IMPORTANTE: su youdem.tv potete sentire gli interventi alla Direzione PD di altri candidati tra cui Cuperlo e Civati.
Intervista Stefano Fassina: “Il governo non può più andare avanti, meglio il voto”
“Il governo Letta oggi è figlio di nessuno e dopo la direzione del Pd vedo un quadro assolutamente preoccupante. La riunione della direzione ha confermato le ragioni per le quali sono arrivato alle dimissioni da viceministro e cioè che non ci sono le condizioni politiche per andare avanti con il governo Letta”.
Così Stefano Fassina, ex vice ministro ed esponente del Pd, in un’intervista al Corriere della Sera. Poi, aggiunge: “Quando il segretario della forza più rilevante della maggioranza valuta come fallimentari i dieci mesi dell’esecutivo Letta, credo sia difficile avere dubbi. Le condizioni per andare avanti non ci sono”. Per Fassina, inoltre, “un accordo sul modello spagnolo, dopo che Ncd e gli altri partiti della maggioranza hanno dato l’ok per il doppio turno, vuol dire puntare a far cadere Letta. E’ un fatto. Per conto di Renzi il professor D’Alimonte incontra Verdini, ma passando dal Porcellum al Verdinum si rischia di spaccare il governo”. Quindi “è necessario un chiarimento per verificare se ci sono le condizioni, in questo Parlamento, per quel governo di svolta che tutti vogliamo. Ma serve il sostegno pieno e convinto del Pd”.
Fassina non nasconde il fatto che in questa situazione sarebbe meglio “andare alle elezioni” e in ogni caso “i costi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che pagheremmo in un anno di logoramento e guerriglia, con il Pd che concede a Letta una sorta di appoggio esterno”. Infine, quanto al Pd, Fassina osserva che “la scissione è un’ipotesi che non esiste. Io voglio dare un contributo per rendere più forte il Pd, con la leadership di Gianni Cuperlo”.
ODG approvato dalla Direzione sulla rappresentanza di genere
La Direzione nazionale del Partito Democratico
premesso
che lo statuto del Partito democratico pone tra i suoi valori fondativi il principio della democrazia paritaria e l’impegno “a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena partecipazione politica delle donne” favorendo “la parità fra i generi nelle candidature per le assemblee elettive”;
che la piena cittadinanza femminile nella vita pubblica e delle istituzioni e’ condizione essenziale della qualità della democrazia.
considerato
che la scelta del Partito democratico di perseguire tali obiettivi ha consentito positivi passi avanti: un incremento della presenza femminile negli organismi di direzione politica, nelle assemblee elettive degli enti locali, grazie all’introduzione della doppia preferenza, e in Parlamento, dove la percentuale di elette sfiora il 40 per cento.
valutata
l’urgenza di riformare la legge elettorale per il Parlamento italiano e la possibile modifica della legge elettorale per il Parlamento europeo.
si impegna
ad inserire nelle suddette riforme, qualsiasi sia il modello adottato, norme antidiscriminatorie volte ad affermare la parità di genere.