Dossier
1935-1997
L’Italia, le armi, il modello di difesa
A cura di Renato Sacco
A cura di Renato Sacco
Non è vero che chi pratica
la nonviolenza rinunci alla difesa.
Chi viene leso nei suoi diritti
ha il dovere di difendersi.
Ma come?
Con tutti i metodi alternativi
all’uso brutale della forza.
La ricerca e l’uso di tali metodi
richiedono strategie molto più esigenti
di quella, semplificatoria e rozza,
richiesta dalle armi.
Don Tonino Bello
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Mi sembra un settore molto interessante da approfondire, perché non è semplice rispondere in modo razionale ed adeguato a chi sostiene che la guerra ci sarà sempre e che, almeno per difendersi, sono indispensabili le armi. E’ tutto un orizzonte che si apre, anche affascinante.
Come cittadini ‘di buona volontà’ è una ‘vita’ che attendiamo il ‘miracolo’ di strategie alternative all’ uso brutale della forza ( per garantire la pacifica convivenza fra gli umani ).
“E’ una vita bolognesa”?
Ho ancora (come tantissimi) la bandiera della pace appesa sul balcone, e… mio nonno, socialista, nato nella seconda meta’ dell’Ottocento, mi parlava di pace contro ogni forma di violenza: be’ in casa, con i figli, qualche cinghiata sibilava nell’aria ogni tanto, ma questa è la solita discrepanza tra “spettacolo pubblico” e “spettacolo privato”, dato che a quest’ultimo non si addice “l’onore di un gentiluomo”! Noi donne e bambini, più attenti al privato, forse, soffriamo tanto di questa contraddizione dei nostri compagni di viaggio che – se non fossero millenni di sudditanza che ci hanno dilatato straordinariamente la pazienza e la speranza – in certi momenti potremmo darvi fuoco!
“Come dite?…che non vi riguarda?” Eh, sì, come tutto riguarda solo il baiòn…delle nostre balle ormai quadre!
Contraddizioni che ‘pesano’ se pensiamo che non ci siamo ‘mossi’ dalle enunciazioni.