18 GENNAIO 2014 ORE 10:51 IL MINISTRO CECIL KJENGE —-GIOVANNI TAURASI–Presidente della direzione provinciale del PD di Modena—RIPORTA SUL SUO BLOG UN ARTICOLO PUBBLICATO SU “LA GAZZETTA DI MODENA” IL 17 GENNAIO.

DAL  BLOG  QUINTO STATO DI GIOVANNI TAURASI

“Perchè il ministro Kyenge sta cambiando, in meglio, questo Paese” di Giovanni Taurasi

 

 

Giovanni Taurasi, nato a Carpi, 38 anni, è sposato e ha 3 figli. Laureato in storia a Bologna nel 1997, ha conseguito successivamente il dottorato di ricerca presso l’Università di Pavia. Già dipendente della Provincia di Modena, attualmente lavora a Bologna per la Giunta della Regione Emilia-Romagna. Collabora con l’Istituto storico di Modena, svolgendo attività di ricerca, ed è autore di numerosi libri e saggi di storia contemporanea. Ha svolto attività didattica e di ricerca per l’Università di Modena e Reggio Emilia ed è stato direttore della Fondazione Fossoli, nonché, in “epoca giurassica”, del circolo Kalinka. Già consigliere comunale dal 1995 al 2004, è stato nel corso dei due mandati Presidente della Commissione Cultura, Scuola, Sport, Sociale e della Commissione Bilancio ed Affari Istituzionali. lo puoi trovare su:www.giovannitaurasi.ilcannocchiale.it

 

 

 

QUI POTETE ACCEDERE AL SUO BLOG

Pubblicato il 17 gennaio 20142 commenti

«Non ho mai pensato che la Lega fosse un partito razzista, e tanto meno chi la vota(va), e nemmeno che l’Italia fosse un Paese razzista. Nel passato l’Italia si è macchiata di gravi crimini contro l’umanità ed è stata complice durante il fascismo del nazismo. Altro che italiani brava gente.
Di crimini, anche a sfondo razziale, ne hanno compiuti anche gli italiani nella loro storia: pensiamo alla pulizia etnica in Libia, all’uso di gas in Etiopia, alla deportazione di ebrei, omosessuali, dissidenti, ai massacri perpetrati sul confine orientale… Ma anche se il noto Manifesto del
Fascismo aveva annunciato che «è tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti», in realtà, nei sentimenti più profondi degli italiani, non albergava un sentimento razzista, perlomeno in base a come va inteso il termine scientificamente. Peraltro il Manifesto della razza, che
contava, non dimentichiamolo, tra i dieci firmatari ben tre docenti che insegnarono all’Università di Modena, abbracciava teorie razziali di tipo biologico, basate sulla pretesa purezza del sangue, che non erano diffuse nemmeno tra i razzisti italiani, legati prevalentemente alla componente «spiritualistica» del razzismo. Certo, era presente nella società italiana un sentimento xenofobo, emerso significativamente quando anche il nostro Paese è stato toccato, in ritardo rispetto agli altri, dal fenomeno dell’immigrazione, e nonostante noi italiani fossimo stati storicamente un
popolo di migranti. Oggi ci sono molte inquietudini e paure nei confronti dell’immigrazione. Che riguardano italiani di destra, di sinistra, di centro e di nessun orientamento politico. Inquietudini che a volte sono anche comprensibili. Perché l’immigrazione è un fenomeno complesso, che va
governato. Un fenomeno che può offrire anche opportunità al nostro Paese. E ne sta offrendo. Si vadano a vedere i dati della Camera di Commercio di Modena sulle imprese condotte da stranieri, il contributo che danno i lavoratori immigrati all’economia e alla società modenese o quello delle famiglie straniere per contrastare la bassa natalità italiana: ogni anno in Italia nascono 70 mila bambini in meno, una città delle dimensioni di Carpi, e ciò condanna il nostro Paese ad un invecchiamento senza futuro. Ma l’immigrazione, va detto, presenta anche problemi. Le soluzioni sono difficili da trovare e passano necessariamente attraverso l’integrazione (poi possiamo discutere del modello: multiculturalismo, assimilazione, mix di modelli o nuove modalità di integrazione), ma è indubbio che è un tema che non si può eludere da una parte e non si può banalizzare dall’altra.
Detto questo, quando vedo le provocazioni delle destre e della Lega sul tema dell’immigrazione e i volgari attacchi al ministro Kyenge, mi rendo conto che si vuole scavare e far emergere quel residuo razzismo presente in tutte le società. La sua nomina a ministro è stata una cartina di tornasole. Al di là di ciò che sta facendo come ministro, e di progetti per l’integrazione ne segue e ne realizza molti, e al di là di come si concluderà la battaglia per lo Ius Soli, che mi vede favorevole, anche solo per il fatto che sta facendo emergere con il colore della sua pelle questi vergognosi sentimenti razzisti, il ministro Kyenge sta cambiando, in meglio, questo Paese. Perché le malattie si sconfiggono solo conoscendole.
E il razzismo è una malattia, che se non viene affrontata può essere anche letale per le democrazie, come accaduto in passato.
Grazie Cécile.
Non ne hai bisogno, ma coraggio. E avanti!»

Giovanni Taurasi, Presidente della direzione provinciale del PD di Modena
commento pubblicato su “La Gazzetta di Modena” del 17 gennaio 2014

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *