nota chiara: ripeto che non ho nulla contro la religione e contro Francesco, ma in tutto questo sbatacchiare di trombe e coperchi e grancassa, Scalfari compreso / e altri articoli di Repubblica, / e neanche nella famosa lettera di Bergoglio, ho sentito protetto (o difeso) il punto di vista laico che molto mi preme. Appena uscita volevo pubblicare la lettera del Papa, con alcune modeste mie osservazioni, ma se anche un laico come Scalfari aveva capito così…(finivo per dirmi) ero certamente io a confondermi… e poi c’è la stanchezza del quotidiano…Lunanuvola mi dà voglia invece di farlo…Vedremo poi se oserò tanto / con tutti quei personaggi che hanno osannato “al dialogo con gli atei”! Per correttezza aggiungo che, come non amo qualunque tipo di religioso che si chini amorosamente su di me con spirito “paterno” (se invece io non ho risposte e rivendico questo mio diritto a non averne), non mi sono graditi neanche quelli che tra me chiamo “atei militanti”, ossia quelle persone che dicendosi atei, vogliono sottintendere che loro sì – a differenza di quei molli che ricorrono all’aiuto di un essere superiore, qualunque sia – hanno il coraggio di guardare in faccia la realtà e stanno con la scienza. Con la scienza non ci sta, a mio modo di veder, nessuno dei due: la scienza, come si sa, si basa su dati empirici, esperimenti e teorie e sul dopo morte non c’è niente di tutto questo. Gli scienziati che si pronunciano a favore di una soluzione o dell’altra, possono esprimere esclusivamente un loro parere personale. A mio parere, in questo campo, ogni superiorità andrebbe bandita ammettendo che nella verità “nessun umano e non-umano” sa niente altro che non sia una decisione personale.
Missione fondamentale
23 settembre 2013 di lunanuvola
Sciupone inaffidabili, giudici ingiuste e boia spietate allo stesso tempo, imbecilli robotizzate dal consumismo, prone alla “cultura dello scarto” e assassine di Cristo: Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente a essere abortito ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato, ha sperimentato il rifiuto del mondo. Questo, alla fine, è ciò che il nuovo e simpatico Papa, aperto e innovatore, ha detto delle donne che abortiscono, pur auspicando misericordia nei confronti di quelle che si sono pentite e hanno riconosciuto la maternità come missione fondamentale della donna, magari mettendo poi al mondo cinque figli come lui immagina. Che Bergoglio sia molto più abile del suo predecessore nell’usare i media è assodato. Che a volte dica cose differenti e persino promettenti può essere vero: ma non per quanto riguarda il controllo che come donne possiamo avere sulle nostre vite. Inoltre, il suo incitare i ginecologi a “seguire la propria coscienza” (come se non fossero già in maggioranza obiettori, e molto spesso per ragioni tutt’altro che nobili, come l’essere graditi a chi possiede la clinica o mimare servilmente l’atteggiamento del primario) è irricevibile non solo dal punto di vista della tutela della nostra autonomia e della nostra salute: implica che chi compie una scelta diversa una coscienza non ce l’ha, o non l’ascolta. Ma avere valori etici non è esclusivo patrimonio delle religioni in generale o della chiesa cattolica in particolare, una chiesa che tra l’altro ha ammesso l’aborto sino al 1859 (40 giorni per feti maschi e 80 per feti femmine, nessuna indicazione su come determinare il sesso del feto in questione – lo scarto era dovuto ai differenti momenti in cui si stimava l’entrata dell’anima nei corpi, e come avrete notato la poveretta faceva il doppio di fatica ad entrare in una femmina…).
Tuttavia, il punto non è nemmeno questo: è il non voler riconoscere, in nessuna parte del mondo, che le donne sanno quello che fanno, quando decidono di avere un figlio, o quando decidono di non averlo. Con quali risultati, a parte lo scarto di corpi femminili morti di parto o sui tavoli degli aborti clandestini? Be’, innanzitutto dovete sapere che i corpi delle donne sono più misteriosi e delicati di quelli degli uomini, a volte si stenta a credere che appartengano alla specie umana anche se hanno come missione fondamentale la sua perpetuazione, per cui alcune procedure tecniche che vanno bene per questioni di salute maschile sono bandite per quanto riguarda la salute riproduttiva: senza che vi siano ragioni scientifiche per il bando (http://www.guttmacher.org/ oppurehttp://npwf.convio.net ).
