precedentemente sul blog:
28 novembre 2013 ore 22:49 PAOLA TAVERNA–SEN. M5—-OGGI AL SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA SULLA DECADENZA DI BERLUSCONI—mi riconosco pienamente in queste parole, anche nel linguaggio – che è il nostro nella vita- non paludato senatorialmente, come mi riconosco nell’aver voluto indicare (per noi assumere) tutte le responsabilità che la sinistra ha avuto nei confronti di Berlusconi. Dalla verità puo’ ripartire la sinistra, non da menzogne scaribarile.
http://www.youtube.com/watch?v=iBXTDuaO4_4 http://www.mnews.it/2013/11/decadenza-di-berlusconi-il-discorso-di.html
JACK’S BLOG
Il blog di GIACOMO SALERNO
articolo pubblicato su “Il Fatto”
LETTERA ALLA SENATRICE TAVERNA (Roberta De Monticelli, 1952, filosofa italiana)
Cara senatrice Taverna,
ho riascoltato a qualche giorno di distanza il suo intervento in Senato in occasione del voto sulla decadenza del senatore Berlusconi: quei dieci minuti in cui lei ha detto quello che purtroppo nessuno dei candidati alle primarie del Partito democratico ha ancora detto. Soprattutto per quanto riguarda quello che ormai “è storia”, rispetto alle terribili responsabilità che la sinistra ha avuto nel sostenere con accordi e con intese, oltre che con omissioni e silenzi, l’esercizio del potere come criminosa rapina di risorse comuni (da quelle della legalità a quelle dell’ambiente, della salute, del paesaggio, del patrimonio culturale, e quindi della nostra identità, del passato e del futuro). Rapina, non bisogna mai dimenticarlo, condotta con la complicità di larghe fette di popolazione – tutti gli evasori, i corruttori e i corrotti, coloro che accettano qualunque nefandezza sembri portare un sia pur minimo vantaggio particolare.
Ecco: se la verità in politica deve contare qualcosa, allora ciascuno dovrebbe ascoltare quelle sue parole, senatrice Taverna. E per quelle io le esprimo tutta la mia gratitudine di cittadina. E tuttavia: come non restare profondamente delusi, ascoltando oggi sulla piazza di Genova il leader del vostro Movimento, nel sentirgli ribadire ancora con orgoglio il suo “populismo”, e nel vedergli applicare purtroppo in svariati dei suoi sette punti di programma quel metodo di “pensare con la pancia” che già aveva rivendicato in occasione di un suo assurdo discorso sull’emigrazione?
Ecco, dunque, quello che vorrei dire a lei e a tutti i parlamentari che hanno valorosamente contribuito a quella che – forse – potrà essere la fine di un ventennio. E forse l’inizio di un’epoca nuova. Anche se oscuro e contraddittorio sembra l’“oltre” propugnato oggi dal suo leader, e non meno ambiguo o vago delle praline del nulla di colui che dicono sarà il leader del centrosinistra. La lettera e il senso di questo suo discorso e di alcuni altri discorsi che i parlamentari M5S hanno finalmente fatto risuonare alti e chiari in Parlamento sono incompatibili con quello che un cittadino come voi, che come voi dovrebbe contare solo per una voce, la sua, e che invece si è arrogato il diritto di rappresentare direttamente “il popolo”, ha detto: non solo sull’immigrazione, ma più in generale sul “popolo” stesso e il suo diritto a “pensare con la pancia”.
Sciolga, senatrice Taverna, questo dubbio: il M5S si farà portatore dello spirito della ragione, della Costituzione, degli obblighi, delle forme e dei limiti nell’esercizio di sovranità, insomma dell’ideale di una democrazia parlamentare benché finalmente aperta all’esercizio attivo e vigile di cittadinanza che gli aderenti al M5S con passione diffondono. Ma non potrebbe, senza difendere allo stesso tempo la dignità dei cittadini nostri rappresentanti e del loro diritto a dissentire pubblicamente da qualunque leader, compreso il proprio. Oppure anche voi sposerete il “pensare con la pancia” e il pericolo terribile che in queste parole si annida, eguale a quello del ventennio politico che voi ci avete finalmente aiutato a chiudere?
Senatrice Taverna, centinaia di migliaia, forse anche milioni di persone come me vorrebbero porre a lei e a tutti voi parlamentari cinquestelle questa domanda. Sono forse più numerosi di quanti pensiate coloro che si sono sentiti rappresentati da discorsi come il suo – ma non potranno concedervi fiducia – fino a che non inviterete quell’“uno di voi” a prendere le distanze da quelle sciagurate dichiarazioni su popolo e pancia, dalle sciagurate epurazioni di dissidenti, da tutto l’aspetto che i media vostri nemici enfatizzano. Si può forse ancora sperare, ascoltando l’accento di verità di molte vostre parole, che siano correggibili errori e non inclinazione necessaria, errori di gioventù e non tragica cecità costitutiva del Movimento Cinque Stelle. Il cui nome direbbe luce e non buio, discernimento e non ammasso, fame e sete di giustizia e non buio risentimento incapace di personale libertà.
Lei ha dimostrato con le sue parole quanto la luce delle parole vere possa accendere la speranza degli uomini di buona volontà. Che quell’uno o quei due che si proclamano leader vi restituiscano intera la libertà di dissenso e l’esercizio costruttivo e responsabile della ragione, la quale non ha altra faccia che quella degli individui disposti a mettercela.
Chiariscano una volta per tutte, scusandosi, che con la pancia possono parlare gli individui che non hanno faccia né onore né pensiero, la stirpe degli scilipotidi – non gli eletti del nostro Parlamento. Allora la vostra libera ragione, ripristinata, libererebbe forse quel vostro “oltre” dal caos oscuro delle contraddizioni e confusioni populistiche – e vi scriverebbe parole di più vera speranza per tutti noi.