ORE 22:40 LA SONNAMBULA DI BELLINI—MI PARE SOLO IL RACCONTO CON ALCUNE CURIOSITA’ /// TEMO TEMISSIMO SIA SENZA MUSICA!! PROVVEDEREMO PERCHE’ E’ DI UNA BELTA’!

La sonnambula

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
La sonnambula
Jenny Lind in La Sonnambula.jpg
Il soprano Jenny Lind ritratta nel ruolo di Amina
Lingua originale italiano
Genere Opera semiseria
Musica Vincenzo Bellini
(Spartito online)
Libretto Felice Romani
(Libretto on line)
Fonti letterarie La Somnambule di Eugène ScribeGermain DelavigneLa Somnambule ou L’arrivée d’un nouveau seigneur di Eugène ScribePierre Aumer
Atti 2
Epoca di composizione gennaio – inizio marzo 1831
Prima rappr. 6 marzo 1831
Teatro Teatro CarcanoMilano
Personaggi
  • Il conte Rodolfo (basso)
  • Teresa, mugnaia (mezzosoprano)
  • Amina, sua figlia adottiva (soprano)
  • Elvino, ricco possidente (tenore)
  • Lisa, ostessa (soprano)
  • Alessio (basso)
  • Un notaio (tenore)
  • Villici (coro)
Autografo Archivio Ricordi, Milano
« Ah, non credea mirarti
sì presto estinto, o fiore
passasti al par d’amore
che un giorno sol durò »
(Amina, Atto II)

La sonnambula è un’opera in due atti messa in musica da Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani. È considerata con I puritaniNorma uno dei tre capolavori del compositore catanese.

Genesi dell’opera

Bellini compose La sonnambula in soli due mesi, mentre si trovava sul lago di ComoMoltrasio, nella villa dei Conti Lucini Passalacqua, vicino all’abitazione di Giuditta Turina, una giovane signora con cui intratteneva una relazione sentimentale.

L’opera debuttò al Teatro Carcano di Milano il 6 marzo del 1831: quella sera – dedicata al musicista Francesco Pollini, amico di Bellini – le fu abbinato il balletto Il furore di Amore.

Sin dalla prima rappresentazione, ebbe grande successo. Nei mesi e negli anni seguenti fu replicata nei principali teatri italiani e stranieri. Oltre che a New York e a Parigi, fu messa in scena al Drury Lane di Londra con Maria Malibran nei panni della protagonista, sia pure in una versione contraffatta e parzialmente tradotta in inglese.

Il libretto fu tratto da La Somnambule ou L’arrivée d’un nouveau seigneur, un ballet-pantomime di Eugène ScribePierre Aumer (1827), e da La Somnambulecomédie-vaudeville dello stesso Scribe e Germain Delavigne (1819).

In un primo tempo, il duca Litta di Milano aveva commissionato a Bellini un’opera tratta da Hernani di Victor Hugo (in seguito messo in musica da Verdi). L’opposizione della censura austriaca spinse il musicista ad abbandonare il progetto originario e a scegliere, su suggerimento di Romani, un soggetto più innocente, di carattere pastorale ed idillico. Parte della musica già composta per Hernani fu però riciclata proprio nellaSonnambula e, successivamente, in Norma.

Con il concorso dello stesso Bellini, Romani apportò numerosi cambiamenti al soggetto. Fu inoltre eliminata la scena dell’agnizione conclusiva, di cui esiste una redazione librettistica, allorché il Conte Rodolfo si rivelava essere il padre naturale di Amina (la sonnambula).

Cast della prima assoluta

Ruolo Registro vocale Interprete
Amina soprano Giuditta Pasta
Elvino tenore Giovanni Battista Rubini
Il Conte Rodolfo basso Luciano Mariani
Lisa soprano Elisa Taccani
Teresa mezzosoprano Felicita Baillou-Hilaret
Alessio basso Lorenzo Biondi
Un notaro tenore Antonio Crippa

Caratteri musicali

Il tema del tenero e contrastato amore tra Amina ed Elvino offrì a Bellini il destro per esaltare la propria vena lirica: la tipica lunghezza dell’arco melodico si coniuga qui, coerentemente col soggetto, con un andamento languido e divagante, mentre l’orchestra si limita ad accompagnare la voce con mirabile semplicità. L’opera culmina in una delle più sublimi arie per soprano: la celebre Ah, non credea mirarti, che la protagonista canta in stato di sonnambulismo.

