7 GENNAIO 2014 ORE 16:58 MATTEO ORFINI (INTERVISTA FRANCESCA SCHIANCHI–LA STAMPA DEL 6 GENN.) “PARLA COME UN LIBRO” TARGATO PD…QUELLO IN CUI ANCORA CI RICONOSCIAMO! VI SEGNALO QUESTO SITO: APRITE LE VOCI “CHI SIAMO” ECC—SEMBRA GENTE TIRATA SU DA BERSANI INCLUSO GIANNI CUPERLO—ATTIVI GIA’ NEL SETT.2011 (PESARO, GUARDATE!) —-DICONO COSE MAGNIFICHE!— “MI PREGO SOLO CHE NON SIA UN’ALTRA CORRENTE ORGANIZZATA—” se buttate un gatto nell’acqua bollente, sarà difficile che voglia rivedere l’acqua!”—i “pasionari” del pd (quelli che ci sono sempre—magari dal vecchio PCI o PSI) sono tutti piu’ o meno “buttati…nell’olio bollente!” ma da “eroi” che anelano un po’ di giustizia “anche” in terra—RESISTONO RESISTONO RESISTONO, chiara

Pubblicato il 6 gennaio 2014 in Rassegna stampa2 commenti

Matteo Orfini: “No a guerriglie interne, ma il segretario ascolti chi non lo ha votato”

Intervista di Francesca Schianchi a Matteo Orfini, La Stampa, 6 gennaio 2014

Il congresso ha reso il Pd più forte, ci ha fatto bene: adesso però chiudiamolo». L’appello arriva dal deputato Matteo Orfini, sostenitore di Cuperlo alle primarie, espressione, come Stefano Fassina, dell’ala sinistra del Pd, tra i leader dei cosiddetti «giovani turchi». Sul caso che vede protagonisti il segretario Renzi e l’ormai ex vice-ministro ha un’opinione precisa: «Hanno torto tutti e due», perché uno, il leader del partito, deve smetterla di «fare il guascone», l’altro «penso abbia sbagliato: non ho capito né le dimissioni né la sua posizione sul rimpasto».

Insomma, hanno sbagliato entrambi, dice lei…

«Dovremmo ripartire dal senso di comunità che è alla base di un partito e che oggi, di fronte al malore di Bersani che ci fa tutti preoccupare, è più facile da sentire. E ripartire da lì è prima di tutto una responsabilità del segretario: capisco che Renzi voglia rimanere ribelle, ma ora basta atteggiamenti provocatori e guasconeschi».

Lui ribadisce che non diventerà un grigio burocrate, che la vita va presa con leggerezza…

«Siamo tutti appassionati alla leggerezza della vita, ma non credo questo significhi mancare di rispetto a un compagno di partito. Sia io che Fassina ne abbiamo dette di tutti i colori su Renzi, anche quando eravamo in segreteria, ne abbiamo date e ne abbiamo prese, ma un conto è la battaglia congressuale, un conto è quando inizia una fase nuova. Dovremmo darci tutti una calmata».

Anche Fassina?

«In una fase in cui è evidente che il governo non ha corrisposto alle aspettative – e non lo dice solo il segretario, ma anche Cuperlo e Civati – per cui bisogna cambiare passo, il modo sbagliato per porre la questione è parlare di rimpasto. Non credo che agli italiani che aspettano risposte interessi sapere se un ministro ha votato Cuperlo o Renzi. La questione non è sui nomi, ma sui contenuti: su questo dobbiamo incalzare il segretario».

Lei ha scritto su Facebook che le dimissioni le sembrano dettate da ragioni “di battaglia interna”: Fassina con questa decisione si candida a guidare la minoranza del Pd?

«Se è così mi sembra un’idea piuttosto dissonante rispetto alla fase che stiamo vivendo. Essere di sinistra oggi significa produrre politiche che aiutino chi paga di più la crisi: lo si fa cercando di condizionare il partito e il governo su questioni che vanno nella direzione giusta, ad esempio riguardo al piano per il lavoro, non facendo una battaglia di minoranza».

Dopo questo incidente il governo rischia?

«Dal 9 dicembre il Pd è più forte perché ha una leadership legittimata dal voto e una linea chiara: questo pesa nel rapporto col governo. Può essere un punto di forza se il Pd vive il ruolo come il primo partito di maggioranza e non gufa contro il governo, e se il governo vive l’attivismo del Pd come un sostegno e non come un fastidio».

Ma le dimissioni di Fassina sono solo un incidente o un primo avviso di sfratto?

«Si fermano a un incidente se tutti ci rendiamo conto che il congresso è finito. E se Matteo Renzi comincia, senza ingrigirsi, a fare il segretario».

Anche lei pensa che abbia una visione padronale del partito?

«Spero di no, il vero banco di prova è quello che farà nei prossimi giorni. Ma certo vorrei che si evitasse di rispondere a ogni obiezione “così hanno deciso tre milioni di elettori”: non è che si fa un congresso e poi ci si rivede dopo quattro anni. E’ giusto che non si facciano guerriglie interne, ma è pure importante che il segretario ascolti anche chi non lo ha votato».

  • COMMENTI:
  1. 06-01-2014

    Ma quale congresso … abbiamo fatto le primarie che se fino ad ora non hanno provocato una scissione hanno demotivato i molti militanti che non considerano il partito il comitato elettorale del leader inventato dai media, con Renzi che tiene in continua fibrillazione il governo, si comporta come fece Berlusconi nei confronti del Governo Monti e fa di tutto per ributtare Alfano fra le braccia del Cav.
    Bene ha fatto Fassina a rompergli il giocattolo e a farlo venire allo scoperto.
    E’ veneuto il momento che la sinistra interna si organizzi per esprimere una chiara e alternativa proposta politica e culturale.

  2. 06-01-2014

    Sono d’accordo con il “buonsenso” di Orfini, anche se non ho votato Renzi m Civati ,sono pronto a sostenere Renzi perche’e’ il mio segretario..percio” pretendo da lui lo stesso rispetto che io gli porto. Certo pero’che vedere la sua “faccinadamonello/guascone”rispondere al giornalista a quel modo,dopo la prima riunione della segreteria,svecchiata di tutti i riti usuali,un po’ di educazione istituzionale dovra’ metterla in conto..altrimenti anche lui diventare un “burocrate”in altra maniera. Non abbiamo bisogno di vedere persone di cui abbiamo stima ,fare i capricci..anche Fassina impari a essere meno “permaloso”in politica non serve e non da’ valore ai suoi meriti!

 

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