NEMO
“” Ora il tempo dovrebbe vergognarsi / di far quello che facciamo / di strampalarsi stralciarsi / sfalciarsi sfidarci infilzarci / ma vergognarsi di esser sempre / già passato mentre lo nomino. Non c’ è, sì c’ è / è questo qui di cui / scrivere il continuo / e losco cambio di marcia / tre volte in tre opere di ricordo – / macché è già tutto tappeto marcio di futuro. “”
( da Conglomerati poesie di Andrea Zanzotto, I poeti del nostro tempo, Mondadori Ottobre 2009, Euro 14 )
da qui, una nota di chiara:
i suoi 90 anni
Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – Conegliano, 18 ottobre 2011) è stato un poeta italiano tra i più significativi della seconda metà del novecento.[1]
(1) Gianfranco Contini: “era definitivamente «il migliore dei poeti italiani nati nel ‘900»”
Le Monde: “Zanzotto è stato «le plus moderne, plus savant, plus émouvant poète italien» (il più moderno, più colto, più intenso poeta italiano) del secondo novecento”.
“”” … ” …La distruzione del paesaggio è stata per me un lutto terribile …” …”’
( Andrea Zanzotto, nell’ intervista di Sabina Secchi , Radio 3 Rai ore 22,15 del 10 Ottobre 2011 )