ore 20:08 LO SAPEVATE CHE FREUD NASCE MEDICO E NEUROFISIOLOGO? LO SAPEVATE CHE NEL 1876 VINCE UNA BORSA DI STUDIO PER LA STAZIONE ZOOLOGICA DI TRIESTE DOVE CONTINUA I SUOI ESPERIMENTI? E DEI SUOI STUDI SULLA COCAINA CHE MANDAVA IN PICCOLE PORZIONI A MARTA, LA RAGAZZA CHE SPOSERA’, PERCHE’ LE VENISSERO LE GUANCE COLORITE? — LO SAPEVATE CHE – COME ALL’INIZIO NEL PROGETTO- NELL’ULTIMA OPERA CONTINUA AD AVERE L’IDEA CHE ALLE SUE SCOPERTE CI POTRA’ ESSERE CON IL TEMPO UNA BASE NEUROFISIOLOGICA?

 

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Mente e cervello, n° 20, marzo aprile 2006,

“ Buon compleanno, Dottor Freud”,

pag.44-53.

 

 

 

CHIARA:  il testo è un po’ deragliato e difficile da seguire per chi non sa già da altre fonti cosa vorrebbe dire; ho sottolineato alcune idee che se uno le dovesse ritenere, avrebbe già un guadagno favoloso:  una base solida. La cibernetica la lasciamo ai giovani che ce la spieghino. Altrimenti ahimè ci toccherà affrontarla. ma non oggi. Sono sola in casa dalle tre, sono quasi le  nove, sempre sola con Didi’: succede che ho bisticciato duramente con lui.  Ho ragione, ma finirò per pentirmi di averglielo detto perché lui tiene dei musi inossidabili.


 

Nel 1899, Sigmund Freud pubblica

 

“ L’interpretazione dei sogni”.

 

 


In quest’opera fondamentale si incontra spesso la frase:


“ Vogliamo lasciare del tutto da parte il fatto che l’apparato psichico di cui si parla qui è noto anche come apparato anatomico”.

 

Si ha l’impressione che Freud voglia volgere le spalle alla neurofisiologia per calcare un terreno puramente psicologico: in questo modo, almeno, hanno visto la cosa tutti i suoi discepoli. Per quanto concerne il metodo hanno sicuramente ragione: l’interpretazione dei sogni non ha più nulla in comune con la ricerca di lesioni cerebrali e di centri di eccitazione nervosa. Ma, appena accenna il discorso dell”apparato psichico”, Freud continua a vedere all’opera a livello psichico i principi biologici. Il suo lavoro lo conduce al cuore dell’antico problema dei rapporti tra corpo e psiche. In che modo egli se ne rappresenti la soluzione, lo spiega nel “ Progetto di una psicologia” del 1895, lo stesso anno in cui apparvero gli

“Studi sull’isteria”.


“ L’intenzione di questo progetto- scrive Freud- è dare una psicologia che sia una scienza naturale, ossia di rappresentare i processi psichici come stati quantitativamente determinati di particelle materiali identificabili, al fine di renderli chiari e incontestabili”. Dietro queste “particelle materiali” si celano i neuroni, che stanno in contatto tra loro attraverso le cosiddette “ barriere di contatto”, le sinapsi. Freud indica come “ quantità” l’energia psichica che scorre per mezzo dei neuroni. Essa deriva o dall’eccitazione degli organi di senso o- cosa molto più importante- dal corpo stesso, come energia pulsionale.

La liberazione di questa energia, per esempio nell’atto sessuale, dà piacere all’individuo, mentre un’ostruzione crea uno stato di crescente disagio.

 

chiara:  da qui non capisco, se mai qualcuno volesse spiedare a me e ad altri.

Già questa concisa descrizione chiarisce che la metafora di Freud dell’organo psichico- esemplare per i futuri cibernetici – è il motore elettrico. Il suo modello psicodinamico è simile  a una stazione a relé che trasmette una “ tensione” continuamente alimentata da un sistema conduttore ramificato. Soltanto di rado e in modo del tutto sconosciuto la quantità vi si trasforma in qualità, in esperienza vissuta. E tuttavia: “ Ogni atto psichico comincia in modo inconscio”. E si potrebbe aggiungere che la

maggioranza di essi rimane inconscia.  Pag.49-50

….egli ( Freud ) non vede alcuna possibilità di capire neurologicamente la differenza fondamentale tra processi coscienti ed inconsci: quel centro magico intorno a cui ruota l’intera psicanalisi….. A quell’epoca  è infatti ancora del tutto ignoto secondo quale principio lavori il cervello, se e come in esso si spostino quanti di energia e come si generino gli stati psichici.  Pag.51-52

