ore 12:58 Vittorio Coletti: Mazzini e Grillo L’ Europa ideale e l’ Antieuropa populista.—da nemonemo www.cinelibri.iobloggo

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per vedere subito l’articolo——fondamentale nella sua “analisi logica” della Negazione e dell’Affermazione—-viste nella loro funzione e disfunzione in politica—-

 


fate il solito cangurino e saltate

Mazzini—-tanto lui c’e’ e sta là- fisso- per insegnarci i doveri dell’ uomo, quando  passa  da persona privata a pubblica (è suddito) e infine—chissa’ quando— a “cittadino”—Noi italiani siamo ancora sudditi.

 

 


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Vittorio Coletti: Mazzini e Grillo

L’ Europa ideale e l’ Antieuropa populista.

 

 

Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805Pisa, 10 marzo 1872)

« Ebbi a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d’accordo tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini. »
(Klemens von Metternich dal 1821 “Cancelliere” o Ministro Plenipotenziario, dell’ IMPERO ASBURGICO-(Memorie,) citato nell’Edizione nazionale degli Scritti di Giuseppe Mazzini a cura della Commissione per l’edizione nazionale degli Scritti di Giuseppe Mazzini, Cooperativa tipografico-editrice P. Galeati, 1926[

 

 

 

1853   GIUSEPPE MAZZINI IN ESILIO A LONDRA

Una delle prime foto dal fronte scattate

dall’inglese Roger Fenton durante

la Guerra di Crimea (1853-1856)

da: www.milanofratricida.com

 

 

 

 

da Rep. Giovedì                                                8 Aprile 2010.

Pubblicato sul web da Mario Battiglia a 21:00

 


 

 

pubblicato nel 1860, con Prefazione dell’autore-–“REBALDORIA. COM e’ la ditta che lo vende in rete—dice di essere questo l’unico originale rimasto e lo vende a 45 euro—se mai interessasse–ATTENTION IMBROGLI!

 

 

chiara si scusa di aver preso tanto spazio, mi sono proprio persa in Giuseppe Mazzini, per me un’antica memoria che, oggi, pero’, “grazie agli autori”— è diventata un vivo che ti parla e ti chiede conto:  “Tu cosa stai facendo per la “Giovane Italia” cosi’ ridotta agli estremi?

 

 

ma–adesso- finalmente, potete leggere

 

 

il post di nemo:

 

 

Vittorio Coletti:

 

 

Mazzini e Grillo

 

 

L’ Europa ideale

 

e l’ Antieuropa populista.

 

 

“La Negazione”  in politica, percorsi e risultati

confrontati con i problemi e gli effetti dell’  “Affermazione-“



“””… < […] La politica del no consente di unire sotto la stessa bandiera il vittimismo del furbacchione  ( di cui Berlusconi è il principe )  e la presunzione del fesso, che snobba grazie a qualco frettoloso blog vari decenni di studi superiori e migliaia di pagine di libri o di ore di laboratorio. La negazione ha anche un’ altra ragione per essere popolare. È più semplice dell’ affermazione. Si tratta infatti della più infantili delle risposte, aggrega le persone e crea un’ illusione di soluzione, ignorando che le soluzioni vere passano invece attraverso sforzi, privazioni e difficoltà, che spesso dividono. Se Grillo dicesse dei sì, si dividerebbe il suo popolo, che si riconosce in lui fino a che dice solo di no. Ma se, in opposizione al terzo valico o alla tav, proponesse anche solo una linea a scartamento ridotto in
Val Casotto, spezzerebbe subito il solido fronte dei suoi seguagi da cui si staccherebbero i no linea. Nel no è facile essere d’ accordo, perché si può dire no per mille ragioni, mentre per proporre il sì spesso se ne trova a stento una. C’ è un particolare però che non deve sfuggire: quando ci serviamo di un bene ( una medicina frutto di lunghe ricerche, una strada o una ferrovia costruite in molti anni di lavoro ) godiamo della conseguenza di un sì. Il no non può essere l’ unico linguaggio né uno slogan. È facile dire no a un inceneritore. Ma resta il problema dello smaltimento della spazzatura che richiede un sì a qualcosa. Pizzarotti lo ha constatato a sue spese. Succede, ovviamente, che anche il no possa essere un bene ( il no al male, alla disonestà, all’ ingiustizia, alla tirannia ), ma sul no non si è mai costruito nulla. Non a caso la Resistenza si è chiamata così, e non Negazione, perché affermava un bene prima ancora di negare un male. Il no è il linguaggio delle destre
populiste di sempre, che amano ora gli integrati alla Berlusconi, ora gli apocalittici alla Grillo, con la stessa, stolta dedizione e identiche ragioni di pigrizia culturale e mentale. Il no semplifica la vita, eliminando il pensiero. In un paese dove i cittadini sono tornati bambini e i politici hanno perso, per indegnità di gruppo, il ruolo doveroso di orientamento e indicazione del bene comune, la politica del no è di certo la via più semplice per raccogliere consenso, ma riporta di nuovo indietro le lancette della storia. La Liguria, che è stata famosa per un uomo come Mazzini, i cui faticati sì ( all’ Italia, alla repubblica, all’ Europa ) hanno avuto un futuro, oggi rischia di esser celebre anche per un uomo come Beppe Grillo, i cui no feroci la ricacciano nel buio del ventennio del populismo negativo e iroso, proprio quando si poteva sperare che cominciasse a uscirne >. …”””

( da Liguria, Italia  la repubblica/Il Lavoro di Genova di Domenica 4 Maggio 2014 )

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aggiungo da CHIARA:   ASCANIO CELESTINI: PRIMO MAGGIO—LETTERA A GIUSEPPE MAZZINI

https://www.youtube.com/watch?v=JLl8-ZiUh4A

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