Trama

La scena rappresenta un villaggio della Svizzera. Epoca imprecisata.

Atto I

 

Una storica locandina dell’opera interpretata da
Maria Malibran (1835)

Quadro primo: Villaggio. In fondo al teatro si scorge il mulino di Teresa: un torrente ne fa girare la ruota.
Si festeggiano le nozze fra Elvino ed Amina, un’orfana allevata dalla mugnaia Teresa. L’unica ad essere scontenta è l’ostessa Lisa, anch’essa innamorata del giovane possidente, che rifiuta le profferte amorose di Alessio, un altro giovane del villaggio.

Al villaggio giunge un nobiluomo, che mostra di conoscere assai bene quei luoghi, ma che nessuno dei villici riconosce. Si tratta del conte Rodolfo, figlio del defunto signore del castello. Il gentiluomo, che si stabilisce nella locanda di Lisa, rivolge alcuni complimenti ad Amina, dicendole che il suo viso le ricorda quello di una donna che egli aveva conosciuto molti anni prima. Prima di salutarlo, i villici lo avvertono che il paese è popolato dalla sinistra presenza di un fantasma, ma il colto signore giudica le loro parole frutto di pura superstizione. Le lusinghe del Conte hanno frattanto destato la gelosia di Elvino che, rimasto solo con lei, rimprovera la futura sposa.

Quadro secondo:Stanza nell’osteria. Di fronte una finestra: da un lato porta d’ingresso: dall’altro un gabinetto. Avvi un sofà e un tavolino.
Nelle sue stanze, il conte Rodolfo è intento a corteggiare Lisa. Quando s’odono dei passi, l’ostessa fugge precipitosamente, ma prima riconosce Amina, che in stato di sonnambulismo sta recandosi nella stanza del Conte. La sonnambula si rivolge affettuosamente al nobiluomo, invocando il nome del futuro sposo, descrivendo rapita la prossima cerimonia delle sue nozze e infine chiedendogli di abbracciarla. Rodolfo dapprima non sa che fare. Il gentiluomo decide quindi di non approfittare della situazione e abbandona la stanza senza svegliare la sonnambula. Nel frattempo un gruppo di villici sopraggiunge alla locanda per salutare il conte (di cui ha finalmente scoperto l’identità); Lisa, maliziosamente, conduce tutti alla stanza di Rodolfo, dove sorprendono la giovane Amina adagiata sul divano. Lo sconcerto è generale. Elvino, sconvolto, rompe il fidanzamento, mentre la ragazza, destatasi, inconsapevole di quanto è accaduto, non può trovare parole per giustificarsi.

 

Illustrazione di William de Leftwich Dodge (1899)

Atto II

Quadro primo: Ombrosa Valletta fra il Villaggio e il Castello.

Mentre un gruppo di villici si reca dal Conte per convincerlo a prendere le sue difese, Amina cerca consolazione nell’affetto della madre. Amina si imbatte in Elvino che, straziato per gli avvenimenti, le ricorda come lo abbia reso il più infelice tra gli uomini e le strappa l’anello di fidanzamento.

Quadro secondo: Villaggio come nell’atto I. In fondo al teatro si scorge il mulino di Teresa: un torrente ne fa girare la ruota.

Invano il conte Rodolfo tenta di spiegare ai villici cosa sia il sonnambulismo e di far recedere Elvino dalle sue posizioni. Il giovane, per ripicca, ha ormai deciso di andare a nozze con l’ostessa Lisa. Il paese è quindi nuovamente in festa in vista di una nuova possibile cerimonia nuziale, ma quando Lisa ed Elvino passano davanti al mulino di Teresa, la donna accusa Lisa di aver commesso lo stesso reato di Amina, portando come prova un fazzoletto appartenuto all’ostessa e trovato nella stanza del conte Rodolfo.

