Peter Seghers è l’unico che…senza farne una canzone di solennità militare, la canta …” con un po’ di energia politica”! —metà è in francese e metà ne fa una sua traduzione in inglese.
nota: per chi vuole di seguito tutto un suo concerto in Svezia nel 1968 / se no, clic su annulla e se ne va!
https://www.youtube.com/watch?v=v85NWc0RIKc a destra il musicista, Pierre Degeyter il mio preferito; a sinistra, si capisce è Eugène Pottier
Pierre Degeyter ( NON CREDETECI! NON E’ BELGA! ) così bello non poteva che diventare quell’irresistibile vecchietto…magari ha 20 meno di me!
L’INTERNATIONALE Debout! l’âme du prolétaire! Travailleurs groupons nous enfin. Debout! les damnés de la terre! Debout! les forçats de la faim! Pour vaincre la misère et l’ombre. Foule esclave, debout! debout! C’est nous le droit, c’est nous le nombre Nous qui n’étions rien, soyons tout. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. Il n’est pas de sauveurs suprêmes: Ni Dieu, ni César, ni tribun, Producteurs, sauvons-nous nous-mêmes! Travaillons au Salut Commun. Pour que le voleur rende gorge, Pour tirer l’esprit du cachot, Allumons notre grande forge, Battons le fer quand il est chaud! C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. Les rois nous soûlaient de fumées, Paix entre nous, guerre aux tyrans! Appliquons la grève aux armées, Crosse en l’air et rompons les rangs! Bandit, prince, exploiteur ou prêtre Qui vit de l’homme est criminel; Notre ennemi c’est notre maître Voilà le mot d’ordre éternel. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. L’engrenage encore va nous tordre; Le Capital est triomphant; La mitrailleuse fait de l’ordre En hachant la femme et l’enfant. L’Usure folle en ses colères, Sur nos cadavres calcinés, Soudé à la grève des salaires La grève de assassinés. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. Ouvriers, paysans, nous sommes Le grand parti des travailleurs; La terre n’appartient qu’aux hommes, L’oisif ira loger ailleurs. Combien de nos chairs se repaissent! Si les corbeaux, si les vautours, Un de ces matins, disparaissent… Le terre tournera toujours! C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. Qu’enfin le passé s’engloutisse! Qu’un genre humain transfiguré Sous le ciel clair de la justice Mûrisse avec l’épi doré! Ne crains plus les nids de chenilles Qui gâtaient l’arbre et ses produits. Travail étends sur nos familles Tes rameaux tout rouges de fruits. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. C’est la lutte finale: Groupons-nous, et demain, L’Internationale Sera le genre humain. 9/6/2005 – 08:15
L’INTERNAZIONALE In piedi, anima del proletario! Lavoratori, uniamoci alfine. In piedi, dannati della terra! In piedi, forzati della fame! Per vincer la miseria e l’ombra Massa di schiavi, in piedi, in piedi! Siamo noi il diritto, siamo noi il numero, Noi che non eravamo niente, siamo tutto. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. Non esistono supremi salvatori, Né Dio, né Cesare e né tribuno, Produttori, salviamoci da soli! Lavoriamo per il bene comune. Affinché il ladro restituisca il maltolto E per distogliere la mente dalla galera Accendiamo la nostra grande forgia, Battiamo il ferro finché è caldo! È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. I re ci insozzavano di fumo, Pace tra noi, guerra ai tirani! Usiamo lo sciopero negli eserciti, Fucile in aria e rompiamo i ranghi! Bandito, principe, sfruttatore o prete, Chi vive sull’uomo è un criminale; Il nostro nemico è il padrone, Ecco la parola d’ordine eterna. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. L’ingranaggio ancora ci schiaccia, Il Capitale sta trionfando; La mitraglia provvede all’ordine Falciando le donne e i bambini. L’Usura, folle nella sua collera Sui nostri cadaveri calcinati Si unisce allo sciopero per i salari, Lo sciopero degli assassinati. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. Operai, contadini, noi siamo Il gran partito dei lavoratori; La terra appartiene solo agli uomini, L’ozioso dovrà sloggiare altrove. Quanto si pascono delle nostre carni! Se i corvi, se gli avvoltoi Una di queste mattine scomparissero La terra girerebbe sempre. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. Che alfine il passato sprofondi! Che un genere umano trasfigurato Sotto il cielo chiaro della giustizia Maturi assieme alla spiga dorata! Non temere più i verminai Che sciupavan l’albero e i suoi prodotti, Lavoro, stendi sulle nostre famiglie I tuoi rami tutti rossi di frutti. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. È la lotta finale, Uniamoci, e domani L’Internazionale Sarà il genere umano. 5/5/2011 – 16:10
Lenin sulla Pravda del 1913—PARLA DI eugène pottier
Lenin gioca a scacchi con Bogdanov. Gor’kij osserva.
