08:15 DA NEMO! INTERVISTA A FRANCESCHINI (CULTURA) DI DARIO PAPPALARDO (REP. DI IERI, pag. 37) —–

CULTURA
Intervista al ministro Franceschini dopo le polemiche sul progetto per il monumento e la riforma della pubblica amministrazione
“Il Colosseo non sarà un’arena rock”
DARIO PAPPALARDO
«Il Colosseo non diventerà Las Vegas. La proposta che lo riguarda è frutto della Soprintendenza archeologica di Roma, non di un mio raptus». Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini risponde alle polemiche. La Conferenza unificata delle Regioni ha approvato ieri il piano da 80 milioni di euro per finanziare 12 grandi progetti. Primo fra tutti – con 18,5 milioni – quello dell’arena del Colosseo, che si aprirà anche agli spettacoli.
«Finalmente in questo Paese si comincia a investire sulla valorizzazione», dice il titolare del Mibact.
Ministro, c’era davvero bisogno di intervenire ancora sul Colosseo?
«Le risorse di questa norma del decreto Art Bonus non sono destinate alla manutenzione o al restauro, ma al finanziamento di beni culturali con forti potenzialità turistiche. Sul Colosseo faremo un intervento scientifico inoppugnabile. L’arena c’è stata fino alla fine dell’Ottocento. Poi, dopo gli scavi, non è stata più ripristinata. La proposta di ricostruirla è dell’archeologo Daniele Manacorda. C’è un dibattito nella comunità scientifica, e va bene. Tutte le opinioni sono rispettabili, ma in tanti sono d’accordo con il progetto: penso ad Adriano La Regina, Andrea Carandini, al presidente del consiglio superiore dei Beni culturali Giuliano Volpe. Non si può dire che siano tutti incapaci».
Del Colosseo si sta ancora completando il restauro… «Il restauro si realizza con le risorse di Della Valle, a cui bisognerebbe dire grazie per i 25 milioni investiti, invece di attaccarlo. La prima parte del progetto che riguarda l’arena sarà un’analisi di massimo rigore per capire come procedere. La seconda sarà la fase di intervento vero e proprio che procederà con la consapevolezza di avere addosso gli occhi del mondo. La visita ai sotterranei del Colosseo diventerà più affascinante, con un’illuminazione suggestiva. La fruizione turistica del monumento migliorerà. Si avrà una nuova prospettiva dal centro dell’arena. E, una volta completati i lavori, penseremo anche a utilizzare quello spazio in un modo diverso».
Con gli spettacoli?
«Nessuno pensa alle partite di calcio proposte dal presidente della Roma o ai concerti rock. Ci saranno solo eventi di altissima qualità. Penso alle tragedie di Seneca, ma anche a uno spettacolo di danza con Roberto Bolle o a un concerto di Paolo Fresu. Teniamo presente che l’arena ospiterà solo qualche centinaio di persone. Ma con la vendita nel mondo dei diritti televisivi degli spettacoli potremo pagare il restauro di pezzi dell’archeologia romana rimasti senza risorse».
Chi deciderà sulla qualità degli eventi?
«Ci sarà un direttore artistico, come accadrà già dal prossimo anno per gli eventi di Pompei ».
In quanto tempo sarà realizzata l’arena? Non si rischia di bloccare le visite al Colosseo?
«Il progetto dovrebbe essere completato in tre-quattro anni. Se c’è una caratteristica dell’Italia, è quella di riuscire a restaurare senza chiudere mai. All’estero i musei chiudono, da noi no».
Non pensa che la tutela dei beni culturali debba precedere la “valorizzazione”?
«In Italia c’è una legislazione molto antica e avanzata sulla tutela. Ci sono le soprintendenze. Manca invece un vero know-how per quanto riguarda la valorizzazione. Si ha l’idea che “valorizzare” significhi desacralizzare il patrimonio. Ma le due cose vanno insieme. Il Louvre fa ricerca, tutela, ma anche promozione, vendita di gadget. Da noi l’80 per cento dei musei statali non ha il bookshop, mancano i ristoranti. Il Colosseo è il simbolo dell’Italia nel mondo. Valorizzarlo è un’operazione di interesse nazionale. Non c’è bisogno di denigrare. Il nostro compito non è solo quello di tutelare. Puntare sul turismo culturale come crescita anche economica del Paese è un’operazione dissacrante?».
Parlava delle soprintendenze. La riforma della pubblica amministrazione rischia di indebolirle con la sottomissione alle prefetture e l’allargamento del silenzio-assenso anche in materia di tutela ambientale, paesaggistica e dei beni culturali.
«Il Parlamento, su pressione del sottoscritto, ha modificato la norma. In materia di beni culturali il silenzio-assenso vale dopo 120 giorni, non 90, e si applica solo tra pubbliche amministrazioni. È chiaro però che ci sarà bisogno di più personale. Il tema delle prefetture, invece, mi pare sia stato enfatizzato: il potere del prefetto non sarà mai sovraordinato a quello del soprintendente ».
Ci saranno nuove assunzioni nelle soprintendenze?
«Ho posto e continuerò a porre questo problema. C’è una norma che impone l’assorbimento del personale delle Province. Da qui bisogna attingere prima di tutto, rispettando le competenze specifiche nel settore dei beni culturali. Oggi le soprintendenze non si occupano più di musei e quelle architettoniche e dei beni artistici sono state accorpate: questo comporta un risparmio di risorse e di tempi».
A che punto è la scelta dei venti super direttori dei musei statali?
«Entro i primi giorni di settembre si saprà chi sono. Abbiamo ricevuto 1200 domande e selezionato 105 persone che sono state sottoposte a colloquio in luglio. Per ognuno dei venti musei ci sarà una terna di nomi selezionati, tra i quali sceglierò ».
Lunedì aveva inaugurato la Palestra Grande di Pompei e già martedì i turisti l’hanno trovata chiusa.
«Mi sono accorto ieri dell’equivoco: erano previste solo aperture serali. Ne ho parlato con il soprintendente Massimo Osanna ed è stata subito riaperta. Pompei ha ormai avuto il riconoscimento della comunità internazionale, dopo l’ispezione dell’Unesco. Il sito non è a più a rischio».
Quali sono le prossime questioni sul tavolo del suo ministero?
«Per la prima parte del mio mandato ho lavorato sulla riforma dei beni culturali e sui musei. Adesso vorrei spostare l’attenzione sulle industrie culturali e creative. Abbiamo trascurato il contemporaneo. Non dobbiamo pensare di avere l’esclusiva solo sul passato».
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PATRIMONIO
Si ha l’idea sbagliata che “valorizzare” significhi “desacralizzare” il patrimonio
POTERI
In materia di tutela il potere del prefetto non sarà mai sovraordinato a quello del soprintendente
IL MINISTRO
Dario Franceschini In alto, il Colosseo
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1 risposta a 08:15 DA NEMO! INTERVISTA A FRANCESCHINI (CULTURA) DI DARIO PAPPALARDO (REP. DI IERI, pag. 37) —–

  1. Donatella scrive:

    Quando si parla di valorizzazione dei beni culturali per rafforzarne le potenzialità turistiche un brivido mi attraversa la schiena. I 120 giorni per il silenzio -assenso sono molto pochi, visto che il personale delle Sovrintendenze è gravemente sotto organico.

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