ore 04:50 “CARO ELIANO, HO RICEVUTO STAMATTINA LA TUA CARA LETTERA. ADESSO SEI ANCHE TU UNO STRUFUIETTO, TI RICORDI CHE MI CHIAMAVI COSI’?”—- AD ELIANO, FRATELLO MINORE DI MIA MAMMA (O PETITU), —ERA NATO NEL ’22—“ERAVAMO MOLTO SIMILI”- DICEVANO I PARENTI E LA NUOVA MOGLIE-RAGAZZA.—IN FONDO, IN QUEI MINIMI ASPETTI CHE C’ERANO DAVVERO- AMAVANO NOI STESSI UNO NELL’ALTRO E, COME SEMPRE, “CI VEDEVAMO PIU’ BELLI” –QUESTE LETTERE, NE HO VARIE, RIGUARDANO IL PERIODO, SEI ANNI, IN CUI E’ VISSUTO IN TERAPIA INTENSIVA, MA IN CASA, VIVEVA IN DIPENDENZA TOTALE DALL’OSSIGENO—E’ SUCCESSO DOPO UNA TERRIBILE OPERAZIONE AL CUORE DURATA UN NUMERO DI ORE INVEROSIMILI—-LA SUA MALATTIA ERA L’ENFISEMA DOVUTA AL FUMO ANCHE SE ERA DA PIU’ DI DIECI ANNI CHE AVEVA SMESSO——MA LASCEREI PERDERE LE NEWS, LEGGETELO COSI’, SE VI PIACE, SENZA DOMANDE “CHI E’ -CHI NON E'”–TANTO RAZIONALMENTE O ANCOR PIU’ ARTISTISTICAMENTE, LA LETTERA NON VALE NULLA– SE LA SCORRETE “CON IL CUORE E LA VOSTRA SENSIBILITA'” —QUI E’ LA’ C’E’ QUALCOSA-CHE ACCETTANDO- POTREBBE SERVIRVI–O CHE SEMPLICMENTE VI PIACE—-CHIARA

chiara: la canzone in fondo è quella citata alla fine della lettera, con il titolo giusto-
entrambi sono di mariobardelli, a me paiono fatti al computer, ma la cartella diceva solo “Studi”

