Donatella incontra San Romualdo—guardate bene perché mario bardelli ha pennellato andando oltre “il velo di Maia”——-guardate ancora…guardate fino a “vedere”——–ma no schiamazzi no scandali nel nostro bliog! solo quel rilassamento che natura guida e vuole….
josephine baker –una specie di “generatrice” di Donatella /dopo un incontro del padre della Do /direttamente… a Parigi con la grande Josephine! La pelle tipo centro-Americhe di Donatella è da lì-// non dai soliti Arabi (chiamati Turchi qui) che hanno dipinto di nero tanti bimbi—anche parenti miei——Pensate voi, gli anni saranno stati almeno 1925-30: un padre che ha la testa e i mezzi per andare a Parigi…una volta solo per Josephine!
E le altre per chi?
Intanto la fidanzata in un canto del fuoco aspettava aspettava …di sposarsi. Cosa avete pensato? : in casa di artisti è sempre “tutto comme il faut!” Basta la mia…Un giorno sognerò di farvi venire qui e se siete tanti, ci metteremo nelle scale e poi nella piazza…e arriverà Nemo e Marisa e il suo giovane pittore ed Enzo chissà…e suoneranno un appello A Renzi de far mica lo stupid a toccare la scuola e il lavoro! Ma non vi salverete dai comizi dei socialisti…specie di Bordighera dove , credo, ne sia rimasto solo uno: ma chi è? Signori: è nessuno!
una vita di peregrinazioni, peripezie, alla ricerca di un rinnovamento
radicale del modo di essere monaco. ” Siedi nella tua cella come nel
Paradiso, scordati del mondo e gettalo alle tue spalle” lascia scritto nella
sua ” Piccola Regola d’oro”. Vive nel secolo intorno al Mille. Alcune delle
prime località in cui questo inquietissimo e tosto monaco si rifugia sono
davvero fetide. Nei pressi di Comacchio il suo soggiorno si rivela
impossibile: dalla palude esce un tanfo irrespirabile, l’aria è fetida e
Romualdo, cercando di resistere, finisce ” depilato, tumefatto e di colore
verde vivo”. Perfino uno come lui deve arrendersi e cercarsi un altro posto,
sempre sul delta del Po, in un isolotto tra due bracci del fiume. Lì si
organizza meglio: costruisce una baracca per ripararsi dalle intemperie, si
fabbrica gli attrezzi indispensabili per la sopravvivenza, dai cucchiaini
intagliati nel legno alle reti da pesca intrecciate con i vimini.
Soprattutto prega e cerca di respingere i visitatori che si fanno sempre più
numerosi e cercano di raggiungere l’isoletta, che si chiama Pereo, e che
oggi non c’è più. Tutti vogliono stargli accanto, chiedere consiglio, essere
guidati sulla via della salvezza. Nel maggio del 996 Romualdo vede sbarcare
sulla sua isoletta una flottiglia di barche e un mezzo esercito di
dignitari, vescovi, soldati che stanno al seguito dell’imperatore Ottone
III, un altro che non sopporta di lasciare in pace gli eremiti. L’imperatore
è venuto a chiedergli di diventare abate dell’importantissimo monastero di
Sant’Apollinare in Classe. Romualdo non ci pensa nemmeno, l’imperatore
insiste. La cosa va per le lunghe e intanto sull’isolotto scende la sera.
Ottone III, testa dura come il santo eremita, allontana i suoi dicendo loro
che lui passerà la notte sull’isoletta. I due, l’eremita e l’imperatore,
passano la notte nella baracca di Romualdo che, forse preso da compassione
per questo povero imperatore, fa il gesto di offrirgli una coperta, la sua.
Cortesemente l’imperatore rifiuta: grazie, ma la coperta no
qualcosa di terribile, dopo cinque anni in quell’isola fangosa, un pochino
ispida). Grazie lo stesso. Mossa geniale che forse muove davvero qualcosa
nel cuore del coriaceo Romualdo, che alla fine accetterà di farsi abate,
anche se per poco tempo e correndo parecchi rischi, scampati i quali
riprende la sua inquieta ricerca di posti dove rifugiarsi lontano dal mondo.
Nel suo peregrinare giunge ad una foresta appartata quanto basta. Un
benefattore gentile d’animo, dal nome promettente, Mandolo di Campo Amabile,
gli regala foresta e montagna. E lì, appunto, nasce l’eremo di Camaldoli.
Giorgio Boatti,” Le strade del silenzio”, Laterza 2012.
Per un primo orientamento su Camaldoli, eremo e cenobio, e sul suo fondatore
San Romualdo, sono suggeriti i seguenti testi ( indicati nella bibliografia
del suddetto libro di Giorgio Boatti): “Privilegio d’amore. Fonti
camaldolesi. Testi normativi, testimonianze documentarie e letterarie” a
cura di Teresa Falcini ( monaca di Bose), Edizioni Qiqajon, Comunità di
Bose, 2007. I dettagli dell’incontro tra Ottone III e Romualdo si trovano in
” San Romualdo e la fondazione del monastero di Sant’Alberto”, in
“Benedictina”, gennaio-giugno ” 2010.
E’ venuto molto bene e San Romualdo ne è certamente contento, lo si vede dal rosso acceso che lo colora in modo del tutto caratteristico ed insieme elegante, altro che il verde. Io invece sono verde di bile perché credo che mi sia sparito lo scritto di cui ti dicevo sul libro di Don Rigoldi. Pazienza! Certo che diventare verde come lui!!!
ciao bella ninìn . buona notte, è tardi davvero–ci sentiamo domani! chiarina
penso che staff si riferisca al personale ( anche dipendente ) di una impresa, ed equipe a un insieme di uguali ( squadra, in inglese team ) ….. mahhh
Sì, cara Chiara, un giorno verremo tutti lì da voi e riempiremo le scale, il corso e la piazza: Enzo, Silvio e Marisa in testa. Nemo potrà mettersi ancora la maglietta rossa da socialista d’ antan …. e sarà una festa grande….
grazie, ho così tanto bisogno di “sognare” in questo periodo! buona notte! chiara
grazie anche per la distinzione precisa che mi hai dato tra staff ed équipe: non la dimenticherò mai più perché è spiegata bene–