11 MARZO 2013 ORE 16:35 NAPOLITANO FACCIA UN GOVERNO 5 STELLE E NOI CHIEDEREMO LA FIDUCIA SUI NOSTRI 20 PUNTI

M5S: “Nessun referendum su alleanza col Pd.
Napolitano accetti un governo a 5 Stelle”

I capogruppo Crimi e Lombardi: “Non facciamo alleanze con i partiti, nessun margine di trattativa”. “Il nostro candidato premier? Contano solo i 20 punti del programma, non le persone”. Crimi: “Chiamato dal Pd per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, ma non accettiamo scambi”. Bocciata la “marcia” da Piazza del Popolo a Montecitorio. Grillo su Twitter: “Se gruppi votano fiducia, mi ritirerò dalla politica”

M5S: "Nessun referendum su alleanza col Pd. Napolitano accetti un governo a 5 Stelle"Roberta Lombardi e Vito Crimi

ROMA – Nessun referendum interno al movimento su una possibile alleanza col Pd. L’obiettivo è unico, un governo a 5 stelle. Questo il messaggio dettato in conferenza stampa dai capigruppo in pectore del M5S, Roberta Lombardi (Camera) e Vito Crimi (Senato), intorno alle 20, dopo le oltre cinque ore di riunione in un albergo dell’Eur, a Roma, dai neoparlamentari del Movimento. Mentre Lombardi e Crimi parlano ai giornalisti, Grillo lancia un nuovo monito via Twitter: “Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l’Italia, serenamente, mi ritirerò dalla politica”.

Quanto alla consultazione interna sul sostegno al Pd, Grillo ribadisce quanto viene affermato in contemporanea dai capigruppo M5S: “Non ci sarà alcun referendum interno per chiedere l’appoggio al pdmenoelle o a un governo pseudo tecnico”. ‘I partiti – aggiunge Grillo – cercano di addossare al M5S la responsabilita’ dello sfascio del Paese dopo aver inciuciato per 20 anni e sorretto insieme il governo di Rigor Mortis alla luce del sole. In campagna elettorale il nostro slogan è stato ‘Mandiamoli tutti a casa!’ e per questo il M5S è stato votato da più di 8 milioni di italiani. Nel ‘Non Statuto’ e negli impegni sottoscritti dai neo parlamentari del M5S sono esclusi in modo categorico accordi con i partiti”.

I collaboratori. Crimi e Lombardi parlano delle selezioni per i collaboratori del M5S in Parlamento, aperte da Grillo che su Twitter si è rivolto a persone “pulite, trasparenti e oneste, competenti e volenterose”. “In un giorno e mezzo sono già arrivati 1000 curricula. Li selezioneremo, devono essere i migliori” spiega la Lombardi. “Sulla quantità dei collaboratori ci stiamo lavorando, uno per ogni ufficio più alcuni per la segreteria” dice Crimi. “E’ stata proposta una iniziativa, la passeggiata verso il Parlamento, per simboleggiare simbolicamente tutti. Ma ci siamo confrontati e valutato di non farla”.

“Nessuna proposta di referendum su alleanza con Pd”. “Nessuno ha proposto il referendum” afferma Roberta Lombardi, rispondendo alle voci di una proposta di consultazione online della base del movimento in merito a un’alleanza di governo col Pd. La stampa incalza, ne ha parlato Ivan Catalano. “Gliel’ho chiesto e avremmo voluto averlo qui con noi. La risposta è che nel movimento c’è una discussione, una dialettica. Ma noi non facciamo alleanze con i partiti. Mai stati margini di trattativa. A meno che non facciamo un governo 5 stelle, a quel punto chiederemo noi agli altri di sostenerci”. Crimi: “Noi non operiamo una scelta, confermiamo quanto già detto. Chi propone altro è chi ha votato Pd”.

