-ore 19:31 DUE VOCI DIVERSE SUL TEATRO : JACQUES COPEAU E MAX REINHARDT ( quest’ultimo, vissuto nella Repubblica di Weimar—guardate che ambientino intorno a lui ….// JERZY GROTOWSKI — PER QUANDO SARA’?

 

 

“Non nasce teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dove ci sono dei vuoti… E’ lì che qualcuno ha bisogno di stare ad ascoltare qualcosa che qualcun altro ha da dire a lui.” –

 

Jacques Copeau

 

 

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ma chi è jacques copeau?

 

 

 

JACQUES COPEAU

 

Jacques Copeau fu attore, drammaturgo e regista. Presto cominciò a collaborare come critico a diverse riviste letterarie e teatrali come la Nouvelle Revue Française. Questa fu un’attività che esercitò costantemente per tutta la vita.

Quando incominciò a dedicarsi al teatro partì da un rifiuto netto del teatro esistente, perché affetto da quella malattia che lui chiamava “cabotinage” ovvero il guittismo, il ciarlatanesimo, l’asservimento a imperativi commerciali che spingeva l’attore a vendersi costantemente alle logiche del mercato.

Copeau sentì il bisogno di rinnovare il teatro francese dalle radici; questa esigenza lo condusse nel 1913 a fondare una scuola-teatro, il Vieux Colombier, da cui ripartire e formare nuove generazioni di attori.

Nella sua opera di rinnovamento Copeau sostiene che la strada del cambiamento deve passare attraverso le origini del teatro. Per rigenerare la scena bisogna andare a recuperare le forme teatrali più pure, non ancora condizionate dai vizi del commercio. Perciò riscopre il teatro medievale con il suo doppio carattere di ascetismo religioso e di farsa popolare, e riscopre la Commedia dell’Arte come modello di preparazione degli attori.

Con Copeau cambia radicalmente la concezione della rappresentazione. L’attore non deve “entrare nel personaggio”, forzandosi ad assumere la forma che lui presume appropriata; al contrario è il personaggio che, come un fantasma, deve entrare nell’attore e prendere a prestito la sua forma. L’attore da parte sua deve cioè lavorare su di sé per mettersi in una condizione di estrema sensibilità e purezza, deve annullare il proprio pensiero volitivo e entrare in uno stato di ricettività. In questo modo il personaggio trova un terreno a lui favorevole, e senza forzature può manifestarsi sulla scena. Si tratta in buona sostanza di evitare di sovrapporre la concreta personalità esuberante dell’attore a quella sottile ed eterea del personaggio; la sua voce è un sussurro che viene coperto dalle tirate magniloquenti e dalla voce tonante dell’attore che esibisce se stesso.

Altre innovazioni di Copeau riguardano l’ambiente del teatro, l’organizzazione del suo spazio.

Anche su questo piano all’origine c’è un rifiuto della scena sfarzosa contemporanea; Copeau si stacca dal teatro di Max Reinhardt ( vedi sotto ) imperniato sull’effetto visivo, e vuole un “palcoscenico nudo”, privo di macchinerie e tecnicismi che sono inutili e nocivi al teatro vero. Il teatro si fonda sulla povertà scenica e sulla onestà di interpretazione: per creare lo spazio scenico è sufficiente il testo reso vivente dall’attore. La messa in scena deve solo suggerire e concentrare l’attenzione. Da questo principio nasce l’organizzazione austera e rigorosa della sala, concepita come un ambiente unitario e classico che si apre a spettacoli che sono un insieme ritmico, una sinfonia visiva, una scena dell’attore in movimento.

Lo spazio ritmico è essenziale nel pensiero di Copeau. Molte delle riforme teatrali sono state fatte da scenografi e costumisti, ma il problema è l’attore vivo sulla scena.

La questione del movimento nello spazio la affrontò da un punto di vista della pedagogia dell’attore accostandosi anche alle teorie sul movimento ritmico di Jacques Dalcroze.

