l’amore di Pavese del periodo romano–1945 e meta’ 1946
“Saprò diventare come vuoi. Devo diventarlo, perché non voglio che la nostra storia somigli alle altre che ho bruciato.” —Hanno scritto un romanzo a quattro mani, non concluso:
Cesare Pavese
raccolta:
LA TERRA E LA MORTE
(1945-1946)
Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C’è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t’ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell’estate.
Sei la terra e la morte.
La tua stagione è il buio
e il silenzio. Non vive
cosa che più di te
sia remota dall’alba.
Quando sembri destarti
sei soltanto dolore,
l’hai negli occhi e nel sangue
ma tu non senti. Vivi
come vive una pietra,
come la terra dura.
E ti vestono sogni
movimenti singulti
che tu ignori. Il dolore
come l’acqua di un lago
trepida e ti circonda.
Sono cerchi sull’acqua.
Tu li lasci svanire.
Sei la terra e la morte.
Bellissime poesie!
sempre amato Pavese, in tutte le sue forme.
Ovviamente conosco questi versi da …… 60 anni, ma nulla cambia , mi emoziona sempre malgrado io sia, nel tempo cambiato.