19:12 —NON ABBIAMO MAI AVVICINATO L’OPERA DI CARLO EMILIO GADDA–VI OFFRO UN PICCOLO PEZZO IN CUI RACCONTA “COME LAVORA “—E’ MOLTO DIFFICILE, MA SE LO RILEGGETE FINCHE’ VI SEMBRI CHIARO—QUASI QUASI CON CERTEZZA — QUIZAS/QUIZAS—SCOPRIRETE CHE E’ UN BRANO DI UN GRANDISSIMO POETA/NARRATORE!

 

NE ABBIAMO GIA’ PARLATO QUI_-INTERVISTA (di un PEDANTE) ALLA SORELLA, COMMENTATA DA GADDA –L’INFANZIA, LA SCUOLA, LA MADRE SOPRATTUTTO–l’ingenieria

https://www.neldeliriononeromaisola.it/2013/09/51411/

 

 

 

 

UN ALPINO “ESPRESSIVO”  (ULTIMA FOTO)/  nella guerra –mentre ancora doveva combattere- ha perso un fratello per il quale aveva un affetto paterno, di protezione, del resto  come con tutti gli altri fratelli e sorelle  ( essendo il maggiore, ma soprattutto era tipo di carattere )

 

Giornale di guerra e di prigionia, Firenze, Sansoni, 1955; Torino, Einaudi, 1965

 

1934  se non sbaglio–

 


VERSO GLI ULTIMI ANNI ERA MOLTO SOLO –

e forse malato “di persecuzione”  // come riferisce Pietro Citati, che era diventato il suo factotum —le parole della sorella, (LINK sopra) fanno veramente capire  “quanto poco poteva essere compreso e accettato in casa” + il disinteresse che, forse arriva forte, quando “non ci si incontra” .  E’ la solita storia: due codici diversi si scontrano o, in questo caso, si allontanano perché non hanno come decodificarsi reciprocamente–Ma con sicurezza, Gadda era un persona ” fuori del  normale” (nei vari sensi) E, CAPIRLO !

 

 

 

LA RIVISTA DI STUDI SU GADDA DI EDIMBURGO, diretta da Federica G. Pedriali–

 



Non ci crederete, ma pubblica i testi dell’ autore in originale!  I testi completi, voglio dire!   Ragazzi, cosa dobbiamo fare, la Scozia pare che sia verdissima e piena di castelli..


Come lavoro / C. E. Gadda

(SOTT. INCLINATE del blog, nella speranza di aiutare la lettura )

Come non lavoro. Che dà egual frutto, a momenti, nella vicenda oscillante d’uno spirito fugitivo e aleatorio, chiamato dall’improbabile altrettanto e forse più che dal probabile: da una puerizia atterrita e dal dolore e dalla disciplina militare e di scuola delabante poi verso il nulla, col suo tesoro d’oscurità e d’incertezze. Una confessione, circa i problemi d’officina, o le angosce o i ragnateli d’officina, comporta di necessità dei riferimenti a una vita, a una biografia interna ed esterna, si ingrana in una gnoseologia (conoscenza) e in un’etica, nel mio caso molto più poveramente e meno felicemente che in altri in una esigua e frammentaria poetica: che il deflusso parallelo della mia vita e non vita ha reliquato, sì sì reliquato, frusaglia più o meno inutile, alle sponde del tempo consunto. Pazienterete degli accenni: dovrò stare in sugli schemi. Dovrò, biografando, sorvolare pruni, spini, certe ombre più grevi. Non tutto il dolore è dicibile, non tutto il male e l’orrore: e il Walalla aspetta (che aspetti pure!) un bel busto di stucco. Non voglio deludere i bidelli del Walalla: avanti, dunque, con quella mezza dozzina di verità e con quelle due dozzine di mezze bugie che, mi son rimaste, in comestibili briciole, nel mio tascapane di soldato, di ferito.

 

 

—il nostro blog si fermerebbe qui. E’ un esercizio ? Be’, Gadda “bisogna meritarselo”  con studi ed esperienze, come sarebbe questo piccolo lavoro proposto–dobbiamo “imparare ” il suo linguaggio che…e’ difficile–

 

—   in I viaggi la morte, op. cit., p. 435.

Gadda, Carlo Emilio (1958), I viaggi, la morte, Milano, Garzanti.

(Gadda nasce nel 1893

 

 

 

 

 

 

a chi interessa il sito—che oltre a pubblicare vari testi critici-pubblica i testi perché gli altri possano usufruirne.

 

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