MONDO “GLOBALIZZARE LA SOLIDARIETÀ”
PAPA FRANCESCO ALLE COOPERATIVE:
“PENSARE ALL’AUMENTO VERTIGINOSO DEI DISOCCUPATI”
“Globalizzare la solidarietà, oggi, – ammonisce Bergoglio ai circa settemila membri delle Coop – significa pensare all’aumento vertiginoso dei disoccupati, alle lacrime incessanti dei poveri, alla necessità di riprendere uno sviluppo che sia un vero progresso integrale della persona che ha bisogno certamente di reddito, ma non soltanto del reddito!”. Il Papa invita poi a pensare “ai bisogni della salute, che i sistemi di welfare tradizionale non riescono più a soddisfare; alle esigenze pressanti della solidarietà, ponendo di nuovo, al centro dell’economia mondiale, la dignità della persona umana. Come direbbe ancora oggi il Papa Leone XIII: per globalizzare la solidarietà ‘il Cristianesimo ha ricchezza di forza meravigliosa!’. Le Cooperative, “la memoria viva di un grande tesoro della Chiesa italiana”, è il tributo di Francesco. A molti che cercano lavoro – denuncia Papa Francesco – viene detto: “Undici ore di lavoro a 600 euro. Ti piace? No? Vattene a casa, perché c’è la coda, la fila di gente che cerca lavoro. La fame – ha sottolineato – ci fa accettare il lavoro nero”. “E il personale domestico?”, si è chiesto. “Quanti uomini e donne nel personale domestico hanno l’assicurazione sociale per la pensione?”, si è domandato ancora. Il Papa ha poi aggiunto che si deve “lottare contro la prostituzione delle cooperative”, che “ingannano la gente con un nome buono, per scopi di lucro”. Ma “come lottare, lottare solo? lottare con le idee? Ma lottate con la cooperativa giusta, quella vera, quella che sempre vince”. –
http://www.repubblica.it/
Papa Francesco contro la “prostituzione” delle cooperative: “Denaro è sterco del diavolo”, citava S. Francesco da Basilio di Cesarea,
IV sec, padre della Chiesa. Invece per fare tutte le cose che fate, ci vogliono soldi….
(ap)
La denuncia del Pontefice nel discorso rivolto a 7 mila soci della Confcooperative presenti oggi nell’Aula Nervi: “Pagate giusti salari ai lavoratori”. E cita l’economia del dono sognata da Ratzinger. Galantino lascia Cassano, don Savino nuovo vescovo
L’Aula Paolo VI durante l’incontro con i componenti di confcooperative
L’appello di oggi del Pontefice è “contrastare e combattere le false cooperative, quelle che prostituiscono il proprio nome di cooperativa, cioè di una realtà assai buona, per ingannare la gente con scopi di lucro contrari a quelli della vera e autentica cooperazione”. Ad opporvi a questi furbi disonesti, ha detto loro il Papa, “fate bene, e vi dico anche di farlo sempre più, perché assumere una facciata onorata e perseguire invece finalità disonorevoli e immorali, spesso rivolte allo sfruttamento del lavoro, oppure alle manipolazioni del mercato, e persino a scandalosi traffici di corruzione, è una vergognosa e gravissima menzogna che non si può assolutamente accettare”. “Lottate contro questo. E non con le parole solo o con le idee: lottate con la cooperatività giusta, quella che sempre vince”, ha esortato il Pontefice rivolto alle cooperative bianche. Il Papa suggerisce più collaborazione tra cooperative bancarie e imprese, di pagare “più giusti salari” e operare per “far vivere con dignità le famiglie”.
Papa Francesco e Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative
“Dovete investire, e dovete investire bene. In Italia certamente, ma non solo, è difficile ottenere denaro pubblico per colmare la scarsità delle risorse. La soluzione che vi propongo è questa: mettete insieme con determinazione i mezzi buoni per realizzare opere buone. Collaborate di più tra cooperative bancarie e imprese, organizzate le risorse per far vivere con dignità e serenità le famiglie; pagate giusti salari ai lavoratori, investendo soprattutto per le iniziative che siano veramente necessarie”, ha spiegato il Santo Padre.
Per Francesco “le cooperative devono continuare ad essere il motore che solleva e sviluppa la parte più debole delle nostre comunità locali e della società civile. Per questo occorre mettere al primo posto la fondazione di nuove imprese cooperative, insieme allo sviluppo ulteriore di quelle esistenti, in modo da creare soprattutto nuove possibilità di lavoro che oggi non ci sono”. Poi ha ricordato la riflessione di papa Ratzinger, nella Caritas in veritate, che “il mondo abbia bisogno di una economia del dono”.
Da oggi don Francesco Savino, parroco della chiesa del Santi medici Cosma e Damiano di Bitonto, è il nuovo vescovo di Cassano Ionio. Lo ha annunciato monsignor Nunzio Galantino che oggi lascia la Diocesi del Cosentino per ricoprire al meglio il suo incarico a Roma di segretario della Cei. La notizia del cambio era stata annunciata nei giorni scorsi da Papa Francesco. “Nei tre anni trascorsi per le strade della nostra Diocesi, ho imparato ad amare questa terra sempre di più. E sono certo che la stessa esperienza la farai tu”, ha detto nel messaggio al suo successore.
Monsignor Nunzio Galantino
“Papa Francesco – ha aggiunto monsignor Galantino – ha voluto che fossi tu a succedermi come Vescovo alla guida della Chiesa di Cassano all’Jonio. Una Chiesa che, come ti ho più volte detto in questi giorni, oltre che su una nobile storia, può contare su un popolo che conserva tanta voglia di abitare in maniera piena, consapevole ed evangelica un territorio bello ma anche segnato da tante ferite. I tre anni trascorsi qui, in Calabria, grazie all’affetto e all’accoglienza che sin dal primo momento mi sono stati riservati, hanno fatto crescere il mio senso di gratitudine innanzitutto nei confronti del buon Dio. Anche se ora quella gratitudine è accompagnata da comprensibile fatica”.
Tags
- Argomenti:
- Vaticano
- Confcooperative
- Protagonisti:
- Francesco d’Assisi
- papa Francesco
- papa Ratzinger
- Jorge Mario Bergoglio
Anche sulle cooperative le parole più chiare le ha dette Papa Francesco: molte coop sono tali solo di facciata, i cosiddetti soci vengono pagati poco e trattati male, molte imprese nei servizi più umili ma fondamentali per la vita di tutti i giorni ( badanti, pulizie,personale degli ospedali e delle case di riposo) si travestono da cooperative, sfruttando la parte più debole della forza lavoro. Ciliegina sulla torta, le banche popolari verranno trasformate in s.p.a., cancellando tutto quello che di buono può fare una banca che è più a contatto col territorio e dove ogni socio vale un voto. Ogni ente che sa vagamente di democrazia viene “riformato” in modo che valgano sempre di più i grandi capitali e che il cittadino conti sempre di meno. Anche riforme che avrebbero potuto portare ad un miglioramento della macchina statale e ad una diminuzione consistente di costi, son state stravolte ( vedi abolizione province e senato), portando unicamente a diminuire la possibilità dei cittadini di esprimere la propria opinione col voto. A quando l’abolizione delle elezioni tout -court?