6 GIUGNO 2013 ORE 23:03 CINELIBRI.IOBLOGGO —“Ho 53 anni e sono disoccupato…” LETTERA DA AUGIAS, REP. 2 GIUGNO ’13

nemonemo ha postato sul blog cinelibri

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Francesco Cannavina: Il volto dimenticato della crisi.
“””… < …ho 53 anni e sono disoccupato. Mia moglie insegna, scuola primaria. Con lo stipendio misero che lo Stato dà alle maestre, non riusciamo a vivere. Abbiamo due figli. Vanno all’ università. Buoni voti. Probabilmente dovremo dirgli che non possono più andare a scuola. Siamo senza soldi ma non abbastanza poveri per lo Stato. Non abbiamo i soldi per i libri, le penne, l’ autobus. Ma non siamo poveri abbastanza.  Essere disoccupati a 53 anni è un insieme di centinaia di piccole e grandi umiliazioni. È tua moglie che ogni mattina cerca di andare a scuola vestita  ‘ decentemente ‘, cerca di infilarsi i soliti pantaloni ormai stretti. O nei vestiti regalati dalla cugina, troppo larghi, ma che mia moglie mette lo stesso. Perché non abbiamo i soldi per comprarne altri. È tuo figlio che da mesi dice di sentirsi debole, e avrebbe bisogno di esami del
sangue. Ma non li può fare. Non abbiamo i soldi ma non siamo abbastanza poveri per farli gratuitamente. È accettare lavoretti per pochi euro. Normalmente sarebbero pagati cento, tu li fai per dieci. È chinare la testa davanti a persone  cui sputeresti in faccia. È non avere più orgoglio. È vergognarsi davanti ai propri figli. È vendere braccialetti d’ oro che i nonni hanno regalato ai tuoi figli quando sono nati. Venderli per comprare da mangiare. È la gente che pensa che sei tu che non hai voglia di lavorare. È essere invisibile. È la rabbia. Guardare il telegiornale e vedere che si parla di tutto tranne che di te. Imu, processi e giudici  ‘ comunisti ‘, litigi infantili tra politici ignoranti e incapaci, scaricabarile, puttane vere e presunte. Di tutto. Ma non di te, della tua disperazione. Allora pensi di prenderti un’ arma. L’ agnello ha preso il fucile ! Pensi a una rapina. Se ti va bene per un po’ hai soldi per mangiare e mandare i tuoi figli a scuola. Se ti va male, ti
arrestano. Un problema in meno per la tua famiglia. Ma non prendi il fucile. Tuo padre ti ha insegnato a essere onesto. E poi sai che non sarai mai capace di fare del male. Essere disoccupati a 53 anni è una rabbia silente. Un urlo sottovoce. È la morte del sogno. La fine di tante cose >. …”””

( Lettera a Augias, la Repubblica di Domenica 2 Giugno 2013 )

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