 

Il concetto di neurone era stato introdotto nel 1881 dall’anatomista Wilhelm Waldeyer. Per molto tempo ancora non si riuscì a risolvere il problema se il fitto groviglio delle cellule nervose formi un tutto coerente paragonabile ad una spugna, come credeva l’italiano Camillo Golgi ( 1843- 1926), o se esso sia piuttosto formato da un fittissimo intreccio di subunità minori distinte, come preferiva credere lo spagnolo Santiago Ramòn y Cajal (1852-1934). Grazie al metodo della colorazione sviluppato da Golgi, Ramòn y Cajal dimostrò infine l’esistenza di minuscole lacune tra i processi cellulari dei vari neuroni, fornendo l’immagine di una miriade di unità comunicanti tra loro nel cervello. Questa scoperta fruttò ai due neuroanatomisti il premio nobel per la medicina nel 1906.

Il neuroanatomista francese Paul Broca (1824-1880) era riuscito nel 1861 a collegare un difetto di afasia di un paziente a delle lesioni presenti in una regione del lobo temporale sinistro, che oggi è nota come area di Broca e che oggi è la sede della capacità di produrre linguaggio. Pag.52

 

Dal neurone al linguaggio

Poco tempo dopo, intorno al 1874, il collega  tedesco Carl Wernicke si imbatté nella base cerebrale   della comprensione del linguaggio, che si trova sopra l’area di Broca.

 

Freud è scettico verso tutte queste ricerche. “ Di ciò che chiamiamo la nostra psiche ( o vita psichica ) ci sono note due cose: innanzi tutto l’organo fisico e il suo scenario- il cervello o sistema nervoso- e,in secondo luogo, i nostri atti di coscienza che sono dati immediatamente e che nessuna descrizione potrebbe farci comprendere più da vicino. Tutto ciò che sta in mezzo tra queste due cose ci è sconosciuto, e non è data una relazione diretta tra i due estremi del nostro sapere. Ma se pure una tale relazione esistesse, al massimo potrebbe fornire un’esatta localizzazione dei processi della coscienza, comunque non potrebbe aiutarci a comprenderli meglio”. Così si apre il “Compendio di psicanalisi” (1939), l’ultima opera di Freud (muore a Londra nel ’38), iniziata poco prima della morte, nella quale egli riassume ancora una volta i principi più importanti della sua psicologia. Freud sottolinea al contempo: “ I fenomeni di cui ci occupiamo non appartengono soltanto alla psicologia, hanno anche un aspetto organico- biologico… La nostra ipotesi di un apparato psichico spazialmente esteso, composto di più parti rispondenti a un fine, sviluppatosi dalle esigenze della vita, un apparato il quale solo in certi punti e a certe condizioni dà origine al fenomeno della coscienza, tale ipotesi ci ha messo nella condizione di poter edificare la psicologia su un fondamento analogo a quello di qualsiasi altra scienza della natura”….. più volte nella sua opera, Freud afferma il desiderio e la speranza che un giorno la psicanalisi si sarebbe fondata su una base  neurofisiologia…. I moderni neuroscienziati stanno fornendo, a loro modo di vedere, i metodi e i risultati necessari per dare un fondamento scientifico alle ipotesi fondamentali di Freud. D’altra parte lo stesso Freud aveva preso in considerazione anche il caso contrario, e cioè l’eventualità che la biologia, questo “ regno delle possibilità illimitate”, possa arrivare a risultati in grado di abbattere “ tutta la nostra costruzione artificiale di ipotesi”. Pag.52-53

 

 

 

 

 

 

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1 risposta a ore 20:08 LO SAPEVATE CHE FREUD NASCE MEDICO E NEUROFISIOLOGO? LO SAPEVATE CHE NEL 1876 VINCE UNA BORSA DI STUDIO PER LA STAZIONE ZOOLOGICA DI TRIESTE DOVE CONTINUA I SUOI ESPERIMENTI? E DEI SUOI STUDI SULLA COCAINA CHE MANDAVA IN PICCOLE PORZIONI A MARTA, LA RAGAZZA CHE SPOSERA’, PERCHE’ LE VENISSERO LE GUANCE COLORITE? — LO SAPEVATE CHE – COME ALL’INIZIO NEL PROGETTO- NELL’ULTIMA OPERA CONTINUA AD AVERE L’IDEA CHE ALLE SUE SCOPERTE CI POTRA’ ESSERE CON IL TEMPO UNA BASE NEUROFISIOLOGICA?

  1. Donatella D'Imporzano scrive:

    Interessantissimo questo articolo, che apre più di una finestra su un mondo affascinante e per la gran parte ancora da scoprire.

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