Governo a 5 stelle, contano i punti non il premier. Se Napolitano dovesse prendere in considerazione un governo a 5 stelle, “non importa chi sarebbe il nostro candidato, ma i 20 punti di programma di un governo a 5 Stelle. Se Napolitano accetta un governo a 5 stelle, accetta quei punti, la persona non è importante” afferma Crimi. “Non abbiamo deciso che nome proporre perché per noi è indifferente, contano i punti”.

Qualcuno chiede della vertenza alla Bridgestone. “Noi abbiamo un programma su punti precisi – risponde la Lombardi -, anche la tutela del lavoro. Su quello che non c’è, ci rifacciamo alla Costituzione. Ma noi siamo accanto ai lavoratori”.

L’aut-aut di Casaleggio. “Confermo – risponde Crimi -, ed è normale. Casaleggio non ha imposto una sua posizione, tipo ‘io caccio chi non la pensa come me’. Lui ha detto che se ne va se il M5S prende una strada diversa” ovvero si allea col Pd.

 

 

Crimi ha anche confermato l’istituzionalità della telefonata ricevuta dal Pd in merito alle future nomine dei presidenti delle Camere. “Ma noi non facciamo accordi di questo tipo, proporremo e voteremo il nostro candidato, ma non facciamo accordi per ottenere qualcosa in cambio di qualcos’altro”. Quanto alla prossima elezione del Capo dello Stato, “voteremo online su una rosa di candidati e decideremo” spiega ancora Crimi.

“L’appello? Lo abbiamo fatto noi agli italiani”. I giornalisti chiedono una reazione all’appello lanciato dagli intellettuali per la formazione di un governo di alto profilo “per non perdere l’occasione di cambiare il Paese”. “Non leggiamo appelli – ribatte Crimi -, l’appello lo abbiamo fatto noi dicendo prima delle elezioni di votare M5S. e non siamo la stampella del Pd”.

Bocciata la “marcia” verso il Parlamento. L’assemblea dei neoeletti del Movimento 5 stelle ha bocciato a maggioranza, per alzata di mano, l’ipotesi di una ‘marcia’ dei parlamentari a Roma per venerdì prossimo, in occasione della prima seduta del nuovo Parlamento. Secondo quanto viene riferito, la proposta avanzata dal deputato Alessandro Di Battista prevedeva una “passeggiata di accompagnamento, con famiglie e bambini, da piazza del Popolo fino a Palazzo Madama”.

Contrario in primis il capogruppo in pectore al Senato, Vito Crimi: “Non deve passare il concetto – ha spiegato – che ci accompagnano come i bambini al primo giorno di scuola. Noi abbiamo una nostra dignità, siamo persone serie e non dobbiamo dare l’immagine che è una marcia di vittoria perchè noi andiamo in Parlamento a lavorare”. “Ci hanno già accomunato al fascismo e a Casapound – ha spiegato un neoparlamentare -, un’iniziativa del genere verrebbe vista come una marcia su Roma”.

Ulteriori tagli a indennità parlamentari. Gli eletti del M5S riflettono anche su possibili altre ‘sforbiciate’, oltre a quelle agli stipendi, che tocchino le ulteriori indennità spettanti ai parlamentari, diaria compresa. A quanto riferiscono fonti interne, l’assemblea sta valutando di modificare il codice di comportamento degli eletti M5S, che attualmente prevede riduzioni solo per gli stipendi. Per questo Vito Crimi ha raccomandato agli altri eletti di non firmare i documenti che verranno sottoposti ai ‘grillini’ quando domani andranno a registrarsi in Parlamento. “Come avviene in un qualunque primo giorno di lavoro – ha spiegato – dovrete prendere le carte per accettazione e firmarle solo in seguito”. Crimi ha anche consigliato ai parlamentari di non fornire il codice Iban del loro conto bancario proprio per evitare accrediti non richiesti.