caro eliano, oggi sarai certamente in qualche punto estremo di tutte le estreme galassie, una polvere di stelline belle e brutte…Ma ci saranno mai stelle brutte? “Ci sono”–mi rispondi tu—Così va bene—Ho cercato qualcosa di bello da metterti e…dove se non?—nelle cartelle dei quadri di mario, quadri che ti piacevano tanto, in generale naturalmente; e’ rimasto in Brasile – ovviamente a casa tua- il ritratto dark- tutto nero,  che ti ha fatto, era difficilissimo farti un ritratto “decente” , secondo me, e quello è bellissimo perche’ sei proprio tu…chissà se laggiù qualcuno si smuove a farmene una foto, ma poi dimentico, tu lo sai, a te che una mia lettera pareva ogni volta- la stessa lettera- appena arrivata e te le facevi rileggere tante volte…forse ti facevo da “culla buona”: qui, pero’, lo so da me: ci sono anche le culle cattive! La tua, per es. sara’ stata una di queste…la nonna, tua madre, aveva preso di tutto per farti andar via, me lo hai raccontato tu e mia madre, ormai era patrimonio delle storie di famiglia, e il nonno (tuo padre) che di qualcosa si accorgeva, le diceva: “Guarda che se mi accorgo di qualcosa, ti denuncio”—Anche loro, due mondi opposti—Poi, per pura combinazione, sei nati pallido—” sul verde”! Erano i nostri antenati arabi e le loro scorribande….lassù a Pompeiana da dove venivamo. Sarà stata una croce per la nostra Chiara vederti…quello che so e’ che, se eri sul terrazzo e passava quel bambino tutto roseo e paffuto (tu eri magro magro), lei ti tirava in casa di corsa….”Che cose e che tempi”, direbbe Proietti  che ti piaceva. Caro Eliano, figlio del Sole….qui è il 14 maggio, sì pieno di rose, anche se tra poco sfioriranno, ma anche di elezioni: le europee il 25 maggio, le nostre amministrative…e poi tutti gli altri casini li vedi tu da lassu’, bastera’ guardare…giu’? No, ti viene male al collo, su un po’-davanti—ecco, così va bene—e vedere tutto molto meglio che in un’ immensa televisione—Forse lo sai, ma è quello che raccontano migliaia e migliaia di casi di persone sopravvissute al coma…
Ti lascio, ormai deve essere giorno, apro le persiane e di mando un bacio diretto, chiara
PS. ho dimenticato, ti ho messo due opere di Mario al computer (le chiama bene: “computerart” tutto attaccato), lavori che non sei arrivato a vedere, mi pare—E’ buffo, mario-chiara, così opposti, hanno avuto un Maestro o modello in comune: tu, e come si fa con i modelli, tutti e due abbiamo cercato di assomigliarti…ma quali risultati irriconoscibili! “Che cose che tempi”…dice Gigggi, come lo chiama Nicolo’
Caro Eliano, ho ricevuto questa mattina la tua cara lettera. Adesso anche tu sei uno strufuietto, ti ricordi che mi chiamavi così?
Ti penso sempre, quasi in ogni attimo del giorno. La mia vita è molto semplice, molto limitata. Al mattino viene la Donatella, preferisce scrivere qui i suoi racconti perché a casa finisce per non combinare niente, e io sono al computer, faccio le compere con Mario, qualcosa da mangiare, due minuti guardo la ragazza cosa fa, parlo con Pippi al telefono, e tutta la mia attività finisce qui.
Ho molto tempo per me e per i miei pensieri e posso pensare costantemente alle persone che amo. Ma non c’è proprio nessuno a cui pensi tanto come a te. Ti penso anche quei minuti in cui faccio il solitario, sono sicura che mi insegneresti delle mosse decisive, hai ancora quell’ aggeggio su cui facevi le partite a bridge?
Ti penso tanto anche perché ti penso solo, come tutti i malati… per quanto gli altri ti vogliano bene non ce la fanno ad immaginare  la tua vita, i milioni di sforzi che ogni minuto richiede.
Non che io abbia la pretesa di sapere di te, di come vivi e ancor più cosa ti passa nella mente, ma i malati un po’ si assomigliano e, allora, nella mia lunga esperienza di malattia ti sento vicino, mi sento vicina. Vorrei poterti accogliere in un abbraccio e farti un nido dove potessi rifarti, vorrei che esistessero le favole, che ci fosse quell’ingenua Provvidenza che premia chi soffre e lo fa ricominciare da zero.
Nell’ultima crisi, ormai di anni fa, mi pare fosse il ’94, pensavo alla storia di Giobbe, lo leggerai sul libro, all’impossibilità di annettere un senso alla sofferenza, e io ti vedo un po’ così, ma lui aveva Dio dalla sua, anche se era un Dio con cui avrebbe voluto discutere.
Per un altro, che non c’è passato, è difficile immaginare cosa sono sei anni. Il brutale cambiamento che ha avuto la tua vita, la forza di adattamento e la pazienza ( da patire) che ti ha richiesto.
Ricordo  anche molto l’Eliano prima di allora, cioè sempre tu, mi venite in mente insieme, la tua bellezza in un senso vasto… non mi pare di averti idealizzato e anche se un po’ fosse che importanza ha? Sei tu visto con gli occhi di una persona che ti ha sempre amato molto.
Poi la cosa è più vasta perché tu comprendi tutto il mio amore per i S. (la famiglia)  in generale. Ci sei adesso solo tu della mia famiglia. Non assomigliavo a mio padre se non forse nella bontà spontanea, nella capacità di voler bene e tenere i legami. Per il resto sono una S., mi sento così, e allora tu sei tutta la mia famiglia.
Tutti i S. sono dentro di me e popolano il mio mondo immaginario, anche A., lo ricordo quando ero bambina ed ero sempre a casa della M. d’estate, ufficialmente ero lì per D., ma poi lei non voleva far niente se non stare sul letto con un libro, allora andavo alla funivia con la G. Spesso alla sera, la Mina faceva una meravigliosa peperonata sbattendogli quando pronta le uova, e quando la faccio io, mi ricordo che diceva : ” I peperoni devono essere ben bruciaticci”, e li faccio ancora così.
Non avendo figli, allora vedevo meno Ninetto e la Ri. Ho recuperato in seguito.
Volevo bene anche alla E., ma era una persona da prendere con le molle. Piuttosto era diventata una persona così, a forza di star sola e con quello strano marito sempre in Africa.
Tutte le volte che dovevo partire per l’università, ammesso che non te lo abbia già detto, non ricordo più tanto, a casa mia c’erano sempre scenette perché volevano che mi fermassi ancora qualche giorno. Io sapevo che se avessi  ceduto una volta, dopo sarebbe diventata una settimana e così via. Il bello era che io a Milano non ci volevo andare, facevo una facoltà dove capivo poco, tutti quelli che venivano dai licei di Milano mi sembravano dei professori in confronto a me, i miei professori al Cassini a Sanremo, si addormentavano in classe e poi, per niente attratta da loro, io non studiavo, persa da altri problemi, e poi dovevo leggere, ero in un tremendo arretrato. A Milano non conoscevo nessuno, non parlavo con nessuno. Ho sentito tremendamente il passaggio da Sanremo “alla città”.