Secondo Copeau per rifondare e creare una nuova drammaturgia bisogna creare un nuovo attore e avere uno spazio architettonico semplice e stabile: egli guarda al passato e al dispositivo scenico fisso, ricco di possibilità artistiche, come la scena greca o la scena elisabettiana.

La ricerca di Copeau non si è mai impantanata però in formule definitorie, essa è sostanzialmente il rifiuto di adeguarsi alle richieste della società, il desiderio di tornare alle origini del teatro, alla sua purezza in una rigeneratrice << tradition de la naissance >>.

 

 

se volete  leggere MAX REINHARDT  su wikipedia, l’ho trovato  “interessantissimo” e all’origine del Teatro di Strehler,  almeno “MI PARE”, ciao!

 

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File:Max Reinhardt 1900.jpg

max reinhardt nel 1900

 

 


 

Max Reinhardt

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
 

Max Reinhardt

Max Reinhardt (Baden9 settembre 1873 – New York31 ottobre 1943) è stato un regista teatraleattore teatraleproduttore teatraledrammaturgoregista cinematograficoaustriaco naturalizzato statunitense.

 

Biografia

Max Reinhardt nacque nel 1873 a Baden, una cittadina termale a pochi chilometri da Vienna, residenza, dei soggiorni termali della famiglia imperiale, con il nome di Maximilian Goldmann in una famiglia ebraica appartenente all’alta borghesia austriaca.

I teatri di Berlino

 

Reinhardt a Berlino

Iniziò la sua carriera teatrale come attore ma non eccellendo nell’arte del recitare passò a fare il direttore di scena e infine il regista. Essendo passato attraverso l’esperienza delcabaret, quando si trasferì a Berlino, prese in gestione un locale che ben presto divenne famoso in tutta la città, il Cabaret Schall und Rauch.

Questo fu il suo trampolino di lancio sulla scena berlinese che di lì a poco lo avrebbe visto diventare uno dei maggiori registi teatrali del Novecento. Divenuto amico di Otto Brahm, il celebre regista del teatro naturalista tedesco, Reinhardt lo affiancò nelle sue produzioni al Deutsches Theater, il più importante teatro berlinese.

Nel 1905 Reinhardt, essendo tramontato l’astro del naturalismo, fu chiamato ad assumere la conduzione del Deutsches Theater e sotto la sua supervisione nacquero delle produzioni spettacolari e modernissime come sino a quel momento non se ne erano mai viste di simili in Germania.

Frequentò ogni genere teatrale privilegiando però le tragedie greche e i repertori shakespeariani. Passarono sotto la sua conduzione i più importanti uomini di teatro tedeschi del primo ventennio del Novecento.

Fra i primi teatri passati sotto la direzione di Reinhardt ci fu il Theater am Schiffbauerdamm dove, fra il 1903 e il 1906 mise in scena testi come l’Elettra di Hugo von HofmannsthalSalomé di Oscar Wilde.

Durante la Repubblica di Weimar il teatro ebbe un’importanza fondamentale nella società della capitale tedesca data anche la concentrazione di personalità geniali, sia attori, che registimusicistipittori come Bertolt BrechtGeorge GroszErwin PiscatorRichard StraussHugo von HofmannsthalKurt WeillAlexander Moissi, la famiglia Thimig, Karl Valentin,Karl Kraus ed altre celebrità che si muovevano tra Vienna, Monaco e Berlino.

Anche molti stranieri scelsero di lavorare nei teatri tedeschi e furono influenzati dalle scelte sceniche di Reinhardt: Luigi Pirandello, che nel 1924 vide una delle sue maggiori opere,Sei personaggi in cerca d’autore, messa in scena da Reinhardt, nel 1930 dedicò proprio a lui la versione tedesca di Questa sera si recita a soggetto, altro grande esempio della scelta pirandelliana di soggetti ispirati al teatro nel teatro.