Poi, abbiamo gli ultrasuoni obbligatori o la consulenza obbligatoria per le donne che richiedono un’interruzione di gravidanza, tanto per reiterare l’idea che le donne non conoscono i loro corpi o non capiscono le conseguenze delle loro decisioni: nonostante circa i tre quarti di codeste donne siano già madri quando non vogliono un altro figlio, e sappiano alla perfezione cosa sta accadendo e perché non desiderano portare avanti la gravidanza. E se non bastano le consulenze mediche, in alcuni consultori italiani possono trovare anche quelle ideologiche – e assolutamente non scientifiche – dei volontari fondamentalisti sedicenti cristiani.
Poi, abbiamo i periodi di “attesa” e di “riflessione” e una molteplicità di visite mediche inutili dal punto di vista del monitoraggio della salute della donna e fatte solo per prendere tempo: tutti sanno, infatti, che le donne sono inclini ad essere irruente ed emotive nelle loro decisioni e devono essere protette dal loro stesso comportamento isterico. Peccato che nei sondaggi e nelle ricerche la percentuale di quelle che dicono di averci pensato profondamente e di essere del tutto sicure di quel che vogliono ammonti a circa il 90%.
Poi, ci sono le eccezioni e le precisazioni: in parecchi paesi l’interruzione di gravidanza è totalmente illegale, oppure ottenibile solo se la vita della donna è in grave pericolo, oppure è ristretta ai casi di stupro e incesto. Quest’ultima opzione è collegata alla convinzione n. 1: in ogni altra situazione che non sia stupro o incesto la gravidanza indesiderata di una donna è “colpa sua”, e alla convinzione n. 2: se una donna decide liberamente di fare sesso sta tacitamente acconsentendo a restare incinta, perché – missione fondamentale nella vita, di nuovo – l’unica ragione per cui una donna può fare sesso è restare incinta. Le due convinzioni costituiscono il Comma 22 del catechismo sessista.
La presunzione della volatilità del nostro cervello e della volubilità dei nostri umori e, in ultima sostanza, del nostro status inferiore, sta dietro a tutte le giustificazioni per limitare l’accesso a servizi e prodotti relativi alla salute riproduttiva. Se quindi decidiamo di abortire non può trattarsi di una decisione razionale, al massimo vogliamo sbarazzarci di un bambino non nato (per amor di precisione, esimio pontefice, un bambino è un bambino quando è nato, prima è un ovulo fecondato, un embrione o un feto) per egoismo o edonismo.
Una blastula può avere il volto del Signore, ma le donne non hanno faccia, non hanno diritti, non hanno nomi e storie e necessità e desideri e consapevolezza: sono solo genitali ed uteri ambulanti con allegata una serie di accessori trascurabili. Non hanno titolo per decidere alcunché. Le si fa a pezzi che si pieghino alle consuetudini delle loro epoche e comunità o che si ribellino ad esse. Le si dichiara spiritualmente e mentalmente e fisicamente menomate a priori. Chi è che sperimenta davvero il rifiuto del mondo, Bergoglio? Maria G. Di Rienzo
P.S. A proposito di missioni fondamentali: quella degli uomini, a rigor di logica papale, dovrebbe essere la paternità, giusto? E’ ora che questo si rifletta ad ampio spettro come nel caso delle donne: colloqui e consulenze per chi richiede l’acquisto di Viagra, sermoni sullo spreco di spermatozoi, stigmatizzazione delle disfunzioni erettili, e magari una tassa sul celibato da versare assieme a tre ave maria e quattro atti di dolore.
Come non condividere le considerazioni di Maria, lunanuvola ( e quelle di Chiara )? Insopportabili e anacronistici i pregiudizi che ancora vorrebbero limitare la libertà, la dignità, il diritto all’ autodeterminazione alle donne (che avrebbero mille e una ragione per ritenersi di gran lunga ‘superiori’ ai maschietti, che ben conosco …. ). Nemo