7 LUGLIO 2013 ORE 16:27 TAHAR BEN JELLOUN (1944 A FEZ / MAROCCO)—BIOGRAFIA E OPERE

Tahar Ben Jelloun è uno degli autori marocchini più conosciuti in Europa. Nasce a Fèz il giorno 1 dicembre 1944 dove trascorre la sua giovinezza. Ben presto, però, si trasferisce prima a Tangeri, dove frequenta il liceo francese, e poi a Rabat. Qui si iscrive all’università “Mohammed V” dove si laurea in filosofia.

 

Intorno ai primi anni ’60 Ben Jelloun inizia la sua carriera di scrittore ed è in questo periodo che partecipa attivamente alla stesura della rivista “Souffles” che diventerà uno dei movimenti letterari più importanti del Nord-Africa. Fa la conoscenza di uno dei personaggi più importanti del momento, Abdellatif Laâbi, giornalista e fondatore di “Souffles”, da cui trae innumerevoli insegnamenti e con cui elabora nuove teorie e programmi.

Contemporaneamente porta a termine la sua prima collezione di poesie intitolata “Hommes sous linceul de silence” che viene pubblicata nel 1971.

 

Dopo aver conseguito la laurea in filosofia si trasferisce in Francia dove frequenta l’università di Parigi. Qui ottiene il dottorato realizzando uno studio sulla sessualità degli immigrati nord-africani in Francia, studio da cui, intorno alla seconda metà degli anni ’70, scaturiranno due testi importanti quali “La Plus haute des solitudes” e “La Reclusion solitaire”. In queste due opere si sofferma ad analizzare la condizione degli emigrati magrebini in Francia che, fuggiti dal proprio paese con l’intento di cambiare vita, di migliorare la propria posizione sociale, sono diventati i nuovi schiavi di antichi padroni.

 

Pian piano la sua voce comincia a farsi sentire ma l’eco di queste parole si farà più intenso e penetrante con la pubblicazione di due opere importantissime quali “L’Enfant de sable” e “La Nuit sacrée”, quest’ultima vincitrice del premio Goncourt che lo ha designato quale scrittore di fama internazionale. Da allora i suoi testi sono diventati sempre più numerosi mentre il genere letterario in cui si è distinto si è diversificato nel tempo.

 

Ha scritto novelle, poesie, opere teatrali, saggi, riuscendo ad apportare in ognuna delle sue opere elementi innovativi rispetto alla tradizione a cui egli stesso guardava e, contemporaneamente, la sua scrittura si è evoluta di giorno in giorno. Le tematiche trattate sono molteplici ma si basano tutte su argomenti scottanti e sempre attuali come l’emigrazione (“Hospitalité française”); la ricerca d’identità (“La Prière de l’absent” e “La Nuit sacrée”), la corruzione (“L’Homme rompu”).

 

Diversa è anche l’ambientazione delle storie tant’è vero che dal Marocco di “Moha le fou”, “Moha le sage”, o “Jour de silence à Tanger”, si passa a testi ambientati in Italia ed in particolare a Napoli (“Labyrinthe des sentiments” e “L’Auberge des pauvres”). A questa lunghissima lista di opere ne va aggiunta una, più recente, “Cette aveuglante absence de lumière” che, nonostante le critiche ne abbiano accompagnato la pubblicazione, ha impressionato il pubblico per la sua forza, per la sua scrittura che pare aver raggiunto in queste pagine il suo punto più alto.

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *