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Piergiorgio Curti: Pugili
“””… < Avevo sette anni quando mi portarono a vedere il primo morto della mia vita, mio nonno. Un
nonno che avevo visto una sola volta perché la nonna era diventata l’ amante del banchiere e quando
lui era tornato dalla guerra non lo avevano neanche fatto scendere dal treno. Il nonno morto teneva
gli occhi chiusi e aveva la faccia bianca, il naso lungo e quell’ aria che hanno le teste dei
vitelli nelle vetrine delle macellerie. Solo che le teste di vitello tenevano anche da morte gli
occhi ben aperti e continuavano a guardarti con lo stesso stupore con cui ti guardavano quando erano
ancora fissate al corpo. Avevo capito perché i morti tenevano gli occhi chiusi. Perché se li
avessero tenuti aperti, non avresti potuto dire se erano vivi o morti. […] >. …”””
( dal racconto Pugili di Piergiorgio Curti nel n° 8 della rivista letteraria atti impuri Miraggi
Edizioni –
Torino Giugno 2014 )
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