ore 09:54 RAFFAELLA SPINAZZI PUBBLICA SU FANNYBLOG (LINK SUBITO SOTTO) : ” JOE SACCO–FAMOSO ARTISTA E GIORNALISTA DEL “THE GUARDIAN”—” SULLA SATIRA–UNA RISPOSTA AGLI ATTACCHI A CHARLIE HEBDO-” TRADUZIONE SOTTO –1= PRIMA VIGNETTA ECC. //

 

RAFFAELLA SPINAZZI E’ “ART DIRECTOR” DEL GIORNALE ED E’—SE VOLETE—SU FACEBOOK

http://fany-blog.blogspot.it/2015/01/on-satire-di-joe-sacco.html

 

 

Joe Sacco -The Guardian

JOE SACCO

 

Joe Sacco: On Satire – a response to the Charlie Hebdo attacks The acclaimed graphic artist and journalist Joe Sacco on the limits of satire – and what it means if Muslims don’t find it funny The pencil can be as lethal as the sword– The Guardian

 

 

 

JOE SACCO–Sulla satira- una risposta agli attacchi a  Charlie Hebdo—

Il famoso artista grafico e giornalista Joe Sacco sui limiti della satira –e cosa significa quando i Musulmani non la trovano divertente– “La penna puo’ essere letale quanto una spada”–articolo di The Guardian  (Trad. ch,)

 

 

 

solo per chi non lo sa! Sulla estrema destra del vs computer, proprio sotto la “X” che usate per chiuderlo, se guardate bene trovate tre lineette in grassetto  una sull’altra  (tanto a destra estrema che quasi vogliono uscire dal computer!)  –Schiacciate lì: vi appare una lista enorme ma non spaventatevi! circa alla metà (circa!) trovate la  scritta “Dimensione carattere” : guardate a fianco a destra: c’è un più e  un meno da parti opposte , schiacciando uno o  l’altro secondo la vostra vista riuscirete a leggere le vignette–La traduzione purtroppo non è comoda, ma ovviamente non è stato possibile interpolarla nelle vignette–e con ciò amen per tutto il giorno_  Se non mi sono spiegata (facilissimo)  ditemelo pf! ch.

 

 


LA TRADUZIONE delle vignette 1)  La mia prima reazione agli omicidi nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi non è stata di rabbia e di sfida. Non mi è venuta voglia di battermi il petto e riaffermare il principio della libertà di espressione. 2)  La mia prima reazione è stata di tristezza. Alcune persone erano state brutalmente uccise, tra cui diversi fumettisti. La mia tribù… 3)  …MA DOPO IL DOLORE HO COMINCIATO A PENSARE ALLA NATURA DI ALCUNE VIGNETTE SATIRICHE DI CHARLIE. DEFORMARE IL NASO DEI MUSULMANI È TANTO ACCETTABILE QUANTO OGGI APPARE PERICOLOSO, MA L’HO SEMPRE CONSIDERATO UN MODO INUTILE DI USARE LA PENNA. 4)  Posso prestarmi anch’io  a questo gioco? Certo posso disegnare un nero che cade da un albero con una banana in mano. Eccolo. Tanto ho il diritto di offendere, giusto? 5) A PROPOSITO, LO SAPEVATE CHE CHARLIE HEBDO HA LICENZIATO UN VIGNETTISTA -MAURICE SINET, CERCATELO SU GOOGLE- PERCHÈ AVREBBE SCRITTO UN ARTICOLO ANTISEMITA? 6)  Alla luce di questo, eccovi un ebreo che conta i soldi nelle viscere della classe operaia. Se oggi accettate la battuta, pensate a come vi sarebbe sembrata nel 1933… 7)   IN REALTÀ DISEGNARE UNA LINEA SIGNIFICA ANCHE ATTRAVERSARNE UNA, PERCHÈ LE LINEE SU UN FOGLIO SONO ARMI, E LA SATIRA SERVE AD ARRIVARE SUBITO AL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE. MA DI QUALE QUESTIONE? E QUAL È IL BERSAGLIO? E PERCHÈ? 8)  Si io affermo il mio diritto di prendere in giro. Ecco il disegno non necessario di un vero credente  che esegue il volere di dio nel deserto. MA FORSE QUANDO CI STANCHIAMO DI MOSTRARE IL DITO MEDIO, POSSIAMO PROVARE A CAPIRE PERCHÈ OGGI IL MONDO È COSÌ COM’È… 9)  … E PERCHÈ I MUSULMANI QUI E OGGI SONO INCAPACI DI FARSI UNA RISATA GUARDANDO UNA VIGNETTA. 10) Se rispondiamo “Perchè in loro c’è qualcosa di profondamente sbagliato” – e certamente c’era qualcosa di profondamente sbagliato negli assassini – allora tanto vale cacciarli dalle loro case e rispedirli in mare. PERCHÈ È MOLTO PIÙ FACILE CHE CERCARE DI CAPIRE COME CONVIVERE.   (—gli ingrandimenti direi che sono di Raffaella Spinazzi che- credo-“diriga” un giornale di satira–FANNYLAB –qui ospitato molte volte—-di quelli vari ospitati, direi che lei “è la migliore”  soprattutto per gli universi che ci apre, a noi puaret che veniamo “dalla nostra tana sempre più stretta” (chiara) ———————————————————————————————– The pencil can be as lethal as the sword– The Guardian

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