 

Reinhardt negli studi dell’UFA

 

 


Durante la conduzione del Deutsches Theater Reinhardt fondò una specie di scuola-teatro per giovani promesse, il Kammerspiel, dove si formarono attori come Marlene Dietrich, Leopoldine Konstantin e Greta Garbo, registi come Leni Riefenstahl, in seguito portavoce del cinema del regime nazista, ma anche i più importanti registi dell’espressionismo tedesco come Friedrich Wilhelm MurnauGeorg PabstFritz Lang che esportarono la lezione di Reinhardt fino ad Hollywood.

Fu un coraggioso sperimentatore del teatro suo contemporaneo, nel 1906 mise in scena Spettri di Henrik Ibsen per le cui scenografie usò il famoso pittore norvegese come l’autore del dramma, Edvard Munch, e la messinscena del capolavoro di Frank Wedekind, sempre nel 1906, Lo spirito della terra, dramma d’esordio dell’immorale personaggio di Lulù, nonché un’altrettanto famosa messinscena, il novembre dello stesso anno, dell’opera Risveglio di primavera dello stesso Wedekind che finalmente passò la censura e, grazie al coraggio di Reinhardt, fu rappresentata dopo quasi dieci anni (era del 1891) dalla sua composizione.

Reinhardt mise in scena anche altri autori non graditi al pubblico borghese come Romain RollandAugust StrindbergGeorg Büchner ma la sua più grande scommessa fu Arthur Schnitzler del quale il 13 febbraio 1904 rappresentò al Deutsches Theater, il dramma in cinque atti Der einsame Weg (La strada solitaria) e il 22 novembre dello stesso anno al Kleines Theater (nuovo nome del Cabaret Schall und Rauch) gli atti unici Der tapfere Cassian (Il valoroso Cassian) e Der grüne Kakadu (Il pappagallo verde), mentre un terzo atto unico, Das Haus Delorme (Mathilde Delorme), non ebbe luogo per un divieto della censura.

Dopo la fallita rivoluzione spartachista del 1919 che aveva avuto fra i suoi fautori il movimento dadaista berlinese e un autore teatrale come Ernst Toller, Reinhardt, che già aveva fondato fra il ’15 il ’18 il Berliner Volksbühne, ovvero il teatro proletario berlinese, si scontrò con Erwin Piscator per la conduzione di questo teatro, in quanto Piscator, che lo considerava rappresentante del teatro borghese non politicizzato, lo dichiarava inadatto alla conduzione di un teatro d’impronta comunista.

Eppure, oltre alle messinscena di Schnitzler e Wedekind, due veri macigni lanciati nello stagno del teatro borghese, Reinhardt aveva dimostrato spesso la sua natura progressista come quando nella rivista Tage Buchaveva firmato l’articolo Rettet Sacco und Vanzetti! (Salvate Sacco e Vanzetti!) sottoscritto anche da Stefan Großmann, Egon E. Kisch, Thomas MannHeinrich Mann.

Nel 1919 Reinhardt fondò il Großes Schauspielhaus un teatro con un palco enorme che per la prima volta realizzava il sogno wagneriano del teatro totale che eliminava la separazione fra palcoscenico e pubblico che fu inaugurato con una colossale messinscena dell’Edipo re di Sofocle, ma in seguito ospitò anche drammi più moderni come Tamburi nella notte di Bertolt Brecht, ispirato alla rivolta spartachista.

Nel 1928 un altro teatro berlinese affidò la direzione a Reinhardt, il Theater am Kurfürstendamm, teatro dove si tenne nel 1931 la prima rappresentazione berlinese de l’Ascesa e caduta della città di Mahagonny di Bertolt Brecht. Nel 1932 Reinhardt lasciò la direzione di questo teatro.

