ore 17:50 ——– IERI SI E’ APERTA LA STAGIONE SCALIGERA/ ULTIMA DI BAREMBOIM

 

 

PROGETTO PER LA SCALA  DEL PIERMARINI—1779

 

 

 

 

 

LA SCALA IN UNA STAMPA OTTOCENTESCA

 

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  1. Data di apertura: 3 agosto 1778

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA SULL’AUTORE DELL’ARTICOLO: con questo commento di ch.:

“Come farà la gente a fare tutte ste cose nella vita?”

 

 

questo è il nostro Guglielmo, il musicista del blog, se mai  volesse..se no: “ma non è importante!”


Attualmente è titolare della cattedra di Letteratura Poetica e Drammatica presso il Conservatorio «G.Nicolini» di Piacenza ove insegna anche Storia del teatro musicale, Analisi delle forme poetiche, Forme della poesia per musica e Drammaturgia musicale. Dal 2001 è Professore a contratto di Storia della Musica e di Musicologia ed Editoria Musicale presso l’Università per Stranieri di Siena. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni (articoli, recensioni, cd, video) dedicate al rapporto fra Letteratura e Musica.

 

tutto questo dopo aver fatto questo sotto  e poi ecc./ perché continua la sua formazione musicale

Guglielmo Pianigiani si è diplomato presso il Conservatorio «L. Cherubini» di Firenze in Pianoforte, e in Clavicembalo con il massimo dei voti. Proseguiti gli studi con i Maestri Bacchelli, Vavolo, Racugno e Secchi, ha frequentato i corsi dell’Accademia Musicale Chigiana in Clavicembalo (Kenneth Gilbert), in Musica da Camera ad Obersdorf (Germania) con il Melos-Quartett, ad Acquasparta (Scuola Superiore per cantanti e pianisti “Hugo Wolf”) con Elio ed Erik Battaglia, a Tours (Francia) sulla mélodie française con F.Le Roux, Noel Lee, Jeff Cohen.

 

Nuovo articolo su Le parole e le cose

Note sul Fidelio

by Daniela Brogi

di Guglielmo Pianigiani

[Stasera si inaugura la stagione operistica del Teatro alla Scala con la Prima di Fidelio diretta da Daniel Barenboim per la regia di Deborah Warner. Fidelio è l’unico lavoro teatrale realizzato da Ludwig van Beethoven. Pubblichiamo una presentazione di Guglielmo Pianigiani scritta per “Le parole e le cose” (dbr)]

Fidelio è un’opera che risente della moda teatrale postrivoluzionaria. Dopo la svolta del 1789, la voga della drammaturgia di ispirazione francese si accentua in tutta Europa, Germania compresa. I soggetti operistici traggono spunto dalle pièces di autori francesi e ciò accade anche con il Fidelio, derivato da un dramma di J. Nicolas Bouilly (fonte anche per Paër e Mayr) e relativo a un vero episodio occorso durante la Rivoluzione. Per motivi di censura, la vicenda viene retrodatata a Siviglia nel Seicento, ma per i suoi contenuti ideali ben si presta a una visione al di là del tempo e del luogo. La vicenda rivela uno schematismo esemplare: Leonora, moglie di Florestano, si traveste da Fidelio per poter accedere al carcere dove il marito è stato rinchiuso per motivi politici. Gli salva la vita, proprio prima che l’arrivo del Ministro conceda la libertà a tutti i prigionieri e condanni il perfido tiranno Pizarro. Ma del resto, l’opera di Beethoven (un singspiel, ovvero con i dialoghi parlati invece del recitativo), l’unica del suo catalogo, testimonia l’adesione a una precisa visione drammaturgica e conferma una visione ideologica netta. Gli assi portanti del suo credo filosofico si possono riassumere nei seguenti punti:

  1. La destinazione universalistica del messaggio artistico: Beethoven si rivolge all'”umanità” nel suo complesso, evitando derive soggettivistiche;
  2. L’opera manifesta una finalità etica e rivendica una prospettiva di emancipazione umana e di libertà;
  3. Il contenuto etico sceglie la rappresentazione allegorica ed esemplare quale strumento privilegiato di comunicazione artistica;
  4. La configurazione del plot secondo il genere delle pièces à sauvetage non è la resa alla moda del tempo, ma assolve a una funzione ideologica. Questo genere si era diffuso in concomitanza con la Rivoluzione francese e indicava una vicenda risolta solo in extremis grazie a un intervento salvifico esterno.

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nota su Daniela  Brogi

E su cosa fa (come e’ strutturata, si direbbe) una universita’ per stranieri

stranieri-unistrasi.jpg

 

 

chiara: mi sono chiesta cosa faceva “un’ universita’ per stranieri” immaginando un brulicare di lingue le più diverse: sì questo ci sara’ senz’altro  “nei corridoi”…

 

 

Questa e’ la risposta.

 

 

STORIA/PRESENTAZIONE

L’Università per Stranieri di Siena è una università pubblica italiana specializzata nell’insegnamento dell’italiano e nella ricerca scientifica sulla diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo e sul contatto fra la lingua-cultura italiana e le altre lingue-culture. L’Università per Stranieri di Siena recupera oggi la tradizione inaugurata dal Granduca di Toscana Ferdinando I, che nel 1588 istituì a Siena la prima Cattedra di Toscana Favella per l’insegnamento dell’italiano a studenti tedeschi, e quella dei corsi di lingua e cultura italiana, iniziati a Siena nel 1916 dopo l’Unità d’Italia.

 

 

Daniela Brogi
Ricercatore Universitario
Dipartimento di Ateneo per la Didattica e la Ricerca

 

 

 

 

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