ore 19:30 CON ANTONIO VOLTOLINI (SOTTO LA FOTO DA GIOVANISSIMO) -RINGRAZIANDOLO—ANCHE NOI CONDIVIDIAMO UN BELL’ARTICOLO DI CORRADINO MINEO SU GENOVA CHE PUBBLICO MOLTO VOLENTIERI–SO CHE E’ UN GIONALISTA FAMOSO // MA, COME DIRE? NON E’ “MIO”—SICURA INVECE CHE MOLTI ALTRI LO APPREZZERANNO

 

 

 

questa è la miglior foto che ho trovato di antonio voltolini giovane, quando l’ho conosciuto-Era credo il ’68/69–o forse era prima–All’epoca abitavo alla Società Umanitaria e lui arrivava puntuale alle due con in mano il libro dell’epoca: di Baran e Sweezy, Il capitale  monopolistico, tradotto in italiano nel 1968  // Era la prima volta che si cominciava a dire che le grandi  ditte (monopoli), invece di farsi concorrenza si univano tra loro sia per determinare i prezzi sia per regolare i salari e assorbire eventuali aumenti salariali aumentando i prezzi.   Con questi patti, i lucri aumentavano vertiginosamente ponendo  il problema del destino di questi quattrini giganteschi: prima di tutto venivano spesi in pubblicità, mentre il secondo destino che li aspettava era dirigersi a trrovare altri lucri nelle spese militari. Di redistribuzione, come potete immaginare, non si parla.

Queste notizie vengono direttamente da wikipedia che ho appena  consultato: allora, in quei miei giovani anni, non mi ero dedicata a farmi una base in economia, neanche minima…così per quanto Antonio Voltolini mi spiegasse cosa c’era scritto e qui e là, nella mia testa rimaneva  solo una nebbia…per dire una confusione angosciosa. Al punto che non ho mai ripreso in mano questo testo!

 

 

 


Sono ancora più belli e giovani, ricoperti di fango. Sono i nostri figli che spalano a Genova. Qualcuno la meglio gioventù che fece la sua prova quando la furia dell’Arno travolse Firenze. Spalare mentre le grandes personnes – come diceva St Exupery –  si nascondono giocano a scaricabarile, vuol dire riprendersi il futuro. Viva! E non solo per Genova. La nostra Italia e l’Europa hanno bisogno di giovani coraggiosi che considerino trapassate le contese ideologiche della guerra fredda e si indignino per il cinismo, la mancanza di fede, l’opportunismo di troppi quarantenni che pregano un solo Dio, il Dio Potere. Forse troveranno ispirazione nelle parole di Francesco Papa, forse li convincerà il grido di Malala che chiede la scuola e il diritto allo studio per tutte, forse qualcuno di noi anziani, che non ha niente da perdere, potrà essergli utile.

Le grandes personnes si rinfacciano “La catena delle responsabilità”, Corriere della Sera, constatano che “il disastro si poteva evitare”, la Stampa. Forse scopriranno che la colpa è tutta dei Tribunali Amministrativi Regionali che accolgono i ricorsi dalle ditte escluse dagli appalti e paralizzano “8 opere su 19”, Repubblica. Io so che che se questi stramaledetti giudici paralizzano è perché sindaci, presidenti di regione, primi ministri non fanno fatto quello che avrebbero dovuto. È ragionevole che  per i lavori di pubblica utilità si proceda in modo più spedito e che il magistrato eserciti il suo controllo di legalità ex post, comminando pene durissime ad amministratori corrotti e appaltatori mafiosi. Ma questo scoprirebbe il gioco di un ceto politico, locale e nazionale, di destra e di sinistra, che si è nascosto dietro le aste al massimo ribasso, dietro procedure bizantine e certificazioni farlocche, per non esercitare il suo diritto-dovere quello di governare.

 

Se Renzi affondasse le mani in questo grumo, denunciasse l’ipocrisia della politica, costringesse l’amministrazione ad amministrare, avrebbe il mio incondizionato sostegno. Ma per farlo dovrebbe avere una squadra e usare il cacciavite. Invece preferisce fare da solo e usare la clava, sollevare questioni simboliche, vincere sulla carta, e gonfiarsi nei sondaggi – 62% per il premier, 41,2% al Pd, dice Diamanti.

 

Scrive Eugenio Scalfari che la minoranza Pd si è divisa in Senato e si è fatta spianare. Scrive con Draghi che il problema non è licenziare, ma formare i giovani e farli lavorare. Scrive che Renzi ha ormai in tasca l’accordo con Berlusconi – 51 senatori di destra non hanno risposto alla chiama, dunque la fiducia sarebbe passata comunque. Scrive che cancellare l’articolo 18 “non interessa l’Europa, non interessa la Germania e neppure la Francia”, interessa al signor padrone che si vuole rimettere “le braghe bianche” come nell’800, è un profondo cambiamento ma verso il vecchio non verso il nuovo”.

 

Entro ottobre – scrivono Corriere e Repubblica – Renzi metterà a punto il nuovo modello di partito, riprendendo l’idea plebiscitaria di Veltroni e ammodernandola con una spruzzata di Casaleggio. Rapporto diretto e costante tra Segretario e Popolo delle Primarie. Deputati e Senatori senza autonomia di mandato perché – dice Del Rio a la Stampa – è ora che i gruppi parlamentari si chiariscano sui confini da rispettare per stare in una comunità». In quanto segretario investito dalle primarie, Renzi pretende l’obbedienza dei dirigenti e dei militanti su qualunque scelta oggi o domani egli intenda fare. In quanto presidente del consiglio investito da Napolitano, pone la fiducia e chiede una delega in bianco per il suo governo. In quanto contraente del Patto del Nazareno prepara una riforma che consenta all’elettore di scegliere tra un Renzi trionfante, un Berlusconi azzoppato e un Grillo furioso.  Allegria!

 

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