8 GENNAIO 2014 ORE 17:46 GIORGIO GABER E SANDRO LUPORINI—UNA NUOVA COSCIENZA DEL 96/ 97—–NON SAPEVO PIU’ NIENTE DI GABER: Giorgio Gaber, nome d’arte di Giorgio Gaberscik (Milano, 25 gennaio 1939 – Montemagno di Camaiore, 1º gennaio 2003), è stato un cantautore, commediografo, regista teatrale e attore teatrale e cinematografico italiano. Affettuosamente chiamato “Il Signor G” dai suoi estimatori, è stato anche un chitarrista di valore, tra i primi interpreti del rock and roll italiano (tra il 1958 e il 1960). 1939-2003: OGGI SI DIREBBE “MORTO GIOVANISSIMO”—

 

GUARDATE PRIMA QUESTO “ESTRATTO DA” : MI SEMBRA MEGLIO—FORSE PERCHE’ PIU’ CORTO COME DIREBBE IL NOSTRO POETA NEMO!

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Rq5dWkxEWpM

 

QUESTO DOVREBBE ESSERE LA VERSIONE ORIGINALE DEL 96/97

 

 

Sandro Luporini

Pittore, scrittore e coautore di Giorgio Gaber (NOTIZIE IN FONDO, A CHI INTERESSA)

 

 

Giorgio Gaber

UNA NUOVA COSCIENZA

“Io come uomo
io vedo il mondo
come un deserto di antiche rovine.

Io vedo un uomo
che tocca il fondo
ma forse al peggio
non c’è mai una fine.

Nel frattempo la vita
non si arrende
e la gente si dà un gran da fare
tanti impegni tante storie
con l’inutile idea di colmare
la mancanza di una nuova coscienza
di una vera coscienza.

È come se dovessimo riempire
un vuoto profondo.
E allora ci mettiamo dentro:
rimasugli di cattolicesimo,
pezzetti di sociale,
brandelli di antichi ideali,
un po’ di antirazzismo,
e qualche alberello qua e là.

La decadenza
che viviamo
è un malessere
che ci prende pian piano.
È una specie di assenza
che prevede una sosta obbligata
è la vita che medita
ma si è come assopita.

Siamo vivi malgrado la nostra apparenza
come uomini al minimo storico di coscienza.

È come se la vecchia morale
non ci bastasse più.
In compensose ne sta diffondendo una nuova
che consiste nel prendere in considerazione
più che altro i doveri degli altri… verso di noi.
Sembrerà strano
ma sta diventando fortemente morale
tutto ciò che ci conviene.
Praticamente un affare.

La decadenza che subiamo è uno scivolo
che va giù piano piano.

È una nuova esperienza
che ti toglie qualsiasi entusiasmo
e alla lunga modifica il tuo metabolismo.

Siam lì fermi malgrado la grave emergenza
come uomini al minimo storico di coscienza.

E pensare che basterebbe
pochissimo. Basterebbe spostare a stacco
la nostra angolazione visiva. Guardare
le cose come fosse la prima volta. Lasciare
fuori campo tutto il conformismo
di cui è permeata la nostra esistenza.

Dubitare delle risposte già pronte.
Dubitare dei nostri pensieri
fermi, sicuri, inamovibili.

Dubitare delle nostre convinzioni
presuntuose e saccenti.
Basterebbe smettere di sentirsi sempre delle brave persone.

Smettere di sentirsi vittime delle madri,dei padri, dei figli.

Smascherare, smascherare tutto:
smascherare l’amore, il riso, il pianto, il cuore, il cervello.

Smascherare la nostra falsa coscienza individuale.
Subito. Qui e ora.

Sì, basterebbe pochissimo. Non è poi così difficile.
Basterebbe smettere di piagnucolare, criticare, fare il tifo e leggere i giornali.

Essere certi solo di ciò che noi viviamo direttamente.

Rendersi conto che anche l’uomo più mediocre può diventare geniale
se guarda il mondo con i suoi occhi.

 

 

UN SITO DI GABER—QUI TROVATE NOTIZIE COMPLETE ANCHE SUL PITTORE SANDRO LUPORINI—

http://www.giorgiogaber.org/index.php?page=biografia_luporini

NE PUBBLICO UNO STRALCIO SIMPATICO:

 

Giorgio Gaber e Sandro LuporiniGiorgio Gaber e Sandro Luporini negli anni novanta.