Una di queste volte, a casa mia,  c’era la Elsa.
Dopo vari tiramenti da tutte le parti, sono scoppiata in singhiozzi. La I. si gira da mio papà e dice seria: “Noi non piangiamo così”. In effetti mi erano venuti fuori dei suoni repressi, quasi animaleschi. Così la Elsa ha commentato: ” E’ furba, così adesso può andare”.
La Elsa era una persona per me molto complessa, non era facile da capire, non la immagino per niente una persona calcolatrice, anzi, ma poi veniva fuori a volte con dei giudizi sulle persone come se queste potessero essere delle macchinette mosse da raggiri. E interessate unicamente dal loro utile immediato.
So che ci sono delle persone che vivono abbastanza così, ho un’amica di Sanremo che vive a Milano, che è un po’ così. Le sono amica perché non ha nessuno e poi, questo suo mondo, così lontano dal mio, mi attrae un po’, sono persone che qualunque cosa facciano, ti dicano – o meglio, il più delle volte, perché nessuno riesce ad essere perfetto! – è per ottenere qualcosa.
Per la E., la sorella che piu’ ti e’ stata vicina da ragazzo,  la mia adolescenza, e  la tua (“fate esattamente le stesse cose”), erano una mascherata, qualcosa fatto per impressionare il pubblico. In parte ci sarà stato anche questo, tutti gli adolescenti lo fanno.
Solo che ci si sta male davvero.
Nessuno è mai stato capace di raccontarmi com’era la E. da ragazza, quando starai meglio e potrai scrivere senza ossigeno, magari me lo dirai tu, so che eravate molto vicini allora. Avevate numerato le barzellette... Forse andavate in villeggiatura insieme. Mi ricordo qualcosa, ma non bene, forse una volta la E. ti ci ha mollato ed è tornata a casa, così la nonna l’ha subito rispedita indietro. Un posto dove giocavi a tennis. Sarà così?
Come dici tu, credo proprio che tu abbia una crisi di stanchezza, non so come tu possa fartela passare, ma devi proprio farlo, la stanchezza, come sai anche tu, può portare alla depressione… anche senza fare paragoni tra il mio stato mentale e il tuo, non mi sono mai ammalata se non sotto stress, non so spiegarmi bene, ma quando siamo stanchi si allentano i controlli della nostra mente, il nostro io si slega un po’ dalla realtà, quella che percepisce e che gli può dare un po’ di piacere a vivere, si lascia un po’ invadere da immagini inconsce e non è detto che questo aiuti. La realtà percettiva, le sensazioni di cose piccole e concrete sono sempre una grande salvezza. La S. e la sua allegria, i tuoi figli… se il nostro io si stanca, si lascia avvolgere come in una leggera nebbia, le percezioni risultano sbiadite, abbiamo meno voglia di comunicare, ci sentiamo un po’ stonati, un po’ fuori luogo e anche le cose che potrebbero darci piacere, sbiadiscono e noi non le sentiamo più. Solo che senza un po’ di piacere non si può vivere.
Ti dò le mie ricette, per quello che puoi fartene.
Sono agli ultimi tocchi del libro, fra una settimana te lo spedisco stampato, ho troppa pena di Bruno, varie parti le hai già lette. Altre, grazie al cielo, non ancora, non sarà tutto ripetuto, la lettera a Pippi è stata abbondantemente rifatta. Ho diviso tutto in capitoletti perché sia più leggibile.
Fare questo lavoro mi ha stancato moltissimo, forse perché non è come scrivere un racconto, hai sempre le viscere in ballo, devi farle passare attraverso un filtro…”demoniaco”, come avrebbe detto Maria… In realtà  è stata un’ulteriore autoanalisi che mi ha fatto molto bene. La mia depressione va molto meglio, mi sento anche un po’ più intera. Quindi, comunque vadano le cose, valeva la pena.
Sono un po’ in ansia di mostrarmi a questa analista, che io stessa ho contattato, in fondo è esporsi molto, un po’ come lavare i panni sporchi in pubblico, vedi, che strano, se per caso dovessero pubblicarlo, non mi farebbe impressione perché non dovrei vedere i miei quattro immaginari lettori. Questa analista la conosco, è una persona molto sensibile e garbata. E più che altro l’idea. Mi dirà qualcosa a settembre. E’ venuto molto lungo perché ho voluto seguire un mio ritmo nel fare gli spaziati, allora è più bianco che nero, così sembra lunghissimo. Manca una parte che farò in seguito. Adesso ho bisogno di riposarmi e fare altro. Entro una settimana lo stampo e lo mando, ti arriverà un malloppo!
Mi aiuta molto il tuo appoggio, anche solo dire ” spediscimelo”… mi fa un po’ da girello per camminare. Anche la Do l’ha letto e le è piaciuto, ma la Do è molto generosa, tu sei una persona difficile, e poi tu sei tu e il tuo giudizio mi è molto più prezioso.
La S.  ha proprio ragione a lamentarsi che non le scrivo, non ho neanche risposto al suo e-mail, ma ho proprio il tempo contato, sto riguardando tutto parola per parola per correggere gli errori, il giorno quattro di giugno  devo chiamare questa analista e mi darà un appuntamento e devo essere pronta.
Ho anche una busta da spedirti con alcune cose che mi aveva dato Lidò per te, ma l’altra volta mi sono dimenticata, sono cartoline e un biglietto suo che credo di averti già trascritto. Non l’ho più sentita, non ho avuto tempo, ma so di sicuro che ti pensa sempre e che ti vuole bene. Anzi, continua ad amarti “come l’unico uomo della sua vita”  davvero un giorno mi farai il conto: “Ma quante erano di preciso?”   Te lo rimarco, perche’ come sai, bisogna approfittare di tutto il buono possibile per rimanere attaccati alla vita, magari ci riserba qualche sorpresa, buona, anche la nonna avrà detto che non possiamo sapere cosa c’è dietro l’angolo, non credo fosse una frase di mia madre.
E’ arrivata l’ora della cena, Francesca è da due giorni a Busto Arsizio a casa del ragazzo, così qui è tutto più tranquillo e ho anche meno da far da mangiare perché Mario si accontenta molto e poi, gentilmente, trova sempre tutto buono.
Ti abbraccio e vorrei cantarti quella “cancao pra ninar”, se è così il titolo, ma sono io che ho paura di volare, non tu, chiara
Miniatura
Quando estou nos braços teus
Sinto o mundo bocejar
Quando estou nos braços teus
Sinto a vida descansar

