DALL’ARGINE
Posa il meriggio sulla prateria.
Non ala orma ombra nell’azzurro e verde
un fiume al sole biancica: via via
fila e si perde.
Ho nell’orecchio un turbinio di squilli,
forse campani di lontana mandra;
e, tra l’azzuro penduli, gli strilli
della calandra.
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