6 GIUGNO 2013 ORE 23:53 UN’ALTRA STORIA SUL BOOGIE: SE VOLETE LEGGERE E’ INFORMATIVO E “UN COMPITINO BEN FATTO”…

BOOGIE WOOGIE

 

La locuzione inglese boogie woogie non ha una traduzione univoca. Sul suo significato si discute ancora. Forse è un soprannome ricorrente negli ambienti negri di Chicago nei primi decenni del 1900. Forse è semplicemente un suono onomatopeico che fa riferimento a qualche strumento di accompagnamento che nei primissimi albori scandiva il ritmo di questa musica, in assenza di pianoforte. Qualche studioso ha ipotizzato come traduzione danza oscena: boogie è un termine dialettale del sud degli USA che significa osceno; woogie è un ballo tipico della popolazione nera di Anniston (Alabama).


Il Maestro Sergio Da Milano, nel libro LE DANZE JAZZ, avanza una ipotesi suggestiva legata alle iniziali BW: “
Questo genere musicale era conosciuto in alcune regioni degli USA come Fast Blue Western, cioè Blues occidentale veloce. Con il passare del tempo scompare il fast (veloce) perchè ritenuto intrinseco e di conseguenza superfluo, mentre rimane il Blues Western. Da questo, ad appuntare sul foglio di musica (spartito) le sole iniziali B.W., il passo è naturale ed inevitabile…”.

IL GENERE MUSICALE

Il boogie woogie nacque nel contesto del Blues attorno al 1920 negli ambienti del jazz e si inserisce in quella cerchia di balli non strutturati, spontanei, derivati dalla mescolanza di più stili Charleston, Lindy Hop, Big AppleBlack Bottom Swing, con profonde origini nelle radici storiche dei popoli dell’America nera.L’epoca del Jitterburg e dei balli nevrastenici (jitter =nervi) è datata 1920 con le prime affermazioni del Jazz che, accanto alla vena malinconica del Blues, proponeva con le Jazz Band performance di assoluta ricchezza interpretativa e improvvisazione.
Il Charleston(nato nell’ambiente degli scaricatori neri della Carolina del Sud) primo fra tutti i balli a rompere gli schemi, ebbe un colossale successo tra i giovani, grazie anche al forte lancio pubblicitario dell’impresario George White che per primo propose alle grandi masse questo innovativo modo di muoversi al tempo di una musicalità ritmata e frenetica.Il ritmo veloce, la posizione aperta dei ballerini, una maggiore libertà della donna, sia nell’abbigliamento che nelle figure, la presenza di passi acrobatici, precedono il boogie-woogie e quello che nel secondo dopoguerra sarà il rock’n’roll.I primi musicisti furono negri e lo strumento musicale per elezione fu il pianoforte. Può sembrare una stranezza, se si considera che il pianoforte è uno strumento europeo; ma andò proprio così. In America, in quegli anni, in tutti i locali di intrattenimento alla moda, c’era un pianoforte. L’invenzione del boogie woogie non si può attribuire ad un solo autore: esso è sicuramente il frutto di un lavoro che possiamo definire collegiale a distanza. Molti musicisti hanno contribuito a caratterizzarlo: in diversi luoghi, in diversi tempi. Le rivendicazioni di paternità, naturalmente, non mancano: fra tutte, secondo il Maestro Sergio Da Milano, “
la più attendibile pare essere quella del fantastico Jimmy Yancey (grande ballerino di step ed altrettanto grande virtuoso del pianoforte)”. Lo stesso Da Milano propende comunque per la teoria della pluripaternità.

La iniziale definizione di fast blues introduce immediatamente il concetto di tempo sostenuto, come caratteristica essenziale del boogie woogie. Sul piano interpretativo poi, abbiamo avuto due distinti filoni:

  • Uno classico, in chiave dotta, che è stato coltivato da gruppi di validi musicisti e studiosi di jazz.
  • Un altro di massa, orchestrale, non di altissima qualità, che ha puntato sul ritmo frenetico, finalizzato a lanciare un nuovo genere di ballo.

