15 MARZO 2013 ORE 17:23 Psicologia delle masse e analisi dell’Io – Freud 1921—FORSE RACCONTATO COSI’, DALLA DOTTORESSA GIULIANA PROIETTI, LO SI CAPISCE MEGLIO?

Psicologia delle masse e analisi dell’Io – Freud 1921

22 novembre 2010

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Psicologia delle masse 300x225 Psicologia delle masse e analisi dellIo   Freud 1921Nel 1921 Freud pubblicò un libretto, di circa cento pagine, chiamato Psicologia delle masse e analisi dell’Io. Era quello un periodo di grave crisi economica e un periodo in cui stavano nascendo le lotte operaie organizzate, le grandi ideologie, le dittature. In Austria si assiste  agli effetti della disgregazione dell’Impero asburgico, avvenuta alla fine del 1918; in Italia nascono il Partito Nazionale Fascista e il Partito Comunista Italiano, mentre in Germania Adolf Hitler diventa leader del Partito nazionalsocialista tedesco.

Freud cominciò ad interessarsi sempre di più ai comportamenti delle masse,affrontando i temi sociologici in chiave psicoanalitica. Prendendo spunto dal testo di Gustave Le Bon, Psicologia delle Folle, Freud cominciò a riflettere sulla psicologia collettiva, cercando di dimostrare che i fenomeni che regolano la vita di gruppo non sono poi così lontani dalle scoperte psicoanalitiche relative ai processi individuali.

Vi sono anzitutto due tipi di masse: quella occasionale, transitoria, non organizzata e quella organizzata (e dunque “artificiale”), che proprio per questo è destinata a durare di più nel tempo (un esempio ne sono la Chiesa e l’esercito).

L’ “anima della massa” viene dunque descritta come  elementare e passionale, incline alle illusioni, essendo il SuperIo temporaneamente accantonato, a vantaggio di un legame di tipo quasi ipnotico, che fa scatenare le pulsioni, perdere lo spirito critico, sentire un senso di onnipotenza e di impunità.

Gli individui che fanno parte di una massa perdono dunque autonomia ed equilibrio, ma acquisiscono la sensazione di essere forti, in quanto parte di un tutto organizzato, che rassicura e protegge.

La massa è mutevole, impulsiva, irritabile ed, essendo governata interamente dall’inconscio, non tollera alcun indugio fra il desiderio e la realizzazione di quel desiderio: il suo anelito però non dura mai a lungo, perché la massa è incapace di volontà duratura. Del resto, niente di tutto quello che fa la massa è premeditato.

L’individuo nella massa vive dunque una regressione narcisistica, con la scomparsa di tutte le inibizioni individuali, a favore di istinti, buoni e cattivi, ormai del tutto fuori controllo. Non è raro che la massa compia atti crudeli, come il linciaggio, ma anche gesti di generosità estrema, superando anche i limiti imposti dalla necessità di autoconservazione.

Ogni individuo rinuncia al suo “ideale dell’Io” per trasferirlo sul suo Leader: la prima identificazione la si ha con il leader, che simbolizza il gruppo e lo dirige. Si tratta di una identificazione narcisistica: una parte di sé, il proprio Ideale dell’Io, viene sostituito dall’Ideale dell’Io del Leader (e da qui la riduzione dell’individualità e dello spirito critico, in quanto l’ideale dell’Io del capo diventa l’Ideale dell’Io di tutti, cancellando le differenze e le rivalità a favore di un sentimento di identità e di comunione). Ciascuno è legato al Capo da un legame d’amore e si aspetta che anche il Capo lo ricambi con lo stesso amore. Il segreto del Capo è dunque nell’Eros, che “tiene unite tutte le cose del mondo”.

Essendo negata l’ambivalenza, l’idealizzazione del Capo in realtà maschera l’odio, l’invidia, l’aggressività, che vengono proietti sugli avversari e su quanti, all’interno del gruppo, non si identificano completamente con il Leader. A questo proposito, va anche considerato che le “piccole differenze” vengono narcisisticamente sovrainvestite e diventano grandi differenze: in questo modo il dissidente del gruppo può diventare più nemico del nemico stesso, in quanto mette a repentaglio l’unità del gruppo.

Il sentimento sociale sta dunque nella trasformazione di un sentimento precedentemente ostile in un attaccamento positivo, sotto forma di identificazione.

Accade, secondo Freud, un qualcosa di molto simile anche nell’amore: in fondo anche due persone possono essere considerate un gruppo, un piccolo gruppo, (una “folla a due”) e, quando si innamorano, vivono la stessa condizione di suggestionabilità, tipica delle masse.

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Fonte: Dominique Bourdin, Cento anni di psicoanalisi, Dedalo

Immagine: manifestazione a Giacarta, Wikimedia

 

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