di Gherardo Bortolotti
[E’ uscito da poco il numero 64 di «Nuova prosa». Si intitola Idee della prosa ed è curato da Gilda Policastro. Ne fa parte un lungo saggio di Gherardo Bortolotti dedicato al rapporto fra letteratura e rete. Quelle che seguono sono alcune pagine tratte dal paragrafo La logica culturale del user-generated content]
Se è difficile immaginare, ora, le articolazioni concrete di quello che sarà il sistema culturale e letterario dei prossimi dieci o venti anni, e di come e quanto inciderà la virtualizzazione e la messa in rete di parti sostanziali delle nostre attività e relazioni, è comunque possibile, dagli sviluppi a cui abbiamo assistito fino ad oggi, estrapolare alcune caratteristiche che sembrano strutturali. Proviamo a vederle di seguito, partendo dalla nozione di user-generated content, ovvero di contenuto generato dall’utente.
Questa espressione, che nasce nell’ambito del web publishing e dei nuovi media in genere, designa i testi, le immagini, i video e quant’altro le persone che si iscrivono ai vari servizi on line, o che comunque accedono alla rete, mettono su internet. Presenti fin dai primi anni dello sviluppo di internet, oggi i contenuti generati dagli utenti (o UGC) sono arrivati a comporre la quasi totalità di ciò che è reperibile on line. Esempi di UGC sono i video caricati su YouTube o Vimeo, le voci delle diverse Wikipedia, le recensioni postate su Amazon, LibraryThing o IBS, le immagini archiviate su Flickr o 4chan, gli ebook leggibili su Scribd, le notizie diffuse via Twitter, le canzoni messe in streaming su MySpace e, ovviamente, i materiali condivisivi su Facebook o sui vari siti e blog (per non parlare delle chat e delle email, il cui status di contenuto, dissimulata dall’apparente natura privata degli scambi in cui si producono, rimane comunque tale). […] Leggi il resto dell’articolo