Esso si sviluppò soprattutto nel Middle West. La prima incisione discografica in cui compare il termine boogie woogie risale al 1928: Pinetop’s Boogie Woogie di Clarence Pine Top Smith. Per dovere di cronaca si deve ricordare che già erano stati precedentemente incisi altri brani nei cui titoli però non compariva l’espressione boogie woogie: Chicago Stomp (1924) di Jimmy Blythe; Honky Tonky Train Blues (1927) di Meade Lux Lewis, Stavin Chain, leggendario pianista, ma il grosso successo si deve alle grandi orchestre, promotrici di brani come Roll’em di Benny Goodman ,Boogie Woogie di Count Basie e Hamp’s Boogie Woogie di Lionel Hampton.Sicuramente la storiografia è molto più ricca di così.

Clarence fu ucciso poco tempo dopo l’incisione, durante una rissa fra ubriachi: tale incidente fa capire il contesto storico ed ambientale di questo genere musicale. Ma il suo pezzo sopravvisse a lui per molto tempo, proprio perchè segnò l’inizio di una svolta.I creatori del B.W.sono da ricercare tra i negri che seguendo la ferrovia e le città lungo le rive del Mississippi allietavano le serata al suono della loro chitarra con quella melodia tipica che verrà successivamente trasportata sul pianoforte delle osterie (Jukers).Tipico di questa musica era il picchiare sui tasti del piano in maniera molto decisa, quasi a cercare l’elevazione delle note al di sopra del rumoreggiare dei clienti. Chiamata fast western blues per la grande diffusione nel Texas questo stile musicale si affinò nelle grandi metopoli del nord come Chicago , St.Louis, Detroit richiamo per gli emigranti delle comunità nere alla ricerca di lavoro.

Dopo la crisi del ’29 (martedì nero di Wall Street) il jazz tradizionale si trasformò in swing. La commercializzazione di questo nuovo genere fu massiccia e rapida. La diffusa voglia di risorgere portò all’apertura di numerose sale da ballo in tutte le principali città degli USA.

IL BALLO

Fratello della “swing” statunitense, il boogie tuttora cattura e strega per la sua carica vitale, sfrenata, spesso sfacciata ma assolutamente irresistibile. Con una nota più sensuale ma sempre sdrammatizzata dall’ironia, si adatta a musiche lente dai ritmi vicini al blues, ma si sposa perfettamente anche con musiche velocissime su cui i piedi si scoprono a volare. Tuttavia velocità e ritmo non impediscono anche ai più maturi di cimentarcisi e diventano un gioco appetitosissimo per i giovanissimi.

 

Per molti anni i movimenti di danza supportati dalla musica del boogie woogie furono affidati all’improvvisazione. I neri erano abituati a ballare liberamente ogni ritmo, senza problemi di codificazioni: meno che mai si preoccuparono di mettere in piedi costruzioni tecniche relative a questo nuovo tipo di ballo.

A dire il vero, dagli studi effettuati sul boogie woogie in quanto ballo, è emerso chiaramente che esso non ha creato specifiche figure, ma ha operato una sintesi ed un assemblaggio di tutto quanto era stato prodotto dalle danze del genere jitterbug:

  • continuo rimbalzare da un piede all’altro;
  • break-away;
  • separation e riavvicinamento con arrotolamento e srotolamento della dama;
  • air-steps,
  • dinamica gestione della dama in tutta una serie di giri e piroette;

Nell’opera LA STORIA DEI BALLI Marlon Giuri e Simona Griggio si può leggere che “più che un nuovo ballo, il boogie woogie fu un nuovo modo di interpretare vecchie figure coreografiche: le improvvisazioni solistiche e le evoluzioni aeree del jitterbug, quel filone di balli nevrastenici che dal charleston al big apple avevano rivoluzionato la coppia riproponendo la distanza tra i partner, entrarono a far parte del boogie.”

Per quanto riguarda la posizione della coppia, non c’era una regola precisa, nel senso che la libera interpretazione portava di volta in volta i ballerini ad assumere posizioni aperte, chiuse, di spalle. Questa condizione di fondamentale libertà consentiva ai danzatori più acrobatici di inserire figure azzardate e pericolose: salti mortali, voli di ogni genere, scavalcamenti della dama e sottopassaggi da parte di lei. Si preparavano in tal modo le premesse del rock ‘n’ roll.

La massima diffusione di questo ballo negli USA avvenne alla vigilia della seconda guerra mondiale e fu parallela al successo crescente del nuovo genere musicale. Basti pensare che nel 1938 alla Carnegie Hall di New York, famosa per i concerti di musica classica, si tenne il primo concerto swing al quale presero parte i più grandi musicisti di jazz, neri e bianchi. Le varie cronache di tale avvenimento furono concordi nel decretarne lo straordinario successo.

Il boogie woogie entrò profondamente nella vita degli americani e nelle loro abitudini, sia come musica che come ballo. Per questo motivo, allo scoppio della guerra, le Autorità fecero incidere una serie di 33 giri di musica swing/boogie woogie, destinati alle truppe impegnate nei combattimenti nelle varie regioni strategiche del mondo: ciò sarebbe servito a tenere alto il morale dei soldati.

Proprio tramite le truppe americane, il boogie woogie arrivò in Europa. Esso portava con sé la fiducia nella ripresa economica e nella liberazione dalla povertà e dalla tristezza precedente. Come reazione all’oscurità della guerra questo ballo portava con sé la spensieratezza, l’ottimismo e la convinzione che tutto fosse a portata di mano.Chiaramente i giovani soldati lo ballavano da poco tempo e a modo loro: non erano dei maestri di ballo. Ciò nonostante fu grande la suggestione prodotta e dal ballo e dai relativi brani musicali, che, finita la guerra, si diffusero dell’uno e degli altri lo studio e la pratica.

Molti maestri usano per questo ballo una tecnica e delle figure identiche a quelle che ritroviamo nel jive. Mentre il jive appartiene alla disciplina DANZE LATINO-AMERICANE, il boogie woogie è onnipresente:

  • fa parte delle danze tradizionali americane e figura nella disciplina Rythm le cui competizioni riguardano esclusivamente l’american style.
  • appartiene alla disciplina DANZE JAZZ (boogie voogie, rock ‘n’ roll, twist, disco dance, charleston, blues).
  • rientra nel settore Danze Jazz della WRRC (World Rock ‘n Roll Confederation).
  • COPPIE E FORMAZIONE
  1. Ai fini del giudizio l’interpretazione è l’elemento fondamentale del Boogie Woogie. L’interpretazione è spontaneità che è il contrario di una coreografia. Il passo Boogie è basilarmente un passo a terra di singolo, doppio o triplo tempo. Altri passi si possono usare per l’interpretazione se si accordano alla musica.Tutti gli elementi e figure saranno guidate visivamente, per mano o con contatto del corpo.
  2. Acrobazie e figure di ballo saranno giudicate come un’unità. Le acrobazie non dovrebbero essere ballate.
  3. I vestiti saranno relativi alla musica ed al ballo.
  4. Articoli di vestiario o accessori portati dalle coppie sulla pista, non possono essere gettati via o tolti.
  5. Musica: federale. Tempo di gara: da 1,30 a 2 minuti in tutti i passaggi. Velocità: 28/32 battute/minuto; passaggio lento. Velocità: 48/52battute/minuto; passaggio veloce.
  6. Per la categoria Juniors è previsto solo il passaggio veloce.

Quella delle “Danze Jazz”, con Boogie Woogie ed il Rock Acrobatico in particolare, è probabilmente la disciplina che potrebbe avanzare ulteriori pretese di riconoscimento quale specialità olimpica, proprio per le caratteristiche di alta spettacolarità e di grande rilevanza e spessore culturale, atletico e sportivo.

Ho trovato queste informazioni in giro per la rete e non pretendo di ricostruire la storia di queste discipline, ma di stimolare l’interesse e la curiosità con un po’ di informazioni per gli appassionati di questi balli.

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