[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2015/01/Lucio-Battisti-Pensieri-e-parole.mp3|titles=Lucio Battisti – Pensieri e parole]
La situazione attuale è così riassumibile:
- l’accento è obbligatorio su: ché (perché, affinché), dà (dare), dì (giorno), è (essere), là e lì (avverbi), né (congiunzione), sé(pronome tonico), sì (avverbio), tè (bevanda);
- è omissibile su “sé”, per consolidamento dell’uso, quando accompagnato da stesso e medesimo. Si tratta, tuttavia, di una prassi imposta nell’insegnamento scolastico che non solo non assurge a dignità di regola grammaticale ma che, anzi, è da considerarsi perfino discutibile e come tale non è accolta da grammatiche e dizionari[1].
- è ammesso ma sconsigliato su: dài e sù (avverbio).
- alcuni grammatici ritengono di dover distinguere tra dai (voce del verbo dare, seconda persona singolare del presente indicativo) e dài (lo stesso, ma nel modo imperativo), il quale si trova anche abbreviato come da’.
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Grazie per avere rispolverato alcune regole, che sovente si fa fatica a ricordare.