Nel frattempo, nel 1917, aveva partecipato alla nascita dell’UFA i grandi studios cinematografici tedeschi che negli anni venti furono gli unici a poter competere con Hollywood, per i quali diresse, nel 1912, il cortometraggio Das Mirakel uno dei primi film dove si sperimentò l’uso del sonoro, nel 1913 diresse Die Insel der Seligen (L’isola dei beati) contrastato dalla censura perché conteneva fra le prime scene di nudo del neonato cinema e addirittura un simulato atto sessuale.

Spesso si avvicinò anche ai classici italiani specialmente settecenteschi. Nel 1911 collaborò con Ferruccio Busoni per una produzione della fiaba teatrale di Carlo GozziTurandot, per la quale Busoni scrisse le musiche di scena e nel 1924 per la riapertura del Theater in der Josefstadt di Vienna fece il primo esperimento di Commedia dell’arte rediviva con il goldoniano Il servitore di due padroni con la partecipazione della famiglia teatrale austriaca più famosa del tempo: i Thimig.

 

Vienna, Theater in der Josefstadt

 

Castello di Leopoldskron (Salisburgo) abitazione di Reihardt in Austria

Hugo Thimig recitò nella parte di PantaloneHermann Thimig in quella di Truffaldino (l’Arlecchino della versione di Giorgio Strehlerche molto deve a questa di Reinhardt) e Helena Thimig nella parte di Colombina, attrice che in seguito divenne la moglie di Reinhardt.

 

Ritorno in Austria

Nel 1933 Max Reinhardt in tournée in Italia rappresentò nella magica atmosfera del Giardino di BoboliFirenze il Sogno di una notte di mezza estate. L’anno dopo sfruttò il palcoscenico naturale della città di Venezia per una stupenda messinscena del Mercante di Venezia di Shakespeare.

Dal 1918 aveva acquistato il settecentesco castello di Leopoldskron a Salisburgo nelle cui sale e il cui giardino si dilettò a far rappresentare delle commedie ad invito la più celebre delle quali fu Il malato immaginario di Molière con l’attore Max Pallenberg.

Incalzato dall’ascesa al potere di Hitler nel 1933, Reinhardt, si trasferì definitivamente a Salisburgo anche per seguire la sua ultima fatica il Festival di Salisburgo da lui promosso, sin dal 1918, in collaborazione con Hugo von Hofmannsthal e Richard Strauss. Per il Festival Reinhardt allestì una rappresentazione di Jedermann (Ognuno) dell’amico Hofmannsthal all’aperto davanti allo scenografico duomo, una rappresentazione che ancora oggi si tiene a Salisburgo durante il Festival.

L’esilio negli USA

Nel 1935, vista la violenta politica antisemita, cui fece seguito nel 1938 l’invasione nazista dell’Austria, Reinhardt si trasferì negli USA. Qui, diresse Sogno di una notte di mezza estate che vinse due Osc


 

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Filmografia

Regista

Attore

I teatri di Reinhardt

  • Deutsches Theater, Berlino

  • Kammerspiel di Berlino

  • Grosses Schauspielhaus, Foyer, Berlino

  • Volksbühne, Berlino

  • Theater am Kurfürstendamm di Berlino

  • Theater am Schiffbauerdamm di Berlino

  • Theater in der Josefstadt, Vienna

Attori e opere

  • Gertrud Eysold (Turandot), Alexander Moissi (Calaf), Turandot(1911)

  • Reinhardt durante le prove di Torquato Tasso(1913)

  • Palco e scenografia diJedermann, Festival di Salisburgo

  • Leopoldine Konstantin dalla rappresentazione Jedermann (1920)

  • Hugo Thimig il Pantalone del Servitore dei due padroni

  • Jarmila Novotná in La Belle Hélène di Jacques Offenbach (1931)

Bibliografia

  • Max Reinhardt, I sogni del mago, a cura di Edda Fuhrich e Gisela Prossnitz, Traduzione di Flavia Foradini, Milano, Guerini Editore, 1994, ISBN 887802537-2

Voci correlate

 


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