10 marzo 2013 ore 08:12 La vostra famiglia, le vostre amicizie, il vostro circolo politico di CHE TIPO E’? RAGAZZI, ATTENZIONE ALL’APPARENZA E AL BLA-BLA CON CUI UNO SI RACCONTA, VIVERE ESCLUSIVAMENTE IN FUNZIONE DI MANTENERE “IL PROPRIO EQUILIBRIO” RAGGIUNTO, A PARER MIO, SOFFRI MENO O TE LO CREDI (DIVENTI VUOTO), MA E’ VITA? DAVVERO CONTA SOLO “LA SOPRAVVIVENZA” COMUNQUE SIA?

 

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Kurt Lewin sulle dinamiche dei gruppi

Kurt Lewin è stato fondamentale per lo studio delle dinamiche psicologico-sociali dei gruppi.

Le ricerche sue e dei suoi collaboratori hanno illustrato i meccanismi di interdipendenza tra individuo e gruppo sociale mostrando come il comportamento dell’individuo è funzione dell’ambiente e delle forze che agiscono in esso.
Rispetto all’educazione Lewin afferma che la crescita sociale [e cognitiva] è in rapporto col grado di partecipazione dell’individuo alla realtà sociale. Per questo la qualità dell’educazione dipende dalla struttura del gruppo e dalle sue regole di funzionamento.

In generale ciò implica che i sistemi educativi riproducono i sistemi di governo sociale, attraverso l’atmosfera sociale che si instaura a scuola, cioè quella dimensione non immediatamente percepibile che costituisce la struttura portante delle dinamiche possibili all’interno delle situazioni socio-psicologiche.

La situazione psico sociale contiene lo spazio di vita del soggetto; entrambi costituiscono un’unità indissolubile. Tale unità forma un sistema, cioè un’entità non scomponibile nella somma delle parti, che risente delle modificazioni di ciascuno degli elementi che lo compongono.

Studiare le istituzioni educative guardando alla complessità del sistema significa analizzare prima di tutto il più vasto clima sociale nel quale si svolge il processo formativo; “Il clima sociale in cui il bambino vive è tanto importante per il suo sviluppo quanto l’aria che respira; il gruppo a cui appartiene è il terreno sul quale poggia [la sua psicologia]” (K. Lewin, 1974, I conflitti sociali, Angeli, Milano, p.121).

 

 

A livello educativo ciò comporta che la qualità e l’efficacia dell’insegnamento sono vincolate dalla costruzione, da parte dell’adulto, di un’atmosfera sociale che permetta ai singoli di prendere parte in modo attivo e consapevole al processo formativo.

L’attenzione alla variabile del clima sociale indusse Lewin a indagare, tra gli anni ’30 e ’40, i fattori che contribuiscono alla strutturazione di un’atmosfera sociale positiva in seno al gruppo.

Insieme a un famoso gruppo di ricercatori Lewin condusse per anni un complesso piano di ricerche sul rapporto tra stili di conduzione del gruppo (leadership) e dinamiche psicosociali che conseguentemente si instauravano all’interno dello stesso.
Nel piano di ricerca, rilevanza essenziale assumeva la figura del leader, cioè della persona che nei confronti del gruppo aveva il ruolo di definire le modalità di funzionamento del sistema e dei suoi componenti. L’atmosfera del gruppo, infatti è funzione dello stile di leadership che viene adottato. Le ricerche hanno mostrato gli effetti di differenti tipi di conduzione del gruppo da parte del leader sul comportamento individuale e collettivo dei suoi membri.

A tale scopo lo studio focalizzava tre situazioni differenti per stile di leadership: una situazione democratica; una autoritaria e una definita come laissez-faire.

 

 

1. Nello studio dello stile di leadership autoritaria l’adulto decideva l’attività, i ruoli, le funzioni; dispensava premi e punizioni senza spiegarne i criteri e manteneva sempre una certa distanza emotiva dal gruppo. Tale comportamento, producendo frustrazione nei ragazzi, tendeva a determinare aggressività o apatia (come risposta aggressiva mascherata); tendeva anche a produrre dipendenza e sottomissione con conseguente competizione per ottenere attenzione e ricompense dall’adulto. Infine si produceva scarsa motivazione intrinseca verso l’attivtà e scarso interesse per ciò che facevano i compagni.

2 Nella situazione di conduzione democratica, il leader stabiliva il piano di lavoro insieme ai ragazzi valorizzando la partecipazione personale di ognuno. Egli si assicurava che fosse chiaro a tutti lo scopo finale dell’azione. Nel corso della conduzione l’adulto si adoperava attivamente nel sostenere i ragazzi nei processi portati avanti in autonomia relativamente alla risoluzione dei problemi, alla presa di decisioni, alla distribuzione dei compiti, alla valutazione in itinere del lavoro.
Le valutazioni del lavoro erano legate a criteri oggettivi e riguardavano sempre il compito svolto e non la persona. I ragazzi spontaneamente erano portati ad avere relazioni positive e comportamenti cooperativi sia tra di loro che con l’adulto; l’attività si poggiava su un tipo di motivazione intrinseca perché i membri del gruppo tendevano a considerarla come l’attività che loro stessi avevano deciso di svolgere.

3 Nella situazione di laissez-faire il ruolo del leader era meno attivo: presentava il materiale e il compito ai ragazzi in modo esaustivo ma non forniva criteri organizzativi per lo svolgimento. Mancando questi di strategie adeguate per confrontarsi, prendere decisioni, organizzare il lavoro, il gruppo risultava generalmente disorganizzato e inefficiente. Ciò provocava frustrazione, perdita di motivazione e quindi abbandono dell’attività da parte dei membri. Il leader si metteva a disposizione per chiarimenti e aiuti ma solo su richiesta dei partecipanti. A differenza della conduzione democratica non stimolava la libertà d’azione e l’autonomia del gruppo e dei singoli.

Gli studi riportati forniscono indicazioni molto interessanti circa le dinamiche sociali dell’educazione a scuola. Riferisce Lewin: “Un’interpretazione dei dati ci suggerisce che lo stile di vita e di pensiero instaurato dal leader democratico, impronta i rapporti tra i bambini. Nell’autocrazia (…), ostilità ed egoismo tra i ragazzi prevalgono sulla cooperazione. Ciò era chiaramente evidenziato, nella fattispecie, dal grado di consapevolezza di fare parte di un gruppo, o sentimento del noi, in contrapposizione al sentimento dell’Io riscontrato nelle [altre] due atmosfere” (K. Lewin, 1974, I conflitti sociali, Angeli, Milano, p. 118).

Tutto ciò indica che la qualità e l’efficacia dell’insegnamento è vincolata alla costruzione di un clima di conduzione democratica della classe e della scuola.
Le ricerche del gruppo di Lewin traducono in termini psicologici quanto da più parti è stato affermato nel campo filosofico-politico e pedagogico: la dinamica della della democrazia è resa possibile in quelle situazioni che permettono e stimolano la partecipazione attiva e responsabile dell’individuo al processo sociale.

Stampa l’articolo Questo articolo è stato pubblicato da Ci1 il 21 novembre 2010 alle 18:11, ed è archiviato comeAutoformazioneLeadership. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoipubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito.

 

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