Elvino si sente nuovamente tradito, quando fra la meraviglia generale, si vede Amina camminare in stato di sonnambulismo sul cornicione del tetto di casa. È la prova che il conte Rodolfo aveva ragione. Contemplando il fiore appassito che Elvino le aveva donato il giorno prima, la sonnambula canta il suo amore infelice (“Ah! non credea mirarti”), ascoltata da tutti, e quando si desta può finalmente riabbracciare l’amato Elvino. Il villaggio, nuovamente in festa, si prepara per le tante sospirate nozze.

Atto I

  • 1 Introduzione (Coro, Lisa, Alessio)
    • Coro d’introduzione Viva Amina!
    • Cavatina di Lisa Tutto è gioia, tutto è festa
    • Stretta dell’Introduzione In Elvezia non v’ha rosa
  • 2 Scena e cavatina di Amina Come per me sereno
  • 3 Scena e cavatina di Elvino Prendi, l’anel ti dono (Elvino, Amina, Coro)
  • 4 Scena e cavatina di Rodolfo Vi ravviso, o luoghi ameni
  • 5 Scena e coro A fosco cielo, a notte bruna
  • 6 Scena e duetto Son geloso del zefiro errante (Elvino, Amina)
  • 7 Scena e finale primo
    • Scena Davvero, non mi dispiace d’essermi qui fermato (Rodolfo, Lisa)
    • Scena e duetto Oh, come lieto è il popolo (Rodolfo, Amina)
    • Coro Osservate. L’uscio è aperto
    • Quintetto D’un pensiero e d’un accento (Elvino, Amina, Teresa, Lisa, Alessio, Coro)

Atto II

  • 8 Coro d’Introduzione Qui la selva è più folta ed ombrosa
  • 9 Scena ed aria di Elvino Tutto è sciolto (Amina, Teresa, Elvino, Coro)
  • 10 Scena ed aria di Lisa De’ lieti auguri
  • 11 Scena e quartetto Signor Conte, agli occhi miei (Elvino, Rodolfo, Lisa, Teresa, Coro)
  • 12 Scena ed aria finale di Amina Ah, non credea mirarti

Organico orchestrale

La partitura prevede l’utilizzo di:

Da suonare internamente:

  • 2 tamburi, 4 corni

Discografia

Incisioni in studio

Anno Cast (Amina, Elvino, Conte Rodolfo, Lisa, Teresa) Direttore Etichetta
1952 Lina PagliughiFerruccio TagliaviniCesare SiepiWanda RuggeriAnna Maria Anelli Franco Capuana Warner Music
1957 Maria CallasNicola MontiNicola ZaccariaEugenia RattiFiorenza Cossotto Antonino Votto EMI
1962 Joan Sutherland, Nicola Monti, Fernando CorenaSylvia StahlmanMargreta Elkins Richard Bonynge Decca Records
1980 Joan Sutherland, Luciano PavarottiNicolai GhiaurovIsobel BuchananDella Jones Richard Bonynge Decca Records
2006 Natalie DessayFrancesco MeliCarlo ColombaraJaël AzzarettiSara Mingardo Evelino Pidò Virgin Records
2008 Cecilia BartoliJuan Diego FlórezIldebrando D’ArcangeloGemma BertagnolliLiliana Nikiteanu Alessandro De Marchi Decca Records
 

Iscrizione sulla lapide della Tomba di Bellini con l’incipit dell’aria de La sonnambula:
“Ah! non credea mirarti / Sì presto estinto, o fiore”

Registrazioni dal vivo

Legenda: anno – direttore d’orchestra – Amina, Elvino, Rodolfo, Lisa, Teresa, Alessio, Notaio

Fantasie strumentali

Trasposizioni cinematografiche

Bibliografia ]

Altri progetti

Collegamenti esterni

Progetto Musica Classica
V.Bellini

Opere di Vincenzo Bellini
Adelson e Salvini (1825) | Bianca e Fernando (1826) | Il pirata (1827) | La straniera (1829)
Zaira (1829) | I Capuleti e i Montecchi (1830) | La sonnambula (1831)
Norma (1831) | Beatrice di Tenda (1833) | I puritani (1835)

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