19 GENNAIO 2014 ORE 09:27 LO STESSO MARCO GOLDIN /UNO DEGLI ORGANIZZATORI DELLA MOSTRA / E AUTORE DEI TESTI DELLO SPETTACOLO (ART. SG.) / CI RACONTA COME SI E’ ARRIVATI AD UN’ESPOSIZIONE A BOLOGNA DI VERMEER DAVVERRO ECCEZIONALE RISPETTO A TUTTE LE ALTRE CAPITALI NEL MONDO CHE LO HANNO OSPITATO—CI PARLA DI MUSEI DA NOI (IO) MAI SENTITI, MA-RAGAZZI BELLI- SU LE GAMBE! CI ASPETTANO! CIAO, BUONA DOMENICA, CHIARA…che si prova a mettere il naso fuori “sperando di non morire assiderata…”—SE VI PIACE LO CHARME MISTO AL VELENO, CURIOSATE SU MARCO GOLDIN, L’ARTICOLO IN FONDO “IN NOME DELLE EMOZIONI E DEGLI SGHEI” — DI CUI – MIE FIGLI AMATISSIMI—NON SO ASSOLUTAMENTE NIENTE!

 

 

marco goldin, nato a Treviso nel 1961, ha diretto vari musei, curato innumerevoli esposizioni, insegna alla UILM di Milano+una specializzazione per curatori di musei—e ha scritto – letteralmente per essere cosi’ “piccolo”- una valanga di libri, tutti sull’arte—

 

 

da   LINEA D’OMBRA

oggi un sito, un tempo una meravigliosa rivista letteraria, ma uscirà ancora? Lo sapete? Se non volete scrivere, almeno qualche rullo di tamburo…

 

 

IL MITO DELLA GOLDEN AGE.
DA VERMEER A REMBRANDT
CAPOLAVORI DAL MAURITSHUIS

 

Bologna, Palazzo Fava

8 febbraio – 25 maggio 2014


 

ragazza-con-orecchino

LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA

 

IL MITO DELLA GOLDEN AGE.
DA VERMEER A REMBRANDT
CAPOLAVORI DAL MAURITSHUIS

 