“Ma non siamo francescani”. Tra gli interventi, c’è chi ha ricordato che i grillini sono arrivati in Parlamento dicendo: “Prenderemo2500 euro al mese”- Invece ora stiamo discutendo se tra rimborsi e tutto il resto arriveremo a 11mila”. Per contro, c’è chi ha sottolineato: “Non bisogna rimetterci di tasca nostra”. Una parlamentare ha raccontato: “In Sicilia hanno fatto un errore e hanno restituito più di quel che dovevano dare e ci hanno rimesso di tasca loro. Nessuno vuole arricchirsi, ma nemmeno rimetterci”.

Nel dibattito, lungo cinque ore, più persone hanno sostenuto che bisogna spendere “quanto è necessario senza vivere però come universitari fuori sede, nelle case tutti insieme. Spendiamo quanto è necessario, rendicontiamo tutto e mettiamo tutto in Rete e la Rete controlla”.

Un altro parlamentare M5S ha aggiunto: “Grillo dice che non vuole a Roma 154 francescani. Noi spendiamo quanto è necessario e rendiamo indietro allo stato 410mila euro al mese, questo è il messaggio che deve passare all’opinione pubblica. Il resto lo spendiamo per fare politica”.

Tutti d’accordo sul fatto di non dover guadagnare più di 2500 euro netti al mese, ma da un altro neoeletto arriva il monito: “Non dobbiamo lucrare, ma dobbiamo essere equamente retribuiti oppure diventiamo integralisti”.

Alla fine del dibattito, passa la proposta della deputata Giulia Sarpi, che ha detto: “Su tutto deciderà la commissione indennità. Non usciamo da qui con una proposta, ma deleghiamo al gruppo indennità e poi votiamo”. Infatti, il voto ha dato mandato ai gruppi di valutare tutte le questioni sollevate nel corso dell’assemblea di oggi.

Catalano: “M5S in fermento su alleanza con Pd”. I neoeletti del Movimento hanno deciso di cambiare albergo. Stavolta la riunione organizzativa avviene in un hotel dell’Eur. Ed è qui che Ivan Catalano, prima della riunione, parla di “Movimento in fermento da giorni” sull’ipotesi di un referendum tra gli attivisti a 5 Stelle per un’alleanza con il Pd, aggiungendo: “Un governo va fatto sennò non va avanti il Paese. Qualcuno prenderà la decisione di farlo e lo si farà”.

I parlamentari del M5S, secondo quanto si apprende, torneranno a riunirsi da mercoledì per decidere come comportarsi nella votazione dei due presidenti delle Camere venerdì prossimo. Una nuova riunione che, viene riferito, si terrà negli uffici di Camera e Senato, dove da domani i grillini andranno a ‘registrarsi’ per gli adempimenti formali prima dell’insediamento di venerdì.

Le reazioni. Favorevole a un governo con il M5S si è detta Susanna Camusso: “C’è bisogno di risposte. Penso che il voto abbia detto che c’è un partito che ha preso il maggior numero di voti e un secondo partito che è M5S e quella è la volontà degli elettori”, ha detto intervenendo a ‘In mezz’ora’ di Lucia Annunziata, aggiungendo “che gli italiani hanno detto di no” ad un governissimo, e se fallisse il tentativo di Bersani “bisognerebbe continuare a moltiplicare le ipotesi per una soluzione che sia la piùrispettosa del risultato del voto”.

La neo senatrice del Pd, Laura Puppato, propone poi un blog comune a cui affidare il dialogo tra Partito democratico e Movimento 5 stelle per trovare l’intesa e “una fiducia a tempo, per un anno”, non necessariamente sugli otto punti proposti da Bersani, per costruire un governo programmatico, afferma la senatrice indicata da alcuni come una delle mediatrici tra Pd e M5s in vista delle prossime scadenze istituzionali. “Apriamo un blog. Costruiamo una piattaforma virtuale su cui Pd e Movimento 5 stelle – propone Puppato – possano dialogare mettendo in comune le loro esperienze e le loro competenze. Con tre livelli: obiettivi, tempi per realizzarlo, finanziamenti”.

(10 marzo 2013)

 

 

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