragazza, volendo fare il letto, l’ha sbattuto giù gentilmente tirandolo giù con la coperta. Ma lui “la” ha abbaiata. Così con Nicolo’, sopporta quasi tutto, ma quando il bambino eccede si difende con la stessa violenza o quasi: un graffio vicino al naso, per esempio, ma poteva toccare gli occhi. Nicolo’ è un bambino che sta vivendo la sua età, il difficile passaggio da due a quattro cinque anni anni, in cui accanto all’amore si sveglia la crudeltà. Io lo vedo che con la mano gli fa una carezza…che si allunga in uno sgarbetto. Infatti, se sono lì, lo avviso…attenzione attenzione alla fine.
racconto preso da:
http://www.ghiandolapineale.it/files/il_gigante.htm (niente pagine per chi volesse vedere)
IL DIARIO DI UN CANE (potrebbe adattarsi anche ad un GATTO)
Settimana 1:
Oggi, è una settimana che sono nato.
Che gioia essere arrivato in questo mondo!
Mese 1:
Mia mamma mi accudisce molto bene, è una mamma esemplare.
Mese 2:
Oggi, sono stato separato dalla mamma. Era molto inquieta e mi ha detto addio con lo sguardo. Speriamo che la mia nuova “famiglia umana” si occupi così bene di me, come l’ha fatto lei.
Mese 4:
Sono cresciuto in fretta, tutto mi attrae e m’interessa. Ci sono parecchi bambini in casa; sono per me, dei “fratellini”. Siamo dei monelli, mi tirano la coda e li mordo per giocare.
Mese 5:
Oggi, mi hanno sgridato. La mia padrona mi ha ripreso perché ho fatto “pipi” dentro in casa, ma non mi avevano mai detto dove dovevo farla. Inoltre, dormo nella “riserva”… e non protesto!
Mese 12:
Oggi ho compiuto un anno. Sono un cane quasi adulto. I miei padroni dicono che sono cresciuto più di quello che immaginavano. Ah, come devono essere orgogliosi di me!
Mese 13:
Oggi mi sono sentito molto male. Il mio “fratellino” ha preso la mia palla. Io non prendo mai i suoi giocattoli. Allora, me la volevo riprendere. Ma le mie mascelle sono diventate troppo forti e l’ho ferito senza volerlo. Dopo la paura, mi hanno incatenato; non posso quasi più vedere il sole. Dicono che mi tengono d’occhio, che sono un ingrato. Non capisco niente di quello che sta succedendo.
Mese 15:
Tutto è diverso… vivo sul balcone. Mi sento molto solo, la mia famiglia non mi ama più. A volte dimenticano che ho fame e sete. Quando piove, non ho un tetto dove ripararmi.
Mese 16:
Oggi mi hanno fatto scendere dal balcone. Ero certo che la mia famiglia mi avesse perdonato; ero così contento che saltavo dalla gioia. La mia coda si muoveva in tutti i sensi. Oltretutto mi hanno portato con loro per una passeggiata. Abbiamo preso la direzione dell’autostrada e, di colpo, si sono fermati. Hanno aperto la portiera dell’auto e sono sceso tutto contento, credendo che stavamo per trascorrere la giornata in campagna. Non ho capito perché, ma hanno richiuso la portiera e sono partiti. “Ehi, aspettate! mi state dimenticando!” …mi sono messo a correre dietro l’auto con tutte le mie forze. La mia angoscia aumentava quando mi accorgevo che stavo per svenire e… non si fermavano: mi avevano dimenticato.
Mese 17:
Ho tentato invano di ritrovare la strada per casa “mia”, ma sento che mi sono perso. Sul mio cammino trovo persone di buon cuore che mi guardano con tristezza e mi danno un po’ da mangiare. Li ringrazio con lo sguardo e dal profondo del mio cuore. Mi piacerebbe che mi adottassero; sarei leale e fedele come nessuno al mondo. Ma dicono solo “povero, piccolo cagnolino, si sarà perso!”
Mese 18:
Qualche giorno fa, sono passato davanti a una scuola e ho visto tanti bambini e giovani come i miei “fratellini”. Mi sono avvicinato e un gruppetto, ridendo, mi ha lanciato una pioggia di sassi per “vedere chi aveva la mira migliore”. Una della pietre mi ha rovinato un occhio e da quel giorno non ci vedo più da quella parte.
Mese 19:
Non ci crederete, ma la gente aveva maggiore pietà per me quando ero più bello. Adesso sono molto magro, il mio aspetto è cambiato. Ho perso un occhio e la gente mi fa scappare a colpi di scopa quando provo a trovare un piccolo riparo all’ombra.
Mese 20:
Non mi muovo quasi più. Oggi, tentando di attraversare la strada dove circolano le auto, mi hanno preso sotto. Pensavo di essere al sicuro in quel luogo chiamato fosso, ma non dimenticherò mai lo sguardo soddisfatto dell’autista che si è addirittura buttato di lato per schiacciarmi. Almeno mi avesse ucciso. Ma mi ha solamente rotto l’anca. Il dolore è terribile, le mie zampe dietro non reagiscono più e mi sono issato con molta difficoltà, verso un po’ d’erba ai lati della strada.
Mese 21:
Sono 10 giorni che sto sotto il sole e la pioggia, senza mangiare. Non mi posso muovere. Il dolore è insopportabile. Mi sento molto male; è un luogo umido e direi che il mio pelo sta cadendo. La gente passa, nemmeno mi vedono, altri dicono “non ti avvicinare”. Sono quasi incosciente, ma una forza strana mi fa aprire gli occhi… la dolcezza della sua voce mi ha fatto reagire. Lei diceva” povero piccolo cane, in che stato ti hanno ridotto”… con lei c’era un signore con una veste bianca, mi ha toccato e ha detto “mi dispiace, cara signora, ma questo cane è incurabile, è meglio mettere fine alle sue sofferenze”. La signora gentile si è messa a piangere ma ha approvato.
Non so come, ma ho mosso la coda e l’ho guardato, ringraziandolo per aiutarmi a trovare finalmente riposo. Ho sentito solo la puntura della siringa e mi sono addormentato per sempre chiedendomi perché fossi nato se nessuno mi voleva.
Bello questo racconto e, come dici tu, purtroppo vero in molti casi.