Bologna, Palazzo Fava

8 febbraio – 25 maggio 2014

INTRODUZIONE

La ragazza con l’orecchino di perla. Pochi altri titoli al mondo evocano, come questo, il senso di una immediata riconoscibilità, di una conoscenza acquisita, di una bellezza suprema e misteriosa. Il riferimento istantaneo, per tutti, a un’immagine. Il romanzo e il film, di enorme successo mondiale, che le sono stati dedicati, hanno di recente aggiunto a tutto ciò un grado ulteriore di notorietà planetaria. Assieme alla Gioconda e all’Urlo, si tratta del quadro più conosciuto e più amato nel mondo. Opere delle quali non è nemmeno necessario ricordare l’autore, poiché nel titolo è già detto e riconosciuto il loro peraltro indicibile fascino.
Conservato a L’Aia, in uno dei musei più raffinati non soltanto in Europa, il Mauritshuis, fa di quella città olandese uno dei luoghi maggiormente visitati dagli amanti della bellezza. Tutti con l’unico pensiero in testa di andare a incontrare La ragazza con l’orecchino di perla. Proprio come laGioconda a Parigi, o come l’Urlo a Oslo. Simboli ed emblemi, prima ancora che capolavori essi stessi, centri di bellezza e fascino segreto. Come se l’opera potesse uscire dall’opera, e darsi appunto in quanto emblema, prima che come pittura. Ciò che unicamente capita a quanto vive in eterno.
Da un paio d’anni il Mauritshuis – scrigno di opere somme da Vermeer fino a Rembrandt – è chiuso per importanti lavori di restauro e ampliamento, che ne vedranno la riapertura al principio dell’estate 2014, in una straordinaria veste che saprà unire l’intenso attaccamento al passato alla proiezione verso il futuro.
La direzione del museo ha concepito l’idea, in questo lungo frangente di chiusura, di spostare una parte della collezione presso il Gemeentemuseum sempre a L’Aia, di modo che i visitatori che giungono da tutto il mondo non perdessero l’abitudine di incamminarsi da Amsterdam fin lì. Ma una parte, strepitosa, di quella stessa collezione ha preso, rarità senza precedenti, le vie del mondo. E in questa parte, è inclusa proprio La ragazza con l’orecchino di perla.
Cinque selezionatissime sedi, due in Giappone e tre negli Stati Uniti, hanno ospitato, stanno ospitando e ospiteranno questa mostra senza precedenti. Che varia di sede in sede, con opere raccolte in un numero da quindici a trenta. Così, dopo Tokyo e Kobe nel corso del 2012, il volto senza tempo del capolavoro di Vermeer in questo 2013 farà tappa a San Francisco (Fine Arts Museum), Atlanta (High Museum of Art) e infine in un altro luogo mitico, e quasi speculare rispetto al Mauritshuis, come la Frick Collection di New York, a pochi isolati di distanza, lungo la Quinta, dal Metropolitan. Ovunque, folle incantate si sono riversate per incontrare, per la prima volta nella vita,La ragazza con l’orecchino di perla.
Si è aperta la possibilità che il dipinto, prima di rientrare in Olanda definitivamente e dal Mauritshuis mai più muoversi, potesse, dopo New York, toccare un’ultima sede. E questa volta in Europa. Per la consuetudine di collaborazione e serietà che da almeno un decennio lega me personalmente e Linea d’ombra a tutti i musei olandesi, la direzione del Mauritshuis ha inteso proporci l’occasione incredibile di avere in Italia, come unica opportunità in Europa, la mostra con La ragazza con l’orecchino di perla. Ne avevamo già discusso tempo addietro, mentre si stavano ponendo le basi di questo tour mondiale, ma poi nulla si era concretizzato. Sono stati, da dicembre a oggi, oltre due mesi di trattative serrate e complesse. Spostare un capolavoro del genere, simbolo dell’intera storia dell’arte, non è ovviamente semplice, né cosa che accada tutti i giorni. Anzi, una sola volta nella vita. Adesso e poi mai più.
Il rapporto con la Fondazione Carisbo e il suo presidente dott. Leone Sibani e Genus Bononiae-Musei nella Città e il suo presidente prof. Fabio Roversi Monaco, la partecipazione di Intesa San Paolo e quella fondamentale, in qualità di main sponsor, del Gruppo Segafredo Zanetti, consentono di poter infine presentare questo progetto, diventato mostra, e che verrà presentato a Bologna, in Palazzo Fava, dall’8 febbraio al 25 maggio del 2014. Lo annunciamo con tanto anticipo per il segno della sua eccezionalità, e perché tutti coloro che giungeranno in città per la visita possano prepararsi per tempo. Ciò che accadrà tra poco meno di un anno resterà una cosa senza eguali, e non più ripetibile, dal momento che il quadro, rientrato a L’Aia, lì resterà per sempre. Non serve che dica con quanto orgoglio Linea d’ombra sta lavorando su questo progetto, ringraziando sia il Mauritshuis per la fiducia nei nostri confronti sia la Fondazione Carisbo per tutto l’appoggio e la collaborazione. E quanto sentiamo la responsabilità di portare in Italia un tale capolavoro.
E infine, due parole sulla mostra. Ho chiesto, e ottenuto, di non ripetere a Bologna l’identica esposizione svolta nelle altre sedi museali giapponesi e americane. Per cui, assieme tra l’altro a Emilie Gordenker, direttrice del museo e curatrice con me e altri tre storici della mostra, abbiamo selezionato un gruppo di opere più alto nel numero – saranno 37 quelle “bolognesi” – e di qualità eccelsa. A raccontare non solo l’evento legato alla presenza della Ragazza con l’orecchino di perla, ma anche l’intero secolo XVII in Olanda, la cosiddetta Golden Age, come recita il sottotitolo. Ulteriore, imperdibile occasione per vedere a confronto con Vermeer (presente con un secondo, grande dipinto, Diana e le sue ninfe) anche Rembrandt, compreso addirittura con quattro meravigliosi quadri. Ma poi, da Hals a Ter Borch, da Claesz a Van Goyen, da Van Honthorst a Hobbema, da Van Ruisdael a Steen, l’intero secolo sarà ripercorso attraverso i capolavori del Mauritshuis. In una sorta di unicum che renderà la mostra a Bologna parzialmente diversa da quelle che l’hanno preceduta in Giappone e negli Stati Uniti. Ulteriore segno di attenzione da parte dell’istituzione olandese, nel disegno di un progetto ineccepibile anche dal punto di vista della ricostruzione storico artistica. E di questo non posso che ringraziare tutto lo staff, dai due direttori Emilie Gordenker e Victor Moussault fino al capo delle collezioni, Edwin Buijsen.
Non credo sarà inutile passare da Bologna, e da Palazzo Fava, a partire dall’8 febbraio del prossimo anno.