Quando sono nelle tue braccia
Sento il mondo sbadigliare
Quando sono nelle tue braccia
Sento la vita che si riposa

No calor do teu carinho
Sou menino passarinho
Com vontade de voar…
Sou menino passarinho
Com vontade de voar.
Nel calore del tua  tenerezza
Sono un bimbo passerottino
con la voglia di volare…

(ripete)—
Nella seconda parte, ripete dall’inizio.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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2 risposte a ore 04:50 “CARO ELIANO, HO RICEVUTO STAMATTINA LA TUA CARA LETTERA. ADESSO SEI ANCHE TU UNO STRUFUIETTO, TI RICORDI CHE MI CHIAMAVI COSI’?”—- AD ELIANO, FRATELLO MINORE DI MIA MAMMA (O PETITU), —ERA NATO NEL ’22—“ERAVAMO MOLTO SIMILI”- DICEVANO I PARENTI E LA NUOVA MOGLIE-RAGAZZA.—IN FONDO, IN QUEI MINIMI ASPETTI CHE C’ERANO DAVVERO- AMAVANO NOI STESSI UNO NELL’ALTRO E, COME SEMPRE, “CI VEDEVAMO PIU’ BELLI” –QUESTE LETTERE, NE HO VARIE, RIGUARDANO IL PERIODO, SEI ANNI, IN CUI E’ VISSUTO IN TERAPIA INTENSIVA, MA IN CASA, VIVEVA IN DIPENDENZA TOTALE DALL’OSSIGENO—E’ SUCCESSO DOPO UNA TERRIBILE OPERAZIONE AL CUORE DURATA UN NUMERO DI ORE INVEROSIMILI—-LA SUA MALATTIA ERA L’ENFISEMA DOVUTA AL FUMO ANCHE SE ERA DA PIU’ DI DIECI ANNI CHE AVEVA SMESSO——MA LASCEREI PERDERE LE NEWS, LEGGETELO COSI’, SE VI PIACE, SENZA DOMANDE “CHI E’ -CHI NON E'”–TANTO RAZIONALMENTE O ANCOR PIU’ ARTISTISTICAMENTE, LA LETTERA NON VALE NULLA– SE LA SCORRETE “CON IL CUORE E LA VOSTRA SENSIBILITA'” —QUI E’ LA’ C’E’ QUALCOSA-CHE ACCETTANDO- POTREBBE SERVIRVI–O CHE SEMPLICMENTE VI PIACE—-CHIARA

  1. diletta luna scrive:

    ho letto con piacere e con calma rileggerò. Ho capito perché ,quando parliamo , spesso nomini Eliano . Non sapevo di questo vostro ottimo ( mi pare ) rapporto.

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