SIAMO A CAPRI INTORNO AL 1912 /1913 (LA FAMOSA SCUOLA DI CAPRI ISTITUITA DA GORKIJ–INTERVIENE LENIN E POI.DI NUOVO E POI ..ECC,)
LENIN SULLA PRAVDA DEL 1912
“Nel novembre dello scorso anno –1912- è caduto il 25° anniversario della morte del poeta lavoratore francese Eugène Pottier, l’autore del celebre canto proletario ‘L’Internazionale’ (“Compagni, avanti, il gran partito”…). Questo canto è stato tradotto in tutte le lingue europee, ed in altre. In qualunque paese un lavoratore provvisto di coscienza di classe si ritrovi a essere, quale che sia la sua sorte e per quanto possa sentirsi straniero, senza una lingua, senza amici e lontano dal suo paese natale, egli potrà in ogni caso trovare dei compagni e degli amici servendosi del fidato ritornello dell’Internazionale. I lavoratori di tutti i paesi hanno fatto proprio il canto del loro illustre combattente, di questo poeta proletario, e ne hanno fatto l’inno mondiale del proletariato. E i lavoratori di tutti i paesi onorano adesso il ricordo di Eugène Pottier. Sua moglie e sua figlia sono ancora in vita, e vivono in povertà, così come l’autore dell’Internazionale trascorse la sua intera vita. Era nato a Parigi il 4 ottobre 1816. Aveva quattordici anni quando compose il suo primo canto, che si chiamava ‘Evviva la Libertà!’- Nel 1848 aveva combattuto sulle barricate tra le fila dei lavoratori, nella loro battaglia contro la borghesia. (…) Fin dal 1840 aveva reagito a tutti gli eventi importanti nella storia di Francia con canti che risvegliarono la coscienza delle persone in disparte, che chiamarono i lavoratori all’unità e che esercitarono la critica più tagliente nei confronti della borghesia e del governo borghese francese. Nei giorni in cui si costituì la grande Comune di Parigi (1871), Pottier ne fu scelto come membro. Sui 3.600 voti che furono scrutinati, ne ottenne 3.352. Prese parte a tutte le attività della Comune, il primo governo proletario del mondo. Dopo la caduta della Comune, Pottier fu costretto a fuggire, prima in Inghilterra e poi in America. Il suo celebre canto ‘L’Internazionale’ fu scritto nel giugno del 1871, si potrebbe dire proprio il giorno dopo la sanguinosa sconfitta di maggio. La Comune fu sconfitta, ma l’Internazionale di Pottier propagò le sue idee per il mondo intero; ed esse sono oggi più vive di allora. (…) Fu solo nove anni dopo i giorni della Comune che Pottier poté rientrare in Francia, dove entrò immediatamente nel Partito dei Lavoratori. (…) L’8 novembre 1887, i lavoratori parigini portarono il feretro di Eugène Pottier al cimitero del Père-Lachaise, dove sono sepolti anche i Comunardi assassinati. La polizia attaccò brutalmente il corteo funebre per strappare ai lavoratori la bandiera rossa che avevano portato con sé. Una grande folla prese parte alla cerimonia funebre pubblica. Da ogni parte si sentivano le grida di ‘evviva Pottier!’. Pottier morì in povertà, ma lasciò un ricordo che vivrà più a lungo di qualsiasi opera manuale. Egli fu uno dei maggiori propagandisti del canto proletario. Quando egli aveva composto il suo primo canto, tra i lavoratori c’era soltanto una quantità modesta di socialisti; oggi conoscono lo storico canto di Pottier non si sa quanti milioni di proletari.” Vladimir Lenin. (pubblicato per la prima volta sulla “Pravda” n° 2, 3 gennaio 1913) Paroles d’Eugène Edmée Pottier [1871] Musique de Pierre Chrétien Degeyter [1888] Chantée de 1871 à 1888 sur le motif de la “Marseillaise” Eugène Pottier (1816-1887) fu poeta e rivoluzionario. Nato a Parigi, di professione operaio e disegnatore tessile, partecipò attivamente alle lotte degli operai parigini nel 1848. Sotto il Secondo Impero fu ideatore e promotore della “Chambre Syndicale des Dessinateurs”, che aderì in seguito all’Internazionale. Membro della guardia nazionale, prese parte ai combattimenti durante l’assedio di Parigi del 1870, in seguito alla disfatta di Sedan, e fu poi un influente membro della Comune di Parigi, ove fu eletto rappresentate del 2° Arrondissement. Dopo la “Semaine sanglante”, durante la quale la Comune fu schiacchiata nel sangue dalle truppe reazionarie di Thiers, dovette fuggire in Inghilterra essendo stato condannato a morte in contumacia. Dall’Inghilterra emigrò negli Stati Uniti, dove organizzò una rete di aiuto e solidarietà per i Comunardi deportati. Dopo l’amnistia generale del 1880 rientrò in Francia dove, nonostante la sua povertà, continuò a pubblicare canzoni e poesie. Nel giugno 1871, ovvero pochi giorni dopo la fine nel sangue della Comune di Parigi, Eugène Pottier scrive il testo del canto per il quale è universalmente conosciuto: l’ “Internationale”. L’inno del movimento operaio mondiale, messo in musica nel 1888 da Pierre Degeyter (di Lille) conta versioni in quasi cento lingue diverse