Marco Goldin
28 febbraio 2013

 

 

 

 

Il volgare circo artistico di Goldin

08/02/13

di 

In nome dell’emozione e dei schei

Jan van Eyck, Ritratto d’uomo con copricapo azzurro* 

VERONA, PALAZZO DELLA GRAN GUARDIA
2 FEBBRAIO – 1 APRILE 2013

Cambia la città, cambia il contenitore. Non cambia il contenuto e nemmeno il curatore. Cambia invece il titolo. Raffaello non va più verso Picasso come a Vicenza. A Verona si va “Da Botticelli a Matisse“. Così, a caso, senza un minimo di logica. “Da chillo a chill’altro” come direbbero a Napoli. E chisseneimporta che vengano chiamati in causa i Botticelli e Matisse e chissà perché non i più sfortunati Bellini o Van Gogh. Perché non un “Da Bellini a Van Gogh” o “Da Van Eyck a Bacon” o “Mantegna verso Degas“? Chi lo sa, intanto una carrellata informe di quadri dà vita ad un un effimero ”Show dell’Arte”, un’accozzaglia di artisti che danzano come scimmiette su un palco. In fondo basta che la gente venga ed assista, cosa rimanga poi non interessa un granché.

Così si vende un prodotto e il curator-star Marco Goldin ne è maestro: bombardamento mediatico (con tanto di pannelli e gigantografie per il centro commerciale “offrendo agli avventori un piacevole momento di cultura tra un acquisto e l’altro“), sparata di nomi eccelsi e tanta, tanta emozione. Eh! L’emozione cari visitatori, questo sì che è il vero fil rouge dell’esposizione, non fa altro che ripeterlo l’emozionato Goldin. Chissenefrega della storia dell’arte e di un qualsiasi progetto scientifico. Bisogna far glischei (con le banche complici nel maxi finanziamento) e tanti bei clienti ignoranti.

Da Vicenza a Verona per ripetere il successo dei 275 mila della Basilica Palladiana. Ottanta opere (molti capolavori) alla Gran Guardia di fronte all’Arena romana. Quattro tele nuove a rimpiazzarne otto che vanno: fuori Raffaello, dentro Memling e Van Eyck con il “Ritratto d’uomo” dal bel “copricapo azzurro” disseminato su ogni spazio vuoto della città.

