« Per quanto superficiale e pieno di lenocini divenisse il suo lavoro, Boldini fu capace di trasmettere nello spettatore la gioia ispiratagli dalle assurdità che ritraeva. Anche il più insopportabile dei suoi ritratti rivela un immenso divertimento. » |
(Cecil Beaton, The Glass of Fashion, 1955) |
Diego Martelli (1867 ca.) —non è una donna né una dama dell’alta società internazionale, ma è un bel ritratto (ch.) –qui l’autore ha 25 anni
giovanni boldini, nasce a ferrara nel 1842 e muore a Parigi nel 1931–è un pittore italiano famoso. Già a Firenze, dove nel 1862 manifesta il proprio interesse per i salotti eleganti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia internazionale, interesse che non lo abbandonerà mai. Giovanni è ottavo di tredici figli, il padre gli insegna disegno e restauro. Frequenta il noto ritrovo di artisti fiorentini, il Caffè Michelangelo, dove conosce Giovanni Fattori, Odoardo Borrani, Telemaco Signorini, il critico d’arte e mecenate del nascente movimento dei Macchiaioli Diego Martelli (VEDI RITRATTO SOPRA). Diviene amico inseparabile dei pittori Michele Gordigiani e Cristiano Banti del quale è ospite nelle sue ville di Montorsoli e di Montemurlo.
il palazzo dove aveva sede il Caffè Michelangelo
Gruppo di macchiaioli al Caffè Michelangelo
« Per noi la Belle Epoque fu soprattutto il tempo di De Nittis, di Corcos, di La Gandara, di Stevens, di Tissot, di Sargent, di Helleu, di Whistler, di Beraud, di De Jonghee e, sopra ogni altro, di Boldini, geniale capostipite di questa generazione di pittori cosiddetti à la mode giunto a Parigi proprio nel 1871, dando origine all’irresistibile stile Boldini. Il 1871 dunque quale data di inizio della lunghissima esperienza francese di Boldini e quindi della Belle Époque che, in senso estetico e figurato, sbocciava, deflagrava e concludeva la propria parabola, parallelamente alle rappresentazioni caratterizzate del peintre italienne de Paris, prima esordiente e giovane pittore di belle speranze, poi fulgido astro dell’arte internazionale e infine, proprio negli anni fatidici del primo conflitto mondiale, afflitto da una grave malattia della vista che segnò l’inizio del suo declino umano e artistico. “…Tutto andava di bene in meglio. Questo era il mondo in cui nacqui, all’improvviso, una mattina del 1914, ogni cosa giunse inaspettatamente alla fine…”. » |
(Panconi, 2011)—famosissimo critico pittura dell’Ottocento, se ne avete esegue autentiche…. |
qualcosa su Cecil Beaton, frase subito in alto, all’inizio
http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2014/cecil_beaton_libro-5011870550.shtml