jean echenoz si descrive:
“Jean Echenoz, nato il 4 agosto 1946 a Valencienne. Studi di chimica organica a Lille. Studi di contrabbasso a Metz. Discreto nuotatore”.
Dopo studi di sociologia e ingegneria civile, nel 1970 si trasferisce a Parigi dove inizia a scrivere con regolarità e dove collabora per un breve periodo al giornale L’Humanité. In italiano:
- Nous Trois, (1992) (Noi tre, tr. di Laura Guarino, Anabasi, 1994)
- Les Grandes Blondes, (1995) (Le biondone, tr. di Simona Mambrini, Libreria dell’Orso, 2004)
- Un an, (1997) (Un anno, tr. di Andrea Canobbio, Einaudi, 1998)
- Je m’en vais, (1999) (Me ne vado, tr. di Stefana Paganoni, Einaudi, 2000)
- Jérôme Lindon (2001) (Il mio editore, tr. di Giorgio Pinotti, Adelphi, 2008)
- Au piano, (2003) (Al pianoforte, tr. di Maurizia Balmelli, Einaudi, 2008)
- Ravel, (2006) (Ravel. Un romanzo, tr. di Giorgio Pinotti, Adelphi, 2007)
- Courir, (2008) (Correre, tr. di Giorgio Pinotti, Adelphi, 2009)
- Des éclairs, (2010) (Lampi, tr. di Giorgio Pinotti, Adelphi, 2012)
- 14, (2012) (’14, tr. di Giorgio Pinotti, Adelphi, 2014)
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Jean Echenoz, ’14: ironia d’autore per narrare la grande guerra
19 dic. 2014
Aggiungo anche questo ’14 (Adelphi), dello scrittore francese Jean Echenoz, alla lista dei libri sulla prima guerra mondiale.
È un romanzo di poco meno di 100 pagine nel quale l’autore impiega il suo stile – conosciuto nei lavori precedenti sulle vite di Maurice Ravel (Ravel 2007), Emil Zátopek (Correre, 2009), Nikola Tesla (Lampi, 2012) -per guidarci nel gorgo della guerra osservando i destini di alcuni giovani uomini di una cittadina della Vandea.
Uno stile caratterizzato soprattutto da un discorso indiretto libero leggero e denso di ironia d’autore, che contrasta, rendendola più forte e mettendola nella giusta distanza e prospettiva, con la tragicità della condizione umana nel conflitto.
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“Jean Echenoz è un grande scrittore, le sue meravigliose sintesi raccontano, in poche pagine, le storie e i sentimenti e le atmosfere e i più imprevedibili e intuitivi misteri nascosti dentro le storie di uomini e la Storia. E’ successo così anche con “14” , che rende conto al suo lettore degli eventi tragici e disperanti della guerra funesta , e soprattutto degli uomini di cui ci racconta impareggiabilmente” (COMMENTO DI CAMILLA–20 DICEMBRE 14)