Serata inaugurale con un frizzante e melenso Marco Goldin alla Crozza-Briatore perché “Verona è il luogo ideale per una mostra da sogno” che “regali immense emozioni” poiché “la vita è una storia di sguardi” (il sottotitolo espositivo è “Volti e figure. Storie di sguardi“). Insomma, uno show da sogno per un curatore da sogno. E in sala? Miele a palate, entusiasmo alle stelle…

Pierre-Auguste Renoir, Danza a Bougival, 1883* 

Pablo Picasso, L’italiana, 1917* 

Sandro Botticelli, Cristo risorto, 1480* 

Francis Bacon, Omaggio a Van Gogh per la mostra dell’artista nel 1988 ad Arles, 1985 

INFORMAZIONI UTILI

Da Botticelli a Matisse. Volti e figure

VERONA, PALAZZO DELLA GRAN GUARDIA
2 FEBBRAIO – 1 APRILE 2013

A cura di Marco Goldin – Linea d’Ombra

ORARIO MOSTRA
Lunedì-giovedì: 9-19
Venerdì-domenica: 9-20

Dal 1 marzo, il venerdì e il sabato la mostra è aperta fino alle 21.

PRIVATI
Biglietti con prenotazione
Intero € 13,00
Ridotto € 10,00: studenti universitari con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni
Ridotto € 7,00: minorenni (6-17 anni)

Biglietti senza prenotazione (acquistabili solo in mostra)
Intero € 12,00
Ridotto € 9,00: studenti universitari con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni
Ridotto € 6,00: minorenni (6-17 anni)

Biglietto speciale aperto
€ 15,00: visita la mostra quando vuoi, senza necessità di bloccare data e fascia oraria precise. Acquistabile via internet, tramite call center o presso la biglietteria della mostra. Questo stesso biglietto potrà essere regalato a chi si desidera.

Jan van Eyck, Ritratto d’uomo con copricapo azzurro, 1429 circa,olio su tavola, cm 19,1 x 13,2.Sibiu, Muzeul National Brukenthal

Pierre-Auguste RenoirDanza a Bougival, 1883,olio su tela, cm 181,9 x 98,1.Boston, Museum of Fine Arts.Picture Fund

Pablo PicassoL’italiana, 1917
,olio su tela, cm 149 x 101,5
.Zurigo, Stiftung Sammlung E.G. Bührle

Sandro BotticelliCristo risorto, 1480 circa
,tempera su tavola, cm 45,7 x 29,8.Detroit Institute of Arts
,dono di Wilhelm R. Valentiner

Francis BaconOmaggio a Van Gogh per la mostra dell’artista nel 1988 ad Arles, 1985
,olio e sabbia su tela, cm 198 x 147,5
.Londra, The Estate of Francis Bacon

 

 

 

 

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10 Responses to Il volgare circo artistico di Goldin

  1. Alcina on 19/03/13 at 20:06

    Non preoccupatevi troppo per Goldin. Il curatore di mostre non lo farà ancora per molto. Adesso aspira a fare lo scrittore, l’attore, l’affabulatore, l’incantatore di serpenti. Lo avete mai ascoltato in teatro? Sull’arte ripete sempre le stesse cose ma volete mettere la teatralità, la mise en scéne, le phisique du rôle?

    • Cristiana Curti on 20/03/13 at 08:33

      Mi preoccupo sì: ha appena firmato un bel contrattino di appalto nientemeno che con la Fondazione CarisBo a Bologna per una mostra sulla Ragazza con l’orecchino di perla e la “Golden Age” della pittura olandese, il tutto curato dallo “storico dell’arte” e amministratore unico de La Linea d’Ombra Marco Goldin (insieme a qualche studioso olandese); chissà che perle di acume critico usciranno da quel catalogo e che impostazione rigorosa avrà quella manifestazione. Dire che sono esterrefatta per questa mossa che non si confà affatto con il trend di qualità della Fondazione felsinea capitanata ancora per poco da Roversi-Monaco, è dir poco.
      Non solo non molla, il Nostro, ma assurge a vette sempre più alte. Al peggio non c’è mai fine.

