AI MUSEI CAPITOLINI
Che forma ha l’angoscia? Una mostra a Roma racconta il tempo dell’ansia
Ai Musei Capitolini una rassegna che prende spunto dall’antico mondo romano
Molte le analogie con le insicurezze contemporanee, nate dalla crisi finanziaria
CORRIERE DELLA SERA —CULTURA—29 gennaio 2015
Com’è l’età dell’angoscia? E, soprattutto, si può definire con contorni precisi un’epoca dell’ansia? La sfida lanciata dalla mostra aperta fino al 4 ottobre a Roma, ai Musei Capitolini (dal titolo «L’Età dell’Angoscia. Da Commodo a Diocleziano 180-305 d.C.») è interessante. Perché, attraverso busti, statue e ritratti, prova a raccontare quello che forse è stato il primo momento «documentabile» di crisi del mondo occidentale. Quando si passò da quello che gli storici definirono «Impero dell’oro» (cioè di Marco Aurelio) a quello del «ferro arrugginito». Ma perché?…
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nota di chiara
Gli autori della mostra sono partiti, a quanto dice l’articolo, da un saggio del 1965 di Eric Dodds, dal titolo Pagani e cristiani in un’epoca di angoscia, che non conosco.
Eric Dodds fu un storico irlandese che muore nel 1979 (nasce nel 1893–
La sua opera pubblicata in italiano:
- I greci e l’irrazionale, Rizzoli editore, 2008, ISBN 8817028568
- Neoplatonismo. Passi scelti, Il Nuovo Melangolo, 2007 ISBN 9788870186598
- Pagani e cristiani in un’epoca di angoscia. Aspetti dell’esperienza religiosa da Marco Aurelio a Costantino, La Nuova Italia, 1993, ISBN 8822128478
Fu poeta, amico di Yeats…”nei suoi pionieristici studi sul pensiero filosofico greco (in particolare sul neoplatonismo) e sulla spiritualità antica, Dodds si servì di metodi attinti dal campo dell’antropologia e dalla psicanalisi…oltre che sul pensiero greco, è fondamentale il saggio sulla spiritualità tardo-antica ” Pagani e cristriani in un’epoca di angoscia” del 1965, come detto.
Per tutta la vita, Dodds coltivò gli interessi nel misticismo, nella metapsichica e nei fenomeni paranormali, fino a diventare nel 1961 presidente della Societyfor Psychical Research (wikipedia in ita)
RANUCCIO BIANCHI BANDINELLI
…
“All’interno della serie di volumi progettata da André Malraux sulla storia universale dell’arte, scrisse Roma. L’arte romana al centro del potere (1969), Roma. La fine dell’arte antica (1970) e Etruschi e Italici prima del dominio di Roma (1973), che furono la sintesi della sua opera di storico dell’arte antica ed ebbero un forte impatto, anche per la chiarezza divulgativa, sia nell’ambito degli studi, sia tra il pubblico non specialistico.”
CHIARA: ho letto, almeno due volte, l’opera di Bandinelli “Roma. La fine dell’arte antica”, magnifica per chiarezza e per illustrazioni. E per la grande emozione che ti comunica, specialmente nella parte che concerne “L’origine del ritratto”; in questa parte, che percorre tutto il libro (letto anni fa), si mostra molto bene come si modificala forma di raffigurarsi nell’era dopo Marco Aurelio : il ritratto inizia ad individualizzarsi e soprattutto, dalle riproduzioni riportate, i visi si fanno tragici…proprio, a mio parere, per mostrare come l’arte esprima l’uomo romano nell’epoca della perdita di riferimenti saldi -mentre stanno crollando quelli antichi o precedenti–che tra l’altro è caratteristica della nostra epoca: è angoscia certamente, ma soprattutto è “modificazione della struttura portante dell’uomo “, nella faticosissima “ansia di appropriarsi di una forma individuo in cui c’è lui e poi basta, ad affrontare la vita “interessante” –di quell’epoca–E poi c’è lui e la “sua” morte.”
Tutto questo perché—anche vedendo la povertà del materiale collezionato–non può che venirmi in mente quale sarebbe stata una mostra che fosse partita, dall’assolutamente “non-mistico” :
Ranuccio Bianchi Bandinelli.