 

 

La collaborazione artistica tra Sandro Luporini e Giorgio Gaber ha inizio già dai primi anni sessanta.
L’atmosfera di una mostra alla Galleria Bergamini di Milano è descritta dalla voce di commento nel cinegiornale dell’Istituto Luce del 14 febbraio 1963: «Il pittore Sandro Luporini si aggiunge ad una qualificata compagnia: è Giorgio Gaber che fa la serenata ai quadri esposti dall’artista viareggino in una nota galleria milanese. Nel cordiale incontro tra pittura e musica leggera non manca Maria Monti, una cantante molto personale. In questo fragoroso omaggio a Luporini dei cantautori milanesi, in un clima da barbera a gogò a cui si aggiunge anche Enzo Jannacci, quasi quasi dimenticavamo di dare un’occhiata ai quadri che sono, invece, degni di attenzione per la loro felicissima vena poetica al limite tra il figurativo e l’astratto, tra la realtà e la fantasia, come in un lirico dormiveglia.»

 

I primi risultati del sodalizio sono evidenti già in “Così felice” e “Barbera e champagne”, tra le canzoni più ricordate di quel periodo. Nel 1970, con lo spettacolo “Il signor G”, prende il via la lunga stagione della scrittura teatrale, dal Teatro Canzone alla prosa d’evocazione fino agli ultimi album registrati in studio (“La mia generazione ha perso”, 2001 e “Io non mi sento italiano”, 2003). Un’esperienza unica nel genere: un teatro di intervento, di considerazioni sull’oggi, che per il linguaggio e i contenuti si è spesso rivelato anticipatore di importanti istanze sociali.

 


«Intervista a Gaber, 1989»

Gaber parla della sua collaborazione con Sandro Luporini

[VIDEO INEDITO]

 

(SOTTO)

Brano tratto dall’intervista video al Teatro Ariosto di Reggio Emilia.
In occasione della mostra di pittura di Sandro Luporini al Teatro Ariosto di Reggio Emilia nell’aprile 1989, allestita in concomitanza con la messa in scena dello spettacolo “Il Grigio”, Gaber racconta:
«Noi ci conosciamo dal ’59, io avevo appena cominciato questo mestiere e Luporini abitava a Milano, eravamo dei vicini di casa. Devo dire che io allora facevo assolutamente il cantante, lui faceva assolutamente il pittore e cominciammo a scrivere delle cose insieme per divertimento, in quanto il mercato della musica leggera non consentiva alcuni tipi di canzoni un po’ particolari… quindi lo facevamo per il piacere di farlo, per la voglia di stare insieme e poi perché spesso le amicizie si consolidano facendo insieme delle cose, altrimenti rimangono un po’ impotenti. Questa vicinanza, questo affetto che è durato diversi anni, ha trovato poi nello spazio teatrale una dimensione più congeniale a questo tipo di cose e dal ’70-’71, dal “Signor G” in avanti, quindi da tanto tempo, gli spettacoli sono stati firmati tutti Gaber-Luporini.»

 


GABER: BRANO  DELL’INTERVISTA RIPORTATO QUI SOPRA E MINUSCOLO, MA SIGNIFICATIVO, INTERVENTO DI SANDRO LUPORINI

Annotazioni:

Sandro Luporini e il cinema: “L’inferno addosso”, 1959, drammatico, di Gianni Vernuccio, con Annabella Incontrera, Sandro Luporini, Jeanine Falconi; “L’uomo che bruciò il suo cadavere”, 1967, poliziesco, di Gianni Vernuccio, con Annabella Incontrera, Franca Marzi, Maria Monti, Sandro Luporini, Franco Cerri.

 

Per approfondire:
BibliografiaCataloghi“Immagini, parole e note nell’opera di Sandro Luporini”
Rassegna stampaSandro Luporini, in particolare: “Sandro Luporini: Gaber, l’Obeso e la generazione dei gabbiani ipotetici” |Attualità
A cura di Micaela Bonavia.

Si ringraziano il maestro Sandro Luporini e Adriano Primo Baldi, presidente dell’Adac Arte di Modena, per la disponibilità e cortesia e per l’autorizzazione a pubblicare il materiale originale riportato nelle pagine dedicate al Maestro.

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