      • Cristiana Curti on 20/03/13 at 08:39

        Chiedo scusa: c’è una chiosa a quest’ultima mia nota, che dà anche il senso dell’operazione “orecchino di perla”, in gran fanfara dal febbraio del prossimo anno.

        “Accanto a questa mostra, la Fondazione Carisbo e Genus Bononiae proporranno anche Attorno a Vermeer, omaggio tributato da una quindicina di grandi artisti italiani contemporanei, da Guccione a Sarnari, da Olivieri a Verna, scelti da Marco Goldin per il senso della loro adesione all’intima idea specialmente del medium luminoso vermeeriano, senza distinzione tra figurativo e astratto.
        Il binomio antico-contemporaneo è, del resto, una precisa cifra stilistica del critico veneto, riaffermata in modi diverse e originali in concomitanza di molte delle sue mostre…”
        (dal testo del comunicato diffuso da Studio Esseci, Ufficio Stampa di Padova)

        … la scelta del critico Goldin intorno ai vermeeriani contemporanei in terra italiana. Se non si fosse capito dove si voleva parare.

        Voglio esserci e spero, con tutto il cuore, di essere obiettiva.

  2. giuliano perezzani on 18/02/13 at 00:32

    Le mostre di Goldin sono evidentemente la serie B dell’arte senza possibilità alcuna di futura promozione.Di notevole spessore in questi”memorabili eventi”, frequentemente,
    le sole cornici.
    Della serie:”O Francia o Spagna,purché se magna “il resto.

  3. paoletta on 08/02/13 at 21:06

    volgare è questo articolo? ma tu cosa sai fare?

    • Cristiana curti on 09/02/13 at 09:33

      Se tu avessi letto anche solo una minima parte di quello che Luca scrive qui, ti renderesti conto che il tuo apostrofo inutilmente offensivo non ha alcun senso.
      Qual è il problema se si accendono le corde della passione in un modo o in un altro? Credi che Luca riuscirà mai a toglierti il tuo beneamato Goldin? Impossibile: ai furbetti, al cattivo gusto e all’improvvisazione per i cerebri molli non c’è mai fine. Stiamo parlando dell’Italia, naturalmente, dove il primo che passa può fare ciò che vuole, ma solo se si è ben foderato prima. Non si pretenderà mica di revocare il paradiso dei ruffiani, degli imparaticci e dei senza valore, così sui due piedi, con quattro righe accalorate (e disperate)?
      Luca, ripensandoci, ma come ti sei permesso? Che ci guadagni? Dove pensi di arrivare con la tua violenta protervia? Forse a un ricco posto di ricercatore per lo stipendio – a quarantanni – inferiore a quello di un bidello? Certo che sei diabolico…

  4. Marco De cesaris on 08/02/13 at 15:18

    ECCELLENTE.SOTTOSCRIVO PAROLA PER PAROLA.HO VISITATO LA STESSA A VICENZA E NON MI SAREI POTUTO ESPRIMERE MEGLIO.PROPRIO IN NOME DELL’EMOZIONE E DEGLI SCHEI.

  5. Cristiana curti on 08/02/13 at 12:18

    Eccellente, mai si scrive troppo contro il pattume goldinesco. Ma non ci sarà mai fine a questa contro-cultura di cui nessuno (tranne Goldin, gli sponsors e qualche assessore in vena di protagonismo d’accatto) ha davvero bisogno?
    Un solo appunto: non ho molta stima per l’epiteto “curatela”, ma anche questo è sin troppo compiacente per quest’accrochage informe che circola in Italia da tempo.

  6. Luca on 08/02/13 at 10:21

    A Luca che ti sei bevuto stamattina? Pane e invidia? non c’è neanche da commentare un articolo così…

    • Paolo Manazza on 08/02/13 at 11:24

      forse si è bevuto “pane & libere opinioni”, no?…mentre un commento che dichiara l’inutilità di commentare è l’ennesimo meta-ossimoro italiota…

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