14 GENNAIO 2014 ORE 22:20 PER CHI SI INTERESSA/ NELL’ARTICOLO CHE SEGUE E’ NOMINATA DALL’ECON. PAOLO SAVONA LA SCUOLA DI CHICAGO—NE DO UN’INCERTA TRACCIA—

vi segnalo quest’articolo-senza poter copiare il link- piu’ complesso da leggere ma anche piu’ preciso e meno dogmatico nel senso che afferma che le posizioni in entrambe le scuole trattate cioe’ la scuola di chicago e la scuola austriaca sono composti da membri non tutti sulle stesse posizioni, insomma, come sempre, non tutto è bianco o nero–

http://vonmises.it/2012/05/22/la-scuola-austriaca-e-la-scuola-di-chicago/

Una traccia per ora sufficiente a mio parere, si trova invece in wikipedia, solo per dare un’immagine a dei nomi, niente piu’!
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Scuola di Chicago (economia)

Con l’espressione Scuola di Chicago si definisce una scuola di pensiero economica, elaborata da alcuni professori dell’Università di Chicago, basata su una descrizione delle istituzioni economiche pubbliche e private contemporanee, volta a promuove inoltre ipotesi di riforme in senso liberaleliberista dell’economia

 

Principi

È osservabile una tendenza al libero mercato ma non è esclusa, in costanti e determinate situazioni, l’azione dell’intervento governativo e statale.

I maggiori esponenti di tale scuola furono i premi Nobel Milton FriedmanGeorge Stigler. L’atteggiamento economico di tale scuola fa da ponte tra la scuola neoclassica e la scuola austriaca.

Gli insegnamenti della scuola di Chicago sono anche chiamati neoliberisti. Essi influenzarono e caratterizzarono le politiche economiche dei governi statunitensi del presidente Ronald Reagan e del governo inglese del primo ministro Margaret Thatcher.

Chicago Boys   1970

I “Chicago Boys” furono un gruppo di giovani economisti cileni formatisi presso l’Università di Chicago, nel 1970 circa, sotto l’egida di Milton FriedmanArnold Harberger.

Successivamente furono assunti a metà degli anni ’70 nell’amministrazione del ministero dell’economia del Cile, presieduto dal tecnico José Piñera, durante il regime di Augusto Pinochet, e che portarono al cosiddetto “Miracolo cileno“.

Le politiche del ministero di Piñera si caratterizzarono per il processo di privatizzazioneliberalizzazione dell’economia del paese, dopo le riforme collettiviste del governo socialista di Salvador Allende.

Fu varata inoltre un’importante riforma del sistema pensionistico, basata sulla liberalizzazione e privatizzazione del monopolio pubblico della previdenza pensionistica. Tale sistema pensionistico è stato recentemente recepito da altri paesi, anche europei. La teoria dei Chicago Boys è stata applicata per anni in tutto il mondo, soprattutto in quei paesi che chiedevano prestiti al Fondo Monetario Internazionale, in quanto lo stesso FMI poneva come condizione per l’ottenimento dei prestiti l’applicazione di politiche economiche neo-liberiste, anche contro l’orientamento dei governi a cui si rivolgeva.

La crisi del 2008  (sarebbe 2007, piu’ o meno verso la primavera)

La crisi avviata negli ultimi giorni di settembre 2008, con gran parte delle Banche del mondo in procinto di fallire in mancanza di intervento dello Stato e con le borse di tutto il globo in caduta libera (Orso), che riducevano drasticamente il valore delle azioni e delle pensioni legate ai fondi di investimento, secondo alcuni critici dimostrerebbe la fragilità della teoria della scuola di Chicago. A tali critiche è stato ribattuto che gli interventi distorsivi dello Stato hanno creato le condizioni per l’esplosione della bolla immobiliare e che la teoria dei mercati efficienti si limitava a parlare delle informazioni “disponibili” sul mercato.

Questa dottrina, fatta propria dal Fondo Monetario Internazionale, ha comportato per molti anni che ai paesi poveri fosse imposti tagli all’assistenzialismo ed alle spese parassitarie, con l’avvio del risanamento dei conti pubblici, per evitare con l’aumento del costo del debtio pubblico la bancarotta come la Spagna tra il 1880 e il 1900, e lArgentina in anni recenti, e apertura al commercio estero e agli investimenti straneri.

Nel 2008 ha iniziato a manifestarsi la crisi mondiale, partita proprio dagli Stati Uniti: il forte calo delle vendite nelle industrie statunitensi dell’automobile ha costretto (per mancanza di liquidità, dovuta al forte indebitamento delle banche e dei cittadini americani e alla loro impossibilità a spendere), a chiedere e ottenere, dal governo Bush, nel dicembre 2008, per evitare il fallimento, prestiti per 17 miliardi di dollari.

Il F.M.I, andando evidentemente contro alle teorie applicate per anni, il 21 dicembre 2008, per bocca del suo presidente, il socialista francese Dominique Strauss-Kahn, ha chiesto agli Stati di spendere, per stimolare l’economia, qualcosa come il 2% del PIL mondiale.

Bibliografia

 

 

è l’autrice diventata famosissima con il libro “No logo”